14 Giugno 1953: fondazione della Atlantic Coast Conference

La mattina dell’8 Maggio 1953, nel corso della riunione primaverile tra i membri della SOCON (Southeastern Conference), Clemson, Duke, Maryland, North Carolina, North Carolina State, South Carolina e Wake Forest, annunciarono il loro ritiro dalla Conference e l’intenzione di crearne una nuova, alla costituzione della quale avevano lavorato nei mesi precedenti e di cui avrebbero ufficializzato la fondazione poche settimane più tardi.

Il 14 Giugno dello stesso anno a Greensboro, in North Carolina, nacque così la Atlantic Coast Conference, che sei mesi dopo, a Dicembre, ha aggiunto una nuova università, Virigina, altra ex componente della SOCON diventata ormai una Indipendents da anni, raggiungendo così una composizione che sarebbe restata tale fino al 1971, stagione nella quale uscirono di scena Gamecocks, che accettarono la corte serrata della SEC.

Rimasta senza una squadra, la ACC decise comunque di proseguire con sette membri fino al 1978, anno in cui si unì Georgia Tech, anticipando di ben tredici season l’arrivo di un altro college della Metro Conference, Florida State, che entrò nella Atlantic Coast nel 1991, diventando la componente più giovane fino al riallineamento imposto dalla NCAA tra il 2004 e il 2005, quando si aggiunsero Miami, Virginia Tech e Boston College.

La fuoriuscita di queste tre università creò una polemica aperta con la Big East, che accusò la Conference rivale di aver operato per indebolirla, ma le cause che la stessa e molti suoi membri intentarono contro l’organizzazione di Greensboro non portò a nulla, e Hurricanes, Hokies, Eagles, furono solo i primi a lasciarla, dando il via ad una diaspora che sarà poi la causa principale della sua estinzione e della nascita della nuova American Athletic.

Intanto, con dodici scuole pronte a sfidarsi nei vari sport, la ACC divenne una delle Conference principali del panorama universitario statunitense, arrivando addirittura ad inaugurare una propria Hall of Champions nel Marzo del 2011, diventando la seconda, dopo la SEC, ad aver creato un edificio per celebrare i suoi campioni, destinati ad aumentare e coprire un’area più vasta della sola costa atlantica con l’ingresso di Syracuse e Pittsburgh, entrate a farne parte nel 2013, anno in cui anche Notre Dame accettò di cedere alle sue lusinghe.

I Fighting Irish, però, a differenza di tutte le altre componenti, optarono per un contratto che gli permise di rimanere Indipendents come programma di football, impegnandosi a giocare solamente 5 partite a stagione contro altrettanti membri della Atlantic Coast Conference, che ha sostituito Maryland con Louisville lo scorso anno, sopperendo alla perdita dei Terrapins, che hanno optato per firmare con la Big Ten, con l’invito consegnato ai Cardinals, divenuti ufficialmente parte della ACC il 1 Luglio 2014.

Vincitrice di sei titoli nazionali grazie alle affermazioni di Maryland nel 1953, Clemson nel 1981, Georgia Tech nel 1990 e Florida State in 3 diverse occasioni, 1993, 1999, 2013, la Conference con sede in North Carolina ha sempre avuto lo sguardo rivolto al futuro, e nonostante sia già parte del Power Five, acronimo con cui si identificano le cinque migliori conference del college football, è la prima ad aver fatto sottoscrivere a tutte le sue componenti un accordo contrattuale in cui gli viene concessa l’esclusiva sui diritti di trasmissione televisiva fino all’intera durata della stagione 2026-27; una polizza assicurativa dal valore elevatissimo che la tutelerà in caso una qualsiasi delle 15 università decidesse di uscirne, o, peggio ancora, unirsi ad una delle quattro, potentissime rivali.

Divisa in due distinte division, Atlantic e Coastal, la ACC nomina il suo campione al termine di ogni stagione, dopo l’ACC Championship Game in cui si affrontano le vincenti di ogni divisione e che negl’ultimi tre anni è stato vinto dai Seminoles, che dominano l’albo d’oro con 4 titoli, davanti agli Hokies con 3, e Demon Deacons, Yellow Jackets, Tigers con 1.

Cinque, invece, i trofei che celebrano alcune delle storiche rivalità storiche all’interno della Conference; il O’Rourke-McFadden Trophy che premia la vicente della sfida tra Boston College e Clemson, la “The Battle for the Leather Helmet”, il Textile Trophy Bowl che vince chi si aggiudica il match tra gli stessi Tigers e North Carolina State, il Victory Bell che finisce nella bacheca di chi la spunta tra Duke e North Carolina, la Commonwealth Cup innalzata da chi si laurea campione della Virginia tra Hokies e Cavaliers, e il Jefferson-Eppes Trophy, che si porta a casa, annualmente, una tra Florida State e Virginia Tech, i due team più titolati della ACC.

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