Marvin Lewis?

L’anno scorso scrissi un articolo analogo a questo, intitolato “Andy Dalton?“, una sorta di preview stagionale, focalizzando in particolare l’attenzione su un personaggio – Dalton appunto – su cui erano maggiormente rivolti i riflettori. Il QB da TCU nella scorsa stagione sembra aver finalmente fatto il salto di qualità che si aspettava, concludendo la stagione con un rating di 106.2, 25 TD e 7 INT. Fino alla week 12 guidava addirittura l’NFL per QB rating, ma, come tutti sappiamo, una singola azione ha gettato al vento tre quarti di stagione perfetti.

Tralasciando il passato, compresa la sconfitta contro Pittsburgh di cui ho parlato a sufficienza a suo tempo, e che potremmo velocemente archiviare con un “se anche avessimo vinto, avremmo avuto talmente tanti giocatori non disponibili per il turno successivo che sarebbe molto probabilmente arrivata una sconfitta…”, è arrivato il momento di guardare al futuro e a questo 2016 alle porte.

Cincinnati Bengals v Houston Texans

Come ho detto già nell’articolo dello scorso anno i Bengals sono arrivati nel 2015 ad avere finalmente una squadra competitiva per puntare al titolo, figlia di un progetto iniziato nel 2011. Ma il connubio di “Mediocre Marvin” con i Bengals inizia nel 2003, con un’interessante retroscena in cui è coinvolto anche Tom Coughlin, ma quella è un’altra storia… Dicevamo, 2003, nuovo Head Coach, con un anello recentemente vinto come coordinatore della difesa dei Ravens e una prima scelta assoluta da spendere per il “golden boy” da USC. Le speranze di risollevare una franchigia dalle ceneri sono alte in Ohio, i risultati migliorano (peggiorare i 15 anni precedenti era impossibile), ma non abbastanza, 2 comparse ai playoff in 8 anni sono sufficienti per passare da squadra “disastrosa” a squadra “mediocre”, nulla di più.

Dopo un 2010 imbarazzante, sono i capricci di Palmer a peggiorare la situaizione, non mi dilungherò sulla vicenda avendone già parlato nell’articolo su Dalton, a qeusto punto Mike Brown (l’owner) decide di voltare pagina, un nuovo QB, un nuovo ricevitore stellare, entrambi personaggi molto diversi dai rispettivi predecessori (Palmer e Ochocinco). Più che una ricostruzione sembra una rivoluzione, abituati agli standard del super conservativo Brown, pochissimi veterani rimangono e a poco a poco si cerca di costruire un roster “fatto in casa”. Vi basti pensare che al momento, nel primo 53-man roster del 2016 sono soltanto 6 i giocatori presenti che non hanno iniziatola loro carriera a Cincinnati.

Nell’ Era-Dalton si è passati dal raggiungere i playoff a sorpresa con una squadra discreta nel 2011 al 12-4 della scorsa stagione, nonostante la perdita di qualche pezzo grosso nel finale (Dalton e Eifert in particolare), ma soprattutto migliorando di anno in anno. Nel frattempo 3 coodinatori sono diventati Head Coach altrove (Zimmer, Gruden e Hue Jackson) e anche qualche pezzo importante, figlio della nuova era è arrivato alla fine del contratto e ha lasciato l’Ohio in cerca di un posto da stella e tanti bei soldini altrove, uno su tutti Marvin Jones, 8 milioni l’anno a Detroit.

Quando a fine stagione però Hue e Marvin sono andati da Brown a proporgli un cambio di ruoli – Marvin GM supervisore, Hue come head coach e Zampese nuovo offensive coordinator – la risposta di Brown è stata negativa e Hue ha deciso di accettare il nuovo ruolo a Cleveland.

A mio parere Hue ha svolto un ottimo ruolo, costruendo un gioco di corsa (che prima si basava su Green-Hellis!) draftando due ottimi RB e costruendo un playbook adatto, tuttavia ha delle grosse lacune come game manager e la sconfitta con Denver (per il seed #1 della AFC) ne è stata la prova.

Ma quali sono le peculiarità di Marv? Senza dubbio la pazienza, che probabilmente è anche in grado di trasmettere visto che si trova ancora su quella panchina; ha dato fiducia a giocatori che tardavano ad esplodere e che nella maggior parte della squadre sarebbero stati tagliati, qualche volta ha avuto ragione, altre un po’ meno. In secondo luogo la capacità di gestire situazioni “problematiche” e giocatori altrettanto ostici: ha ottenuto una carriera fenomenale da Ochocinco, in una squadra mediocre, con un QB mediocre; il compianto Chris Henry; e i più recenti Vontaze Burfict e Adam Jones.

pacman

Parliamo proprio di quest’ultimo, ormai definito “criminale” dalla stampa perché va di moda. Un passato a dir poco movimentato che va dal wrestling alle sparatorie, ma da quando è ai Bengals (5 anni) non ha più avuto alcun problema fuori dal campo ed egli stesso sostiene che Marvin gli abbia letteralmente salvato la vita. In campo ha registrato due falli personali in 5 anni, uno per essersi tolto il casco nel finale di Seahawks-Bengals dopo che gli era stato fischiato un fair catch che non aveva chiamato e l’altro lo conosciamo tutti, nel finale dell’incontro di playoff affronta a muso duro il coach dei LB degli Steelers, che era nell’huddle difensivo dei Bengals probabilmente per salutare un amico e uno degli arbitri (dettaglio: parente di quest’ultimo) lancia la flag per “fallo personale”. Vorrei aggiungere solo che per PFF Pacman è stato il terzo miglior corner della Lega nel 2015.

E poi c’è il sommo Vontaze, in confronto a lui Greg Hardy è “l’uomo da sposare”, almeno a sentire l’opinione pubblica, definito “dirty” da coloro che il giocare sporco l’hanno inventato…

Ovviamente si fa per scherzare, mi rivolgo ai tifosi Steelers, sappiate che stimo molto quel furbone di Tomlin, così come apprezzo il vostro QB come uomo, prima che come giocatore.

Dicevamo, Burfict, uno dei talenti oscurati da un passato buio, che questa volta vanno dalla gang della madre ai problemi di svrappeso, passando per i fatti di ASU. Anche qui Marvin ci ha messo lo zampino, da quella chiamata dopo una combine disastrosa è iniziato il percorso di riabilitazione, i problemi off field sono scomparsi. Purtroppo da questo passato indisciplinato si porta ancora dietro alcune lacune tecniche, in particolare il vizio di placcare guardando per terra, invece che guardando avanti, dettaglio che gli avrebbe permesso di vedere che Antonio Brown quella palla l’aveva già droppata (probabilmente proprio a causa dell’imminente impatto) per cui non era necessario colpire il più forte possibile e gli avrebbero risparmiato infortuni a collo e schiena subiti negli ulimi due anni. Ma Vontaze è fatto così, all’intelligenza per il gioco (chiamava gli schemi e gli audible già da rookie) e all’istinto innato, si contrappongono un’emotività e un’aggressività che nel momento in cui provocate diventano senza controllo. Se Marvin riuscisse a renderlo immune alle provocazioni (c’è tempo, la prima con Pittsburgh la salta) avrebbe finalmente il LB perfetto.

L’ultimo arrivato in cura da Marvin è Josh Shaw, quello che a USC è saltato dalla finestra durante una retata della polizia, ora uno slot-corner/safety in costruzione, vi ricorda qualcuno?

E domenica si riparte, questo articolo uscirà insieme alle preview delle altre squadre, ma non è una vera e propria preview, perché, citando indirettamente l’unico che non sparla di Bengals sul sito NFL, sappiamo che i Bengals arriveranno a giocare a Gennaio, il roster è talentuoso, la schedule è sulla carta molto più facile di quella con cui l’anno scorso hanno chiuso con sole 4 sconfitte, ma ce la farà il nostro Marvin a raggiungere l’obiettivo? Ovviamente l’obiettivo non è vincere al wild-card, ma il Super Bowl.

L’anno scorso gli infortuni sono arrivati tutti a Dicembre, quest’anno abbimao cominciato a Luglio, con una ventina dei 53 proiettati che hanno avuto problemi di diversa entità, alcuni saranno pronti per domenica, altri a metà stagione e i più sfortunati nel 2017, ma poco conta, l’importante è arrivare sani a Gennaio.

Tratto da: The Italian Jungle