NFL Draft 2017, Day 3: i migliori rimasti.

Manca ancora una notte, quattro round e centoquarantaquattro scelte alla fine del Draft 2017, e sono ancora diversi i potenziali steal disponibili sulla board, e molti quelli che potrebbero ambire ad avere successo in NFL nelle prossime stagioni, soprattutto se trovano il contesto giusto in cui emergere e il coaching staff adatto ad esaltare le loro capacità; di seguito, sempre divisi per ruolo, i giocatori che meritano una certa attenzione nel Day 3, l’ultimissima chiamata prima di cercare di staccare il  biglietto per il football professionistico firmando un contratto da undrafted freeagents.

QUARTERBACKS
Andato Kizer, Nathan Peterman rimane il miglior prospetto per la posizione, piuttosto preciso, dotato di un rapido rilascio, già abituato ad una pro-style offense e forse più mobile di quanto dicano i suoi numero, può diventare un solido starter a livello professionistico; subito dietro Brad Kaaya e Chad Kelly, già citati nel pezzo di ieri sui top prospects del Day 2, e Joshua Dobbs, alfiere di Tennessee che oltre a dimostrarsi un ottimo studente ha guidato l’attacco dei Volunteers nelle ultime stagioni, prima di sfruttare la postseason per lavorare sui fondamentali in vista del suo passaggio tra i professionisti. Fisicamente ben strutturato, dotato di un buon braccio e di una discreta mobilità, sembra possedere quella forza mentale necessaria per diventare un backup affidabile e svilupparsi, con il tempo, in un potenziale starter di livello.

RUNNINGBACKS
Tanti i runner che si sono accasati nella giornata di ieri, ma tra quelli rimasti a spasso c’è ancora qualche talento che merita certamente un’occasione per dimostrare il proprio valore al piano di sopra, a partire da Samaje Perine, power runningback che può dire la sua anche nei terzi down, dove sarebbe certamente utile come bloccatore e pass protector per il suo QB; versatili e veloci, in grado di dare probabilmente il loro meglio in un contesto che preveda l’utilizzo di due RB, Jeremy McNichols di Boise State, Jamal Williams di BYU, e Corey Clement di Wisconsin sono tra i nomi più gettonati di quelli rimasti a spasso. Sulla stessa linea Donnell Pumphrey di San Diego State, back piccolo ed esplosivo che paga forse troppo l’aver giocato in una Conference dove il livello degli avversari non è così elevato, ma che comunque, con la divisa degli Aztecs ha fatto intravedere alcune cose che potrebbero farlo rendere benissimo tra i Pro; alla ricerca di conferme tra i grandi anche Wayne Galliman di Clemson, forse uno dei tailback più sottovalutati della classe, al pari di Matthew Dayes di North Carolina State e T.J. Logan di North Carolina, due talenti piuttosto completi che hanno i numeri per diventare dei potenziali steal di questo Draft. I tanti palloni persi nell’ultima season NCAA invece stanno costando parecchio a due ragazzi che sembravano destinati ad essere chiamati abbastanza in alto, Marlon Mack di South Florida e Joe Williams di Utah, rivelatisi inaspettatamente dei fumble prone nel torneo 2016.

WIDE RECEIVERS
Rimane sulla board DeDe Westbrook che a questo punto, oltre a non essere stato considerato finora per la sua struttura fisica, troppo leggero, sta pagando lo scotto per alcuni suoi comportamenti criticabili fuori dal campo, e probabilmente molte franchigie faticano ad investire su di lui sapendo delle denunce di violenza domestica piovutegli addosso prima di vestire la divisa dei Sooners; con lui fuori dai giochi lo scettro di migliore se lo giocano Mack Hollins, ex walk-on di North Carolina che ha fisico e qualità per svilupparsi in un valido possession receiver, Josh Malone, che ha mostrato una certa abilità nell’allungare il campo con la maglia dei Volunteers, e Chad Hansen, transfer di Idaho che con California è cresciuto tantissimo diventando un route runner piuttosto pulito, tanto da essere considerato uno dei WR più disciplinati della classe. Per le squadre che sono invece alla ricerca di speedster da aprire in due le difese avversarie, occhi puntati sull’ex Baylor K.D. Cannon e sull’altro Tar Heel Ryan Switzer, returner eccezionale e dotato di ottime mani.

TIGHT ENDS
L’infortunio al ginocchio subito nella partita conclusiva della carriera universitaria ha fatto scendere un potenziale first round talent del calibro di Jake Butt fino al quarto round, e non è detto che in questa tornata di scelte trovi un team disposto a dargli fiducia, visto che la concorrenza nel ruolo rimane piuttosto elevata, con Bucky Hodges a giocare il classico ruolo del boom or bust della situazione, e Jordan Leggett ad impersonare il brutto anatroccolo che ha tutti i mezzi necessari per trasformarsi in un bellissimo cigno. Questi tre sono probabilmente sono tra i cinque migliori tight end rimasti in circolazione, un gruppo completato dall’ex Louisville Cole Hikutini e George Kittle, due potenziali diamanti grezzi da cui si può tirare fuori parecchio.

OFFENSIVE LINEMEN
Per il ruolo di guardia Dorian Johnson è un nome che non dovrebbe restare fuori dal Draft ancora per molto, grazie ad una tecnica di base ed un footwork che lo rendono un bloccatore eccellente sulle corse e potenzialmente un buon pass protector in prospettiva; Nico Siragusa è l’altro prospetto che merita una certa attenzione, da raffinare un po’ a livello tecnico ma certamente in grado di diventare un valido starter nel prossimo futuro e sulla carta superiore ad Isaac Asiata, ex Utah. Per la posizione di tackle invece Zac Banner è il primo della lista, veloce di piedi, abile run blocker, deve ancora crescere nella protezione sui passaggi e imparare a tenere sotto controllo il suo peso corporeo, da sempre un suo limite; sulla stessa linea in quanto a pass protection David Sharpe, OT da Florida che potrebbe trovare spazio all’interno tra i Pro come Adam Bisnowaty, teammate del già citato Johnson nei Panthers, e Jermaine Eluemunor, possente prodotto da Texas A&M che ha accumulato esperienza in entrambe i ruoli della linea durante la carriera universitaria.

DEFENSIVE LINEMEN
Come auspicato è ancora in attesa di chiamata Caleb Brantley, talento indiscusso e giocatore di buon livello che ha messo a rischio il suo futuro in NFL per le tante red flag che riguardano il suo comportamento fuori dal campo; più sicuro, sia per l’assenza di problemi off the field che per il rendimento in campo Carlos Watkins, instancabile lineman da Clemson che sopperisce con tecnica, grinta e volontà alla mancanza di fisicità richiesta dal ruolo. L’ex Tigers e Jaleel Johnson, valido run stuffer da Iowa, sono due prospetti in grado di fornire un contributo immediato al team che li selezionerà. Tra i defensive end, pochi quelli che offrono garanzie reali tra quelli rimasti in lizza, il duo di Arkansas composto da Jeremiah Ledbetter e Dietrich Wise, Noble Nwachukwu di West Virginia e Keionta Davis, giocatore fisico e dotato di un rapido primo passo che fa pensare possa svilupparsi in un valido pass rusher tra i professionisti.

LINEBACKERS
Guida il gurppo di outside Carl Lawson, EDGE, sceso così in basso a causa dell’infortunio e a questo punto meritevole certamente di una scommessa da parte di qualche franchigia, visto che il talento è di altissimo livello; il problematico Devonte Fields, cacciato da TCU e mai del tutto convincente a Louisville è un altro di quei boom or bust, decisamente più bust, che potrebbe strappare una chiamata nei prossimi giri, al pari di Vince Biegel, giocatore decisamente più “quadrato” che può contribuire fin da subito in NFL. All’interno Ben Gedeon è il giocatore da seguire con più attenzione, visto che nonostante qualche limitazione fisica ha letture, tecnica di placcaggio, e capacità in fase di copertura che lo rendono un LB abbastanza completo; l’ex Wolverine, Blair Brown, colpitore e special teamer che si è messo in mostra con la divisa di Ohio, Elijah Lee e Jordan Evans, rispettivamente top tackler di Kansas State e Oklahoma, possono ambire certamente ad una chiamata, una speranza decisamente più concreta di quella che anima Hardy Nickerson, Ben Boulware e Riley Bullough, più orientati a finire tra gli UFA dopo una carriera universitaria di tutto rispetto. Menzione a parte per Jalen Reeves-Maybin, OLB da Tennessee produttivo sia sulle corse che sui passaggi, crollato a causa di un brutto infortunio alla spalla.

CORNERBACKS
I brutti risultati accumulati alla combine hanno visto scendere inesorabilmente le sue quotazioni, ma non si può dimenticare che Desmond King è stato uno dei playmaker più eccezionali ammirati negli ultimi anni nel football universitario; qualche infortunio di troppo forse non lo ha fatto diventare quel top prospect che sembrava destinato ad essere, ma il suo valore è indubbio e può dare tantissimo a chi deciderà di selezionarlo; Demontae Kazee, dotato di un buon fiuto per la palla, e Marquez White, i due che offrono maggiori garanzie in coverage, mentre Corn Elder e Nate Hairston paiono quelli più validi a supportare la running defense. In prospettiva, occhi puntati anche su Howard Wilson di Houston, talento grezzo che offre ampi margini di miglioramento.

SAFETIES
Non è rimasto molto nel ruolo, soprattutto dopo le chiamate del secondo e terzo round, ma qualche prospetto interessante su cui scommettere c’è ancora, a partire da Lorenzo Jerome, talento della piccola St.Francis (Pennsylvania) che si è messo in bella mostra durante il Senior Bowl attirando diverse attenzioni da parte degli scout presenti; Rudy Ford di Auburn e Eddie Jackson di Alabama, entrambi provenienti dalla difficilissima SEC e ambedue piuttosto abili in copertura, sono gli altri due nomi da tenere sotto controllo,