18 Giugno 1963: Bruce Smith, “The Sack Man”

Recordman della National Football League con 200 sacks in carriera, Bruce Bernard Smith, nato a Norfolk, Virginia, il 18 Giugno 1963, ha ampiamente onorato il nickname che gli è stato affibiato ai tempi della NCAA confermandosi un formidabile cacciatore di quarterback a livello professionistico, dove ha vestito le divise di Bills e Redskins.

Cresciuto nella città che gli ha dato i natali, ha ottenuto diversi riconoscimenti già nelle stagioni liceali, con la Booker T. Washington High School, prima di acettare la borsa di studio offertagli dalla locale Virginia Tech, università dove ha completato il suo processo di maturazione sia come uomo che come atleta.

Straordinario leader fuori e dentro il campo, Smith ha giocato quattro tornei eccezionali nel college football, totalizzando 71 tackles for loss e 46.0 sacks nel corso della carriera universitaria, conclusa con diversi record degli Hokies in bacheca e la vittoria del prestigioso Outland Trophy, premio consegnatogli come miglior lineman della nazione, al termine del suo senior year, nel 1984.

Trofei, riconoscimenti e statistiche che gli valsero la prima scelta assoluta al successivo Draft NFL, nel quale venne selezionato dai Buffalo Bills, franchigia a cui si legherà, a doppio filo, per buona parte della sua vita sportiva, iniziando un percorso che lo porterà a vestire la divisa della franchigia newyorkese per quindici, intense, stagioni.

Incubo delle linee offensive e dei quarterback avversari fin dalla sua rookie season, chusa con 48 placcaggi e 6.5 sacks, Smith diventa in poco tempo uno dei leader del reparto difensivo mettendo insieme numeri sempre più impressionanti che lo portano a centrare la prima convocazione al Pro Bowl due stagioni più tardi, nel 1987.

Stesso anno in cui, nel secondo dei suoi tredici tornei chiusi con almeno 10.0 sacks realizzati, vince il suo primo titolo come AFC Defensive Player of the Year, premio bissato dodici mesi più tardi, quando i Bills crescono ulteriormente e si preparano a vivere lo straordinario quadriennio che li condurrà a presenziare in ben 4 Super Bowl consecutivi.

Il primo di questi viaggi verso il Vince Lombrardi Trophy, che Buffalo non riuscirà mai ad alzare al cielo, vede Smith ergersi a protagonista assoluto, piazzando il career high di sacks messi a segno, 19.0, e conquistando, per la prima volta in carriera, il NFL Defensive Player of the Year Award.

Due le prestazioni che il prodotto di Virginia Tech ha consegnato ai libri di storia in quella stagione; la prima alla quattordicesima settimana di regular season, contro i Colts, quando inchioda al terreno il QB Jeff George per 4 volte in appena venti minuti di gioco. La seconda proprio nel match più importante dell’anno, nel quale cerca inutilmente di incidere sackando Jeff Hostetler in endzone, diventando il quinto giocatore di sempre a mettere a segno una safety in un Super Bowl.

Giocata che non basta ai Bills per aggiudicarselo, dando inizio ad una sorta di maledizione che li porterà a perdere, nell’appuntamento decisivo, per le successive tre season, due delle quali con Smith sempre presente in campo, pronto a fornire il suo prezioso contributo dopo aver saltato buona parte del 1991 per problemi al ginocchio.

Quattro volte in vetta alla AFC, della quale si laurea campione ininterrotamente dal 1990 al 1993, nel ’94 continua a confermarsi uno dei migliori giocatori della lega nonostante il ciclo di Buffalo volga ormai al termine, e conduca il team verso anni difficili, fino a raggiugere la clamorosa decisione presa cinque offseason più tardi, quando Smith venne messo alla porta e lasciato libero di cercarsi una nuova squadra.

Una scelta inattesa che però non coglie il defensive end impreparato, e sempre più deciso a tagliare il traguardo dei 200 sacks in carriera, trova un accordo contrattuale con i Washington Redskins, con i quali chiuderà la sua avventura nel football professionistico dopo tre stagioni.

In questo lasso di tempo, Smith confezionerà i 29.0 sacks necessari a raggiungere l’obiettivo che si era imposto, un record che dura ancora tutt’oggi e lo celebra come il più grande sacker di sempre; cornice del sack che vale un’intera carriera, il Giants Stadium, dove mette a terra il quarterback di casa Jesse Palmer, davanti a, circa, 80.000 persone, il 7 Dicembre 2003.

Pochi mesi più tardi, dopo essere stato rilasciato dalla franchigia della capitale il 24 Febbraio 2004, Bruce decide di appendere il casco al chiodo, per dedicarsi ad un nuova carriera, quella di designer d’hotel, che svolge con successo tutt’ora.

Inserito nella NFL Hall of Fame nel suo primo anno di eleggbilità, 2009, è membro dei All-Decade Team 1980s e 1990s, e prima ancora era già stato celebrato dalla NCAA, che lo aveva introdotto nella propria College Football HoF nel 2006.

Per molti, alla luce del fatto che i 200 sacks li ha messi a segno giocando in difese che utilizzavano lo schieramento base 3-4, decisamente non molto favorevole ai defensive end, Bruce Smith può considerarsi il miglior interprete del ruolo ad aver calcato i campi della NFL

Bruce Smith