Lions Week 9: Non è finita finchè non è finita [Cit. Yogi Berra]

via detroitjockcity

Esistono delle foto che resteranno per sempre ad identificare un dato momento, tale è la loro forza e la evidenza.

Per esempio la prima sconfitta subita dai Vikings nel nuovissimo USBank Stadium, risplendente nella sua panoplia oro e viola con tanto di corno Jallanorn automatico e due omelet bar, resterà per sempre legata alla foto qui sopra che mostra Golden Tate entrare piroettando in endzone, con il didietro praticamente in faccia ad Andrew Sendejo che, pure in ritardo, cerca il disperato tackle.

Ma come siamo arrivati a questa foto?

Mettetevi comodi, ci vuole un po’.

Cronaca

Il viaggio dei Lions in Minnesota inizia con i Vikings in attacco ma Sam Braford non riesce a portare i suoi nella metà campo avversaria e MIke Zimmer deve ricorrere al punt.

Il drive seguente pare destinato a simile fine quando Matthew Stafford vede qualcosa di interessante nella difesa avversaria, urla un audible nella bolgia norrena e scatena Theo Riddick per una corsa di 42 iarde fino alle 30 avversarie.

Tre giochi e un drop di Boldin dopo, Matt Prater scende in campo per muovere comodamente il tabellone sul 3-0 Lions.

All’inizio del secondo quarto è la volta di Blair Walsh di segnare il FG che porta in parità la gara.

Il drive successivo termina quasi subito quando Stafford sotto pressione si fa intercettare un pessimo passaggio forzato per Michael Burton che viene riportato direttamente in redzone sulle 17.

Quello che succede dopo di solito l’ho visto capitare a parti invertite: i Lions arrivano in redzone e vengono ricacciati indietro fino al Field Goal.

Solo che stavolta, tra due penalità, un sack ed un placcaggio con perdita di iarde, i Vikings finiscono fuori pure dal raggio di field goal e devono puntare.

4 giochi, -22 iarde.

Da non credersi.

Come è da non credersi il drive che segue, con Stafford e compagnia che mettono insieme 17 giochi che si mangiano 84 iarde e 9:45 sull’orologio prima di finire con un TD di Aquan Boldin dall1 una iarda.

Restano cinque secondi e poi si va al riposo sul 10-3.

Si torna in campo e l’attacco Lions si prende una anticipo sul bye, collezionando tre e fuori mentre Sam Bradford trova finalmente le misure e marcia il proprio attacco nella metà campo avversaria, grazie anche ad un fallo di Johnson Bademosi che fa guadagnare 22 iarde ed a una corsa di **Stefon Diggs.

Arrivati sul filo dell’endzone è un gioco da ragazzi per Bradford servire Kyle Rudolph lasciando completamente solo mentre l’altro TE era in tripla copertura.

10-10?

No perché il succitato Blair Walsh canna l’extra point.

I Lions restano sopra di uno sputo: 10-9.

L’attacco continua la pausa caffè e la palla torna ai Vikings: la difesa Lions monta una disperata resistenza sulle 28 e i Vikings fanno entrare lo Special Team.

Walsh calcia e Tyrunn Walker, incurante dei diminuiti snap della difesa ci mette la manona.

La palla carambola nell’indifferenza (stupore) dei giocatori in viola mentre Glover Quin non se lo fa dire due volta recuperando il pallone e riportandolo nella metà campo avversaria prima di venire placcato.

Stafford e soci non approffitano se non in parte del regalo ed è il solito Prater che consolida il vantaggio sul 13-9.

C’è da difendere il vantaggio e la difesa pare essersi rotta le scatole di sentir dire in continuazione quanto sia scarsa se paragonata all’attacco e lotta su ogni pallone: il primo drive dei Vikings si arena a 5 iarde dalle mata, con tutta la difesa che stoppa Matt Asiata nel backfield. Anche l’attacco Lions sembra scrollarsi di dosso l’apatia e catturare alla fine un primo down nel secondo tempo.

Ma è un fuoco di paglia e i Vikings tornano con la palla in mano con quattro minuti sull’orologio: aiutati da una stupida penalità di A’Shawn Robinson che gli regala 5 iarde e da un conversione sul 4-4, Sam Braford consegna il TD della quasi certa vittoria nelle mani di Rhett Ellison. Tanto per cambiare un TE.

Walsh non sbaglia e siamo 16-13 Vikes.

Ok, ci sono 23 secondi sull’orologio. Zero Timeout.

Sconfitta meritata se in tutto il secondo tempo ti prendi 22 iarde, ti viene da pensare.

"Del resto che puoi fare in 23 secondi?" pensi tu, mentre Andre Roberts si inginocchia a ricevere il kickoff in endzone.

"Manco lui ce la può fare a cavare qualcosa in 23" pensi mentre Stafford trotta al centro.

Il resta lascia la storia e entra nel mito.

Primo lancio per Golden Tate che esce dal campo, restano 17".

Stafford spara una bomba al centro del campo proprio nelle mani di Andre Roberts che il veterano aggangia in scivolata sulle 40" avversarie.

Il tempo per Roberts (scusa per le brutte parole Andre, ti amiamo!) di rimettersi in piedi e dare la palla all’arbitro che tutto l’attacco Lions è già sulla linea, praticamente pronto allo snap.

Roberts si piazza nel backfield, opposto a Riddick. Undici statue vestite di bianco, argento e blu.

Swanson snappa la palla, Stafford fa lo spike. Tutto con calma olimpica.

Guardo il cronometro: 0.02 secondi. Palla in raggio di Field Goal in 21 secondi.

Senza parole.

Arriva Mr. Clucth, Matt Prater.

Lui aveva solo detto ai compagni "Voi limitatevi a portarmi nella loro metà campo".

BOOOM!

Calcio dalle 58 che sarebbe stato buono dalle 68.

Over time.

(Nota di colore: mentre Prater tirava, i compagni a bordocampo stavano preparandosi già per il supplementare. Quando si dice la fiducia).

Si torna in campo con la palla ai Lions. Un TD vince la partita e Matthew Stafford e soci vogliono andare a casa. La siesta è finita.

I Lions convertono 2 terzi down, guadagnano una (palese) pass interference per arrivare alle 28 offensive quando Matthew Stafford lancia un missile per Golden Tate in doppia copertura tra Xavier Rhodes e Rodeny Harrison.

Tate riceve resta, in posizione mandando fuori tempo Rhodes che sparisce mestamente dall’inquadratura, pianta per terra un pro bowler e corre fino alla linea di meta che decide di varcare con un salto mortale.

Totalmente ignaro di Sendejo che gli corre addosso.

E, quindi siamo tornati alla foto di apertura.

Golden tate che vola in endzone con il culo in faccia ad un giocatore Vikings.

Per siglare il 26-16 finale e la prima sconfitta di Minnesota nello stadio nuovo.

Salute!

Questo e quello.

  • Al solito, il gioioso boxscore della fox.

  • Al solito, le Slowlights by sandmand

  • e gli highlights completi.

  • QBR Stafford: 87.6, 2 TD, 1 Int, 219 Iarde. Scarsino ma sapete che vi dico? Chissinefrega chissene.

  • Braford QBR 103.4, 2 TD, 0 INT, 273 iarde. Non è certo colpa sua, anche se ora è 0-3 contro i Lions.

  • Eric Ebron 7 ricezioni, 92 iarde. Quando Stafford chiama il suo numero, è sempre alla cornetta.

  • Andre Roberts. Mille scuse.

  • Dawyne Washington deve essere il secondo RB. Mi spiace per Zenner ma ha mostrato di poter essere un vero bruise back.

  • Frase ad effetto di Matt Prater: "Non mi pagano per per tentare i calci piazzati. Mi pagano per segnare i calci piazzati".

  • 23 su 23 calci vincenti o che forzano supplementari nel 4 periodo. Quando si dice non parlare a vanvera.

  • Particolare assurdo: dal 2001, 98 volte una squadra si è trovato sotto di tre punti con meno di trenta secondi sul cronometro. I Lions del 2016 sono stati i 99esimi, nonchè i primi che non hanno perso.

  • I Lions sono una delle due squadre che si sono trovate sotto nel quarto periodo in tutte e nove le partite giocate fino ad oggi. L’altra sono i Browns. Che sono a zero vittorie.

  • Momento aMmore per Kerry Hyder: due sack per lui.

  • Momento amMoree per la difesa tutta: in generale, sta migliorando anche se tutti i QB avversari vanno in tripla cifra per il rating (tranne Osweiler). Se tornano Slay e Levy, la musica può cambiare.

  • Momento "non ho mai detto cose brutte su di te" per Jim Caldwell: come nota Peter King sul MMQB di ieri dopo aver chiamato uno degli ultimi timeout, Caldwell si è reso conto che gli arbitri avevano fatto scorrere alcuni secondi in più prima di assegnarlo ed ha richiesto che ofesse riportato indietro. Gli arbitri hanno acconsentito e riportato indietro l’orologio di… due secondi. Quanto aveva Stafford sull’orologio quando ha fatto lo spike? Ecco.

  • Momento "Jim Bob Cooter for president": il gioco con cui Andre Roberts ha guadagnato le iarde necessarie ad entrare in raggio di field goal era stato ideato da Cooter negli ultimi giorni, partendo dal presupposto che gli avversari, a furia di rimonte, si erano già imparati tutte le alternative. La previdenza paga.

Post partita.

Che dire?

Che mia moglie ormai pensa che io stia impazzendo un po’ di più ogni domenica ma dovendo trattare regolarmente con questi Lions e tutte le emozioni che veicolano in tre ore, ciò è perfettamente naturale.

In più, che ogni partita di Detroit quest’anno è stata uno spot per il football (tranne quella con Chicago che è stata più che altro uno spot per gli antiemetici): belle, dure e tese fino alla fine.

Che i Lions restano una squadra con problemi evidenti. Ma che, se non hai preso il largo prima, non puoi star tranquillo fino al fischio finale. Due domeniche fa, qualcuno insinuò che Cousins aveva lasciato troppo tempo a Stafford sul cronometro (1 minuto).

Stavolta che Bradford gli ha mollato 23" secondi e i Lions sono riusciti a trovare lo stesso un sistema per vincere.

Non una cosa a cui siamo abituati.

Per finire: alzi la mano chi pensava che i Lions fossero 5-4 prima del bye, nel pieno della corsa ai playoff.

La prossima settimana bye e ci voleva tutto.

Da i soliti Lions