NFL Draft Grades 2017: Tampa Bay Buccaneers

La tre giorni di Draft è volata via veloce ed ora è tempo di valutazioni sulle scelte delle varie franchigie, anche se i valori reali si vedranno solo tra 2-3 anni quando si avranno le prove sul campo della bontà delle scelte fatte.

I Tampa Bay Buccaneers si affacciavano al Draft con l’esigenza di allungare la coperta, in alcuni casi molto corta, in determinati ruoli della difesa , e con la volontà di rafforzare un roster che presentava già molti elementi validi.

La scelta al primo giro (19esima assoluta) di O.J. Howard va proprio nella direzione del rafforzamento della rosa; ormai da mesi presentato come il miglior Tight-end della classe di quest’anno; il prodotto di Alabama sarà un’arma in più per l’attacco guidato dal QB al terzo anno Jameis Winston. L’ormai ex allievo di Nick Saban si presenta come un ottimo target sia per i lanci sul medio corto che per quelli a lungo yardaggio, inoltre ha discrete doti di bloccatore nel gioco di corsa, doti che andranno affinate per farne un TE completo.

Sempre con l’intenzione di migliorare la qualità del roster, nel secondo e terzo giorno di scelte sono stati selezionati Chris Godwin (WR, Penn State) Jeremy McNichols (RB, Boise State). Godwin, è reduce da un Rose Bowl vissuto da protagonista (9 ricezioni, 187 yards e 2 TD; purtroppo non sono state sufficienti per la vittoria), una partita in cui ha fatto letteralmente impazzire la difesa avversaria (USC) confermando quanto già di buono aveva fatto durante la regular season. Il prodotto di Penn State è un ricevitore che ha fisico, ottime mani e buone movenze, inoltre è un buon route runner il che gli permette anche di riuscire ad allungare, spesso e volentieri, le maglie delle difese avversarie. Qualcuno lo vede come il “prossimo” Doug Baldwin, sicuramente è un’altra potenziale bocca da fuoco valida per l’attacco.

McNichols, proveniente da Boise State, scelto al quinto giro (162esima scelta assoluta); alla vigilia del terzo giorno di Draft era considerato uno dei talenti migliori rimasti nel suo ruolo, inoltre ricorda sia per fisico che per college di provenienza un altro corridore già a roster, Doug Martin, però con un arma in più delle ottime mani anche fuori dal backfield; un’arma che potrebbe renderlo una double treat micidiale.

Riguardo, invece, ai bisogni (needs) della difesa, sono stati pescati Justin Evans (S, Texas A&M), Kendall Beckwith (LB, LSU) e Stevie Tu’Ikolovatu (DT, USC). Evans, va a coprire il ruolo in cui la coperta era particolarmente corta; buon colpitore è un giocatore piuttosto completo che se la cava sia nelle coperture sul profondo che sulle corse.

Beckwith, rappresenta un’incognita in quanto è reduce dalla rottura del  legamento crociato del ginocchio, sofferta sul finire di stagione, anche se Jason Licht GM di Tampa ha avuto rassicurazioni sul suo stato di salute e si è detto più che soddisfatto di come sta procedendo il recupero del giocatore. Quanto alle sue caratteristiche , il prodotto di LSU rispecchia quasi totalmente il tipo di linebacker che ama il DC Mike Smith, quindi molto probabilmente lo vedremo gareggiare per il posto da titolare come strong side linebacker e anche in qualche rotazione come MLB (middle linebacker).

Infine è stato scelto Tu’Ikolovatu, possente defensive tackle  da USC, che difficilmente sarà un day-1 starter vista la presenza a roster di giocatori come Gerald McCoy, Clinton McDonald e il nuvo arrivato Chris Baker, ma potrebbe tornare molto utile nelle rotazioni difensive, soprattutto tenendo considerato che nonostante il suo fisico (185cm di altezza per 145kg) è dotato di una velocità fuori dalla norma; questa sua velocità potrebbe renderlo molto efficace contro le corse contro cui la difesa dei Bucs ha avuto non poche difficoltà la scorsa stagione. Altra nota di merito importante per l’ex USC è la nomina a MVP difensivo dell’ultimo Rose Bowl vinto contro Penn State.

In conclusione si può considerare una buona classe di draftees quella di quest’anno, un buon punto di partenza per una stagione a caccia di conferme.