We’re gonna grill some fish today!

Passato il turno di riposo ora la testa va alla partita che giocheremo in casa contro i Detroit Lions, domenica prossima. Prima però volevo scrivere due righe sulla partita di Londra. Lo so che è già passata più di una settimana ma questo non è il solito articolo di recap bensì un racconto. Per me è stata la prima partita di NFL vista dal vivo ed è stata un’esperienza incredibile.

Oltre ad aver avuto la fortuna di essere lì, dentro lo stadio e vedere giocare i nostri Saints che fino a quel momento avevo visto solo dentro allo schermo di un computer, la dea bendata mi ha concesso anche un momento speciale il giorno prima della partita. Durante la giornata di sabato, infatti, la NFL aveva organizzato un grande raduno per tutti i tifosi a Regent’s Street, chiusa al traffico e addobbata per l’occasione. Ci sono passato solamente nel tardo pomeriggio, quando tutti i giocatori erano già andati via.

Da Regent’s Street mi dirigo verso l’Hard Rock Cafè di Londra, pub del ritrovo ufficiale dei Miami Dolphins per recuperare un amico e tornare verso casa. Ci stiamo allontanando dal locale “del nemico” quando intravedo arrivare da una via laterale Thomas Morstead (e famiglia) che si avvicinano. In quel momento non ho nemmeno avuto il tempo di pensare e mi è uscito un “Hey Thomas, who dat!” spontaneo. Ricevere in risposta un bel “Who dat baby!” da Morstead è stato quasi surreale.

Il giorno della partita sono arrivato a Wembley presto, verso le 9 del mattino e già da subito si respirava un’aria che sapeva di grande occasione. Nonostante i tifosi dei Miami Dolphins fossero più numerosi e, in generale, fossero presenti tifosi di tutte le squadre (giuro che ho visto più di una persona con la maglia dei Cleveland Browns) vedere così tanti uomini, donne e bambini con le maglie dei nostri idoli (Brees, Colston, Thomas, Ingram, Jordan, Vaccaro, Morstead tra le più quotate) mi ha fatto sentire parte di qualcosa di più grande.

Vedere poi i tanti tifosi che da NOLA hanno viaggiato fino a Londra “solo” per una partita di regular season mi ha fatto capire quanto sia importante per il popolo della Louisiana questa squadra, quanto sia forte il legame tra la gente di New Orleans e la squadra che dal 1967 li rappresenta nella massima lega di football americano al mondo. Impossibile non citare il ragazzo che, fuori dallo stadio, ad ogni tifoso dei Dolphins che gli passava vicino urlava “We’re gonna grill some fish today!”, sbeffeggiandolo in tono scherzoso.

Una volta entrati allo stadio è diventato tutto vero. I giocatori, gli allenatori erano veramente tutti lì. Quello che correva su e giù nella sideline era veramente Sean Payton. Quello che prendeva gli snap e lanciava delle spirali perfette era veramente Andrew Christopher Brees. L’uomo che mi ha fatto innamorare del football americano era proprio lì davanti ai miei occhi. Wow.

Per quanto riguarda la partita in sé vi racconto solamente due cose. La prima: l’intercetto di Ken Crawley nella end zone è avvenuto sotto a dove ero seduto e ho cominciato ad urlare per almeno 10 secondi buoni, reazione molto italiana a quanto pare visto che i tre tedeschi dietro di me si sono limitati ad un misero “Yes!”. La seconda: se pensate che Michael Thomas sia forte vedendolo in TV vi assicuro che vi spaventerete se mai vi capiterà di vederlo giocare dal vivo. Senza parole.

Uno dei momenti più belli è arrivato dopo la partita quando sono riuscito a radunare tutti (o quasi) i tifosi dei Saints partiti dall’Italia per vedere la partita: ci siamo fatti una bella chiacchierata e abbiamo festeggiato insieme il 20-0 finale. Saremo anche (relativamente) pochi in Italia a seguire questa squadra ma siamo davvero un bel gruppo. Grazie a Marco, Enrico, Paolo, Pier, Michele e Lorenzo per aver condiviso con me questa esperienza! Who Dat!