Houston Texans Week #3 – Thursday Night Football Recap: @ New England Patriots

Sarà un breve recap perchè la partita è stata una di quelle con poco da raccontare. Una disfatta dal punto di vista del gioco e dal punto di vista tattico. Gli Houston Texans vengono surclassati 0-27 dai New England Patriots in una partita che, sulla carta, poteva e doveva essere combattuta.

Così non è stato, nonostante i padroni di casa giocassero con il loro terzo QB al suo primo start in carriera. Anzi, Jacoby Brissett gioca più che degnamente e mette in grande difficoltà la difesa texana con le sue capacità da scrambler. Il giovane QB chiude con 11/19, 103 yards lanciate, 48 corse e 1 rushing TD, niente male insomma.

Insieme a Brissett, ci ha pensato LeGarrette Blount ad affossare definitivamente i texani, correndo per 105 yards e segnando 2 TD.

Ma chi ha davvero messo in ginocchio la squadra di Houson è stata la difesa del New England, che ha messo pressione sul QB avversario dall’inizio alla fine e ha concesso veramente poco.

…E poi c’è stato quel problema dei kick return, decisamente il peggio della serata texana.

Insomma, questa volta niente voti di reparto, faremo molto prima a dire cosa ha funzionato nei Texans (poco), e cosa non ha funzionato (molto).

Cosa ha funzionato?

A guardare il tabellino punti non si direbbe, ma chi ha visto la partita sa che la difesa texana, nonostante tutto, è forse quella che se ne esce meglio da questa terribile serata. E’ vero, 27 punti subiti sono tantini e si è fatta un sacco di fatica a contenere il rookie QB ogni volta che decideva di correre. Tuttavia bisogna considerare i diversi 3rd&out a cui sono stati costretti i Patriots più volte, ma soprattutto occorre considerare quanto tempo la difesa texana è rimasta in campo: decisamente troppo per evitare costantemente punti avversari.

Kevin Johnson, per esempio, dal canto suo ha giocato una bella partita in cui ha mostrato di stare migliorando le sue lacune. Il ragazzo infatti si è trovato in più situazioni 1vs1 con avversari più fisici di lui e in cui risulta molto facile commettere pass interference, ma KJ questa volta ha giocato una partita attenta e dalla sua parte ha concesso poco.

Contro le corse centrali di Blount, Wilfork McKinney ce l’hanno messa tutta e sono stati attivissimi lì nel mezzo. Non è un caso infatti che le maggiori produzioni del RB avversario siano arrivate sull’esterno. Il DT e il MLB texani in due fanno 8 solo tackle e 15 assist tackle e giocano la loro discreta partita mettendoci impegno e sacrificio. Non è bastato, ma in ogni caso onore a loro.

In attacco, invece, ha funzionato ben poco purtroppo anche se l’inizio partita era stato piuttosto convincente. In ogni caso, il povero DeAndre Hopkins merita di finire da questa parte della barriera perchè i lanci verso di lui non sono stati tanti, a causa della poca produttività dell’attacco, mentre è stata molta la pressione avversaria sul WR di Houston. Tuttavia, quando chiamato in causa Hopkins c’è stato  e ha guadagnato 56 yards con quattro palloni.

L’ultimo in questa lista, inaspettatamente è Ryan Griffin, o meglio, il passing game verso il TE. In una partita offensiva che ha regalato davvero poche gioie ai tifosi, almeno si è vista un’insolita ricerca del TE sui giochi di passaggio che ha portato anche 52 yards. Rivedremo questo tipo di giochi o tutto ciò sparirà di nuovo nella prossima partita?

 

Cosa non ha funzionato?

Tutto.

No, non si può concludere un articolo così e in realtà sarebbe ingiusto dire che non ha funzionato proprio niente nei Texans. Paradossalmente infatti alcuni tratti della partita del team texano non sono stati per niente da buttare, tuttavia il tutto è stato gettato al vento a causa di turnover e scelte sbagliate. Ma andiamo con ordine.

Kick & Punt Return. Bene ci siamo arrivati. Questa è stata decisamente, se non l’unica, almeno la causa scatenante la disfatta di Houston. Nei return avvengono ben 2 fumble, entrambi persi, che regalano la palla agli avversari nella propria metà campo, vicini alla endzone e costringendo una difesa appena uscita dal campo a ritornare in fretta senza la possibilità di recuperare. Il tutto, ovviamente, lasciando fuori l’attacco texano per un tempo lunghissimo. Insomma, Charles James prima e Tyler Ervin poi, regalano due occasioni d’oro ai Patriots che ringraziano e mettono punti per affossare i texani. Inoltre, dal fumble subito in poi, Ervin ha il terrore di sbagliare ancora e, convinto di andare sul sicuro, non tenta più nulla, costringendo così però l’attacco texano ha partire costantemente entro le proprie 20 e addirittura 10 yards. Errore anche del coaching staff che, mantenendo uno spaventato Ervin nei return, ha praticamente annullato le possibilità di avanzare di un attacco già in grosse difficoltà.

Offense. Che dire? E’ un attacco che ci ha messo 3 quarti per passare la linea di metà campo, per poi riuscire a giocare dalla parte dei Patriots sì e no 5/6 down. Certamente la causa non è una sola nè la colpa è di un singolo, ma resta il fatto che questo attacco ha prodotto ZERO, e potremmo già finire di parlare.

Sicuramente Brock Osweiler non ha giocato la sua partita migliore, lanciando anche un intercetto evitabilissimo in un momento chiave della partita. Vero è anche che la offensive line non lo ha di certo aiutato, collassando quasi sempre contro la difesa dei Patriots, che per carità, ha fatto eccome il suo per rendere un incubo la nottata dell’attacco di Houston. Lamar Miller ha corso 80 yards, ma è forse mancato nei momenti chiave (ma anche qui, la OL lo ha favorito poco).

Insomma, nottata decisamente NO per l’attacco. Chiudiamo il capitolo e vediamo di dimenticarci in fretta di questa serata, ripartendo da zero alla prossima partita.

Bill O’Brien e i suoi fantastici amici. Chi mi conosce meglio, sa bene che sono un sostenitore di O’Brien, mi piace il suo coraggio, quello che ha fatto a Penn State e la sua voglia di osare, oltre che quella giusta dose di “incazzatura” che ogni tanto serve durante la partita. Tuttavia questa volta ammetto di avere poche frecce al mio arco: diciamolo, contro Belichick e i suoi schemi O’Brien non ci ha capito niente. Non che il suo offensive coordinator lo abbia aiutato, dato che il peggio (tatticamente parlando) di Houston si è visto proprio in attacco. Sta di fatto che l’intero coaching staff di Houston, dall’attacco agli special team, lasciando fuori dalle colpe la difesa (forse), non ha decisamente gestito bene una partita sì sfortunata e decisa anche da 2 fumble, ma che poteva sicuramente essere studiata e preparata meglio.

Quindi, prima L per i Texans che di per sè non è così grave. Ciò che è grave è come è arrivata questa sconfitta, quanti problemi e preoccupazioni sono emersi e quanti errori sono stati fatti.

Come già detto, a Houston è importantissimo chiudere immediatamente il libro “New England” (ovviamente non prima di aver letto bene tutto ciò che si è sbagliato), per poter ripartire da quanto si è fatto in week 1 e 2, cercando di continuare una bella stagione.

Sempre e comunque We Are Texans!

-Divi-