5 GIugno 1920: nasceva Marion Motley

Un anno prima di Jackie Robinson, la cui storia è raccontata nel film “42“, firmasse per i Brooklyn Dodgers, diventando il primo giocatore afroamericano nel baseball professionistico, a Cleveland, in Ohio, coach Paul Brown aveva già abbattuto le barriere, mettendo sotto contratto addirittura due atleti di colore, Bill Willis e, per l’appunto, Marion Motley.

A leggere e raccontare il percorso sportivo, e non solo, di quest’ultimo, si riscontrano parecchi parallelismi con la trama del lungometraggio uscito nel 2013 e con alcuni episodi portati alla luce da “The Express“, altro ottimo film che ripercorre le gesta di Ernie Davis, primo afroamericano a vincere l’Heisman Trophy.

Davis, come Motley, ha dovuto scontrarsi con la società americana in un’epoca in cui l’odio razziale toccava livelli mai raggiunti in precedenza, dal più classico degl’insulti verbali fino alle minacce di morte, passando per il divieto a giocare una partita o, cosa ancor peggiore, mettere piede nell’albergo che ospitava gli altri componenti della squadra.

Entrambi hanno dovuto affrontare tutto questo, ed ambedue lo hanno fatto, almeno a livello professionistico, Davis senza mai scendere in campo, purtroppo, con i Cleveland Browns, unico team, con i Los Angeles Rams, che ingaggiarono, sempre nel 1946, Kenny Washington e Woody Strode, a superare i “confini” razziali ed aprire il mondo del football anche ai “colored”.

Nato a Leesberg, in Georgia, ma cresciuto a Canton, la patria della palla ovale nonchè sede della Hall of Fame, Motley accettò una borsa di studio a South Carolina State, università afroamericana, prima di trasferirsi a Nevada, e dimostrare il suo valore in NCAA.

Terminata l’avventura nei Wolfpack con un anno di anticipo, a causa di un infortunio al ginocchio, tornò a casa ed iniziò a svolgere qualche lavoretto, prima dello scoppio della guerra e del suo ingresso in Marina.

Assegnato alla base di Great Lakes, entrò a far parte della squadra di football, dove ritrovò Paul Brown, che lo aveva precedentemente affrontato, da avversario, con la Massilion High School, rivale della McKinley, con cui Motley aveva giocato al liceo.

Conquistato dal talento del giocatore, in grado di ricoprire sua il ruolo di fullback che quello di linebacker, il futuro coach dei Browns lo convocò, dopo aver risposto in negativo a diverse sue richieste, per un tryouts prima dell’inzio della regular season 1946, con l’unica intenzione di ingaggiare un compagno di stanza per il già citato Willis, già messo sotto contratto pochi giorni prima da Cleveland.

I due, come auspicato dall’HC del team, legarono fin da subito, ma a sorpresa, quello che incise di più sul terreno di gioco era Motley, difficilmente arrestabile quando era in possesso dell’ovale, e prontissimo a riconquistarsela quando veniva schierato in difesa.

Giocatore universale, potente, fisico, abile a correre, ricevere, bloccare, placcare, vinse quattro titoli della All-American Football Conference, 1946, 1947, 1948, 1949, prima che la franchigia dell’Ohio optasse per il passaggio in National Football League, un anno più tardi.

Salto che non creò alcun problema a Motley, in grado di registrare un record NFL che ha resistito per ben 52 stagioni, 188 yards conquistate in 11 corse, media superiore alle 17 yds a portata, prima di essere battuto da Michael Vick, in un match del 2002 contro i Minnesota Vikings.

Tenuto sembre maggiormente lontano dal campo nelle stagioni successive, causa il riacutizzarsi del problema al ginocchio, provò a rilanciarsi, a 34 anni suonati, con i Pittsburgh Steelers, dopo aver saltato l’intera stagione 1954 per infortunio.

Ritiratosi dal football giocato al termine della season disputata con il team della Pennsylvania, ha cercato, senza successo, di rientrare in NFL come coach, ma l’unica soddisfazione che gli fu data dai Browns, fu quella di svolgere alcuni lavori come scout.

Rimbalzato anche dall’ex compagno Otto Graham, divenuto nel frattempo HC dei Redskins, il suo unico compito da allenatore fu quello di guidare le Cleveland Dare Devils, una delle prime squadre professionistiche di football.

Morto per un tumore alla prostata nel 1999, Motley era stato nominato nel NFL 75th Anniversary All-Time Team cinque anni prima; ultimo riconoscimento ricevuto dal football professionistico, che lo aveva già celebrato, inserendolo nella Hall of Fame nel 1968, e ricordandolo come uno dei più grandi runningback di sempre.

All-time rushing leader della defunta AAFL, Motley ha totalizzato 829 corse, per 4,720 yards e 31 TD, e 82 ricezioni, per 1,107 yds e 7 touchdowns, in 106 match disputati da professionista, 99 giocati con i Browns e 7, gli ultimi, con gli Steelers.

Paul Zimmerman, storico reporter di Sport Illustrated, rammentando la sua versatilità e la capacità di rendere ai massimi livelli sia in attacco che in difesa, lo ha sempre definito “il miglior giocatore nella storia di questo sport.”

MarionMotley