New York Giants- Philadelphia Eagles (28-23). I 10 insegnamenti della settimana

Che la Bye Week fosse considerata una sorta di spauracchio da esorcizzare con collane d’aglio o con bambole voodoo, era chiaro a tutti i tifosi in maglia azzurra. Nonostante sia trascorsa già una settimana dalla celeberrima notte di Halloween, i tifosi dei BigBlue di New York hanno visto più e più volte le streghe nel tiratissimo derby contro i Philadelphia Eagles.

Prima i due infortuni che hanno colpito l’attacco dei Giants (la G Justin Pugh per un problema al ginocchio e il WR Victor Cruz hanno abbandonato anticipatamente la contesa), poi l’intercetto al min 1.54 su un 3 & 4 all’altezza delle 35 yard di New York avevano fatto presagire un’altro tardo pomeriggio italiano (primo pomeriggio americano) ricco di rimpianti per i tifosi in maglia azzurra e un probabile addio dalla corsa alla Wild-Card Week (record 5-3 a due partite di distanza dai sorprendenti Cowboys, sconfitti a domicilio nella prima giornata proprio dagli uomini allenati da Coach Ben McAdoo). L’ottima difesa di un ottimo Andrew Adams ha regalato invece ulteriore entusiasmo all’intero ambiente all’esordio di questo decisivo trittico di partite da disputare tra le mura amiche del MetLife Stadium.

Rispetto ai precedenti articoli di riepilogo (mi rendo conto che fa più figo scrivere recap, ma ogni tanto un pò di italiano ci vuole), non mi occuperò del semplice resoconto play-by-play (scusate, ci sono ricascato involontariamente) del match, ma formulerò alcune considerazioni generali su modello di un format molto usato negli Stati Uniti, ossia quello dei ” 10 Insegnamenti della settimana”. Cominciamo subito allora!!!!!

  1. Jarrell Adams e Paul Perkins macinano i primi snap: era stato invocato da tutti i tifosi in maglia azzurra e coach McAdoo è stato di parola. Finalmente i due rookie (rispettivamente sesto e quarto round del Draft 2016) hanno avuto modo di rendersi protagonisti nelle azioni d’attacco dei Giants. Tuttavia occorre sottolineare le performance tutt’altro che scintillanti per entrambi gli atleti. Mentre il mancato apporto della TE prodotto di South Carolina si spiega in ragione dei blocchi per le corse (come il suo compagno di reparto Will Tye, sono state solo 24 le yard compiute per tre catches), quello del RB da UCLA deve essere riletto come un chiaro handicap su cui l’intero conchino staff dei Giants deve lavorare, ossia quello di un…..
  2. ….Gioco di corsa ancora “work in Progress”: è vero, anche e soprattutto dopo l’approdo di Odell Beckham Jr, i giochi di lancio hanno sempre avuto un chiaro predominio nell’attacco in maglia azzurra. Ma è altrettanto vero che un gioco di corsa accettabile è il minimo indispensabile per uscire indenni da alcune situazioni di gioco. L’Offensive Coordinator Mike Sullivan ha provato a mischiare un pò le carte, utilizzando persino il rientrante OT Marshall Newhouse e il WR Dwayne Harris in veste di TE per creare ulteriori blocchi, ma con risultati deludenti (solo 54 yard percorse in 23 portate, con 2.3 yard di media per portata).
  3. Landon Collins leader del secondario difensivo: sebbene a me non piaccia parlare di singoli, non si può non rimarcare la leadership assoluta della S prodotto da Alabama. Al di là dei numeri importanti di questa stagione (conduce la difesa per numero di sack prodotti, intercetti trasformati in TD e tackle), Ben McAdoo ha esaltato la grande pressione su Wentz nelle situazioni di quarto down nel match contro Philadelphia. In un reparto composto da giovanissimi (si pensi che il titolare a FS Darian Thompson, ora infortunato, e il suo sostituto Andrew Adams sono entrambi rookie!!!!) la leadership mostrata da Landon Collins potrebbe rivelarsi decisiva per il cammino dei Giants in questa stagione e per gli anni a venire.
  4. Ben McAdoo chiamerà le azioni offensive: sia durante la settimana di riposo che nella conferenza stampa pre-gara, i giornalisti e gli addetti ai lavori hanno puntato molto su questa presunta diatriba con il proprio OC Mike Sullivan (sono ritornati in auge le solite boutade giornalistiche riguardo ad un ritorno di fiamma per Nick Saban, l’head Coach di Alabama). Lungi da me assecondare queste futili polemiche, è doveroso sottolineare come il rookie Head Coach non abbia esitato nell’apportare modifiche al playbook e allo schieramento d’attacco (vedasi l’impiego del WR rookie Roger Lewis, autore di un TD anche nella gara contro gli Eagles).
  5. Brett Jones è una valida alternativa: dopo l’infortunio al ginocchio alla G Justin Pugh (potrebbe tenerlo fuori per quattro settimane, si spera di recuperarlo per la trasferta di Pittsburgh), nei tifosi era scattato il panico al momento dell’entrata in campo del “CarneadeBrett Jones, Offensive Lineman proveniente dalla CFL (Canadian Football League). Considerato il suo impiego nella lega canadese come Center e le altissime prestazioni fornite da Justin Pugh nelle ultime due stagioni ( “Pro Football Focus” lo inserisce fra le tre migliori guardie della lega), Jones si è ben disimpegnato nel ruolo di LG e non è da escludere un massiccio impiego nelle prossime uscite stagionali contro Cincinnati, Chicago e Cleveland.
  6. La difesa dei Giants nella “Red Zone” è elite: con il 39 % di realizzazione concessa agli avversari, la difesa dei Giants si issa al primo posto nella speciale classifica della “Red Zone Defense“, superando nell’ultima uscita contro gli Eagles di Wentz una difesa storicamente forte come quella di Seattle. i 4/11 lasciati al Rookie da North Dakota e zero TD concessi la dicono lunga sui miglioramenti registrati in difesa rispetto alla passata stagione, dove si viaggiava intorno al 52 % di realizzazioni complete concesse agli avversari.
  7. L’investimento fatto per Janoris Jenkins comincia a fruttare: in molti avevano gridato allo scandalo leggendo le cifre mostruose del contratto firmato dal CB ex Rams nella scorsa Offseason. Beh, a quanto pare, sarebbe opportuno che qualcuno di questi cominci seriamente a ricredersi. Jenkins ha letteralmente annullato il gioco di lancio di Wentz nella sua area di competenza (solo 17 yard concesse), costringendolo a cambiare obiettivo dei suoi lanci (su 47 tentativi, solo 6 erano sotto la copertura di Jenkins).
  8. Manning può ancora essere un fattore, a patto che….: …..la propria linea offensiva e il backfield recitino un ruolo da protagonisti. Le incapacità manifeste del gioco di corsa ha spesso costretto il QB a prendersi rischi eccessivi, come nel caso già citato sopra. Ma bastano pochi secondi di protezione in più a dimostrare per l’ennesima al quadrato volta quanto il braccio di Manning possa rivelarsi letale con la batteria di ricevitori dei Giants 2016/17 (a tal proposito, segnaliamo il record stabilito da OBJ di 30 TD realizzate nelle prime 35 gare disputate in carriera, superando il precedente record di 29 di Randy Moss).
  9. Cosa significa questa vittoria per i Giants: significa tanto, tantissimo dal punto di vista della classifica, ma soprattutto dal punto di vista della crescita mentale dei giocatori di Coach McAdoo. Dopo cinque sconfitte consecutive contro i rivali di Division e nessuna vittoria dopo la Bye Week, i Giants riescono a rompere due tabù in un colpo solo. Il LB Jonathan Casillas in Zona Mista si è dichiarato soddisfatto per quanto di buono fatto in questa prima metà di stagione e speranzoso di poter ottenere altre tre vittorie contro Cincinnati, Chicago al Metlife Stadium e fuori casa contro Cleveland, per mettere in cassaforte il pass per i playoff.
  10. Cosa significa questa sconfitta per gli Eagles: momento di riflessione per coach Doug Pederson. Alcune sue scelte tattiche (vedi il ripetuto uso del quarto tentativo ad inizio gara) non hanno propriamente convinto, ma la fiducia in questo gruppo (come da lui stesso dichiarato nel post-gara) non sarebbe cambiata anche in caso di rimonta completata. Nella prossima giornata gli Eagles saranno attesi da un’altra prova di maturità, forse decisiva per il proprio campionato, ospitando i Falcons di Julio Jones (6-3 il loro record).

Al prossimo appuntamento con la rubrica dedicata ai Bigblue di New York !!!!!!

Claudio “TheBigBlue” Tatoli