Houston Texans Week #7 Recap: @ Denver Broncos

Nel Monday Night Football Brock Osweiler doveva giocare una partita ricca di tensione nel suo ex-stadio, contro la sua ex-squadra, i Denver Broncos. Possiamo dire che il ragazzo la pressione l’ha sentita eccome e la partita è presto diventata un incubo per lui e per la sua squadra.

I Texans perdono 9-27 contro i Broncos una partita combattuta veramente solo per tutto il primo quarto e parte del secondo. Addirittura ad inizio partita sono proprio gli ospiti a passare in vantaggio, ostacolando efficacemente l’attacco avversario. Poi, arrivati gli aggiustamenti necessari nell’attacco di Denver, è iniziato il declino per i Texans che non sono più riusciti a reagire in attacco e hanno sempre più subito in difesa.

Sulla partita in sè, in realtà, non c’è così tanto da dire: a parte il primo quarto i Broncos hanno gestito tranquillamente praticamente per tutta la partita e si sono rivelati, alla lunga, nettamente più forti dei texani.

OFFENSE

Partiamo subito dall’accusato N.1: Osweiler. Come già anticipato, l’ex QB di Denver è stato tempestato di fischi dal primo minuto in cui è sceso in campo e ha giocato una partita carica di pressione. Non è facile per nessuno giocare in situazioni simili, ma se giochi in NFL e prendi QUEI soldi non puoi permetterti di sbagliare lanci di 5/6 yards, verso receivers liberi e senza pressione addosso. Puoi sbagliare i long pass, magari lanciare pure un intercetto, ma non sbagliare i lanci più semplici. Osweiler, sicuramente anche a causa della pressione, praticamente non ne lancia una giusta e le cose migliori le fa scramblando (il che è tutto un dire). Il risultato è una totale inefficienza offensiva che non porta mai al TD e che permette ai Broncos di vincere in scioltezza.

Poco da dire riguardo ai WR, penalizzati proprio dalla prestazione di Osweiler che, non solo lancia palloni imprendibili, ma addirittura spesso lancia fuori dal campo. Hopkins, Fuller Fiedorowicz sono quelli che riescono a fare più di tutti, ma in ogni caso vengono schiacciati da una difesa 1^ in NFL che non ha bisogno nemmeno di impegnarsi troppo per fermare il passing game texano (che praticamente si ferma da solo).

Sicuramente, come forse ci si aspettava, il running game è l’arma più convincente dell’attacco texano, ma da qui a reputarlo soddisfacente ce ne passa. Lamar Miller praticamente è l’unico che ad inizio partita permette ai Texans di guadagnare yards e proprio grazie a lui arrivano i primi 2 field goal. Tuttavia anche lui inizia a stancarsi in fretta, mentre la difesa di Denver prende le misure e in poco tempo finisce per limitarlo facilmente. A questo punto ci pensa Alfred Blue a sostituire il compagno, ma nel complesso non si può certo dire che i 2 abbiano messo in seria difficoltà la difesa dei Broncos.

In tutto questo, paradossalmente, benino la OL che contro una grande difesa riesce comunque a creare spazi per le corse di Miller e concede a Osweiler il tempo necessario per tirare (che quest’ultimo spreca in qualsiasi modo).

DEFENSE

Diamo il giusto merito alla difesa texana perchè per tutto il primo quarto l’attacco di Denver se la vede davvero male. La D# di Houston infatti inizia benissimo e costringe sempre al punt l’attacco avversario, giocando divinamente sia in coverage che in pressure.

Tuttavia, quando il tuo attacco non segna punti e resta in campo così poco, è normale ci sia un immancabile calo in difesa; un calo che per i Texans però si è protratto fino alla fine della partita. In difesa i Texans giocano benissimo e non concedono nulla, poi dopo il primo TD concesso, anche la difesa molla e viene demolita dalle corse di C.J. Anderson, dalle play-fake e dai lanci precisi di Siemian.

Dare la colpa maggiore per la sconfitta alla difesa però sembra davvero esagerato e anzi, vedendo la partita è sembrato quasi che il calo della difesa sia dipeso proprio dalla frustrazione di non vedere mai segnare punti in attacco.

Sicuramente poi ci sono state anche in difesa delle sbavature, degli errori, ma chi forse può tornare a casa fiero di quello che ha fatto e senza niente da farsi recriminare è A.J. Bouye. In una secondaria disastrata infatti, il ragazzo non sbaglia una virgola e sembra non avere mai difficoltà anche contro i big-WR di Denver; gioca una partita di potenza ed è sempre al posto giusto. E forse lui il miglior uomo dei Texans in questa brutta sconfitta.

Cosa lascia questa sconfitta ai Texans?

Sicuramente è una conferma di quanto questa squadra sia ancora lontana dall’essere davvero una big contender. Ancora una volta contro una grande squadra O’Brien ha avuto davvero poco da fare e, come negli altri casi, il risultato è stato una mezza disfatta.

Ciò che c’è di positivo invece è che comunque i Texans si presentano all’ultima partita prima del bye contro i Lions, con 5 vittorie, dopo aver affrontato squadre molto toste e dopo aver vinto 2 scontri divisionali su 2. Una vittoria (non impossibile) contro i Lions, permetterebbe ai Texans di riposarsi sicuri comunque di un buon record di 5-3 e una seconda parte di calendario (apparentemente) più facile.

Passiamo oltre quindi perchè We Are Texans!