Houston Texans Week #6 Recap: vs. Indianapolis Colts

Il bello del Sunday Night Football!

La partita di Domenica notte tra Houston Texans e Indianapolis Colts ha di certo ripagato chi ha scelto di soffrire tanto rimanendo sveglio fino a mattina inoltrata. Per i tifosi texani poi è stata ancora più ardua la notte e non è da escludere che qualcuno abbia perso almeno una decina d’anni di vita, mentre qualcun’altro soffre ora di diverse patologie al fegato.

In una partita iniziata decisamente in modo ORRIBILE per i padroni di casa, infatti, quest’ultimi riescono (non si sa bene come) a girare totalmente la partita, portandola all’overtime e chiudendo con una vittoria per 23-26 che risulta fondamentale per il prosieguo della division.

-OFFENSE-

QB

Qualche articolo fa scrissi riguardo i miei dubbi su una presunta doppia identità di Brock Osweiler. Oggi ne sono assolutamente certo: il qb di Houston soffre PER FORZA di un disturbo bipolare.

Dopo 2 quarti di partita infatti, mi stavo già chiedendo quanto male avrei dovuto dire nell’articolo di oggi riguardo all’ennesima prestazione deludente dell’ex QB dei Broncos. Tutta la prima metà di gara infatti è un incubo che prosegue da Minnesota per Osweiler che inizia con un fumble e prosegue con lanci fuori misura e un intercetto. Grazie a lui l’attacco texano si ritrova a puntare 5 volte in pochissimo tempo, mentre i Colts sfruttavano le occasioni e si portavano avanti.

Guardando il trend di Osweiler credo che ogni tifoso texano ieri sera avrà pensato: “questa partita è andata, impossibile tirarla su”, proprio perchè il QB non stava nemmeno andando vicino al giocare dignitosamente.

Poi, non si capisce bene come Osweiler inizia a lanciare e lanciare, sempre più con precisione, sempre più con efficacia; e senza quasi accorgersene l’attacco texano recupera un largo divario, arrivando all’overtime e vincendo poi la partita con un ultimo ottimo drive.

Insomma, anche questa volta si sono visti 2 Osweiler in campo: uno pessimo, quasi impresentabile e uno che non si capisce da dove sia uscito, ma si dimentica di tutto quello fatto male fino a quel momento per iniziare poi a lanciare bene, trascinando la sua squadra alla vittoria.

Quindi “Bravo Osweiler per il comeback”? “Fai schifo Osweiler perchè stavi per gettare tutto all’aria”? Difficile dare un giudizio, piuttosto quello di cui si devono preoccupare i tifosi dei Texans è: “Che Osweiler vedremo la prossima volta?”

RB

Ladies and Gentlemen Lamar Miller! 

Senza perdere troppe parole, Osweiler o no, è assolutamente lui IL giocatore della partita. Quello che anche nel buio totale dell’attacco texano riesce a portare a casa yards e quello che per tutta la partita è la vera spina nel fianco della difesa dei Colts. A tratti aiutato anche da degli ottimi blocchi, sembra comunque che Miller sia talmente in partita da non curarsi se ci sono varchi o no, i gain arrivano praticamente sempre e sono fondamentali per la rimonta di Houston. Il RB prende 149 yards in tutta la partita e segna 2 TD (uno su ricezione). Ma in ogni caso, con o senza questi numeri, Miller merita comunque il premio di “migliore in campo” per questa azione, fondamentale per la rimonta e soprattutto da rivedere almeno 100 volte.

Miller TD

WR/TE

A inizio partita Osweiler non azzecca un passaggio e, in ogni caso, in assenza del suo target preferito Fuller, praticamente non stacca gli occhi da Hopkins, che però deve fare una fatica immane per cercare di rincorrere i lanci squilibrati del suo QB. Per tutta la prima metà di partita quindi è difficile dare un giudizio agli altri del reparto.
Nella seconda parte di gara e in particolare negli ultimissimi minuti di partita (quelli della rimonta) fortunatamente le cose vanno meglio e un (insolito) protagonista risulta essere il TE Fiedorowicz, pronto a prendere i lanci di medio raggio del suo QB, convertendo più volte diversi 3rd & down. Come già detto precedentemente, questo è un altro segno di uno sviluppo continuo nell’uso dei TE che, se sfruttato bene, potrebbe aiutare e non poco l’attacco texano.
Tra i receivers il migliore è (anche per forza) Hopkins, ma forse la ricezione più importante della partita è di Jaelen Strong che ormai ci ha abituato a prestazioni in cui non si vede per tutto il tempo, per poi punire la difesa avversaria all’improvviso.

OL

Per essere una linea con qualche assenza e un sacco di acciacchi se la cava benino. La prestazione non è solidissima (soprattutto considerando il front 7 dei Colts non proprio tra i più pericolosi) ma riesce a concedere un solo sack e permette a Miller di giocarsi la sua partitona.
Non proprio tutto va dritto data la pressione costante che riceve Osweiler, ma diciamo che vorremmo vedere la OL al top della forma e con tutti presenti per giudicare.

-DEFENSE-

Osweiler non è di certo l’unico ad aver mostrato una prestazione a due facce. Anche la difesa (tutta) infatti sembra seguire la linea di condotta dell’attacco per tutta la prima parte di partita e in pochissimo tempo i Texans si ritrovano sotto di 13.
Poi, in qualche modo, magari anche grazie a qualche aggiustamento tecnico, si riesce finalmente a comprendere, ma soprattutto a fermare, l’attacco di Indianapolis e da quel momento la partita è decisamente cambiata.
Nel front 7 si è fatta molta fatica, specialmente ad inizio partita, nel limitare i giochi di corsa dei Colts che con Gore si sono resi efficaci da subito. Ma quello che è sembrato il vero problema per la difesa texana è stata la grande mobilità di Luck che tra scrambling e sack evitati ha seminato il panico e prodotto punti per tutta la prima parte di gara. Nello stesso tempo, anche se in misura minore, la prima parte di gara è stata segnata da una grave difficoltà in coverage per Houston che, senza Jackson è sembrata davvero troppo in difficoltà contro i lanci del qb from Stanford.
Poi, così come per l’attacco, anche in difesa i Texans si sono aggiustati e pian piano sono riusciti a rendere l’attacco dei Colts sempre meno minaccioso e produttivo.
Bene Clowney che, anche in questa partita, ha dimostrato di tenere sempre più il timone della difesa, spingendo tantissimo e producendo una marea di tackles for loss. Insieme a lui, l’altra grande sicurezza in questa difesa monca di Watt è sempre Mercilus che sia a livello fisico sia a livello di carisma è un pezzo fondamentale dell’organico.
Ieri poi bene, anzi benissimo, il giovane McKinney che, con una grande presenza in mezzo al campo, aiuta sia in pass rush sia contro le corse, chiudendo con 12 tackles e 1 sack.
Dietro invece Pleasant sembra cavarsela ancora bene nel sostituire l’infortunato Demps; commette qualche errorino a inizio partita, ma abbiamo capito che quell’inizio è stato un po’ “particolare” per tutti.

-SPECIAL TEAM-
Piccola menzione per lo special team considerando anche le partite precedenti. I Texans non se la cavano benissimo in reparto e a volte si finisce per pagarne le conseguenze. Se infatti contro i return avversari sembra non ci siano grossi problemi, quando si tratta di ricevere i punt dell’altro team, i ritorni sono davvero pochi e spesso Osweiler e soci si trovano costretti ad iniziare il drive entro le proprie 10.

Tornando a ieri, Novak ha rischiato di portarsi a casa un brutto ricordo della partita. L’errore sul PAT infatti poteva costare caro ai Texans che, vista la rimonta, potevano portarsi a casa la vittoria senza l’accesso all’overtime. Tuttavia il kicker si è fatto perdonare eccome dai tifosi dato che è proprio lui che chiude la partita con l’ultimo field goal.

Da come era iniziata, i Texans potevano uscirne malissimo: recuperati nel girone praticamente da tutte le avversarie e decisamente ridimensionati davanti a dei Colts dominanti sin dall’inizio. Per fortuna (o per bravura del coaching staff, chi lo sa) qualcosa è cambiato e quel conta è che i Texans arrivano a week 7 con 2 scontri divisionali vinti e pronti ad affrontare dei Broncos sicuramente ostici, ma che hanno mostrato anche diverse lacune nella partita contro i Chargers.

We Are Texans!