Lions post draft: Mantenere la calma

Bob Quinn

Finito il draft, messi in fila i prospetti, smaltita la delusione per chi non è arrivato (Kareem, perché non sei qui?) e lieto per aver una volta in vita mia azzeccato un pick (e che pick!) è il caso di mettere in fila le usuali considerazioni (che poi, usuali… è il secondo anno). Iniziamo dalla cosa più importante:

Niente panico!

Davis e dirigenti

L’avvertimento dato dalla guida galattica per gli autostoppisti è oggi particolarmente pregnante. Se questo draft non sembra di primo acchito un home run, si è visto ben di peggio, anche senza fare confronti con altre realtà vicine.

Al massimo, si può rimproverare a Bob Quinn di non essere riuscito a coprire tutti i buchi nel roster ma questo può voler dire molto di più sulla qualità del roster, che su quella delle scelte.

Il buco più grande sembra essere quello di Defensive End: dopo un’annata davvero pessima e malgrado una classe particolarmente densa, Quinn si è degnato di sceglierne uno solo al sesto giro (ed è probabile che Ledbetter alla fine sia un Defensive tackle).

Per fortuna, si era preoccupato di uscire dall’angolo in precedenza firmando Cornelius Washinton e riportando Armonty Bryant. In più, chi lo sa, si potrebbe rivedere Devin Taylor, ancora a spasso dalla fine della stagione. Ma, in ogni caso, Quinn non sembrava molto preoccupato anche prima del draft quando definitiva la profondità della linea una risorsa. E diciamolo, far peggio del 2016 sarà dura.

Altro buco il Running Back. Anche qui un upgrade non avrebbe fatto schifo ma (in assenza di infortuni a raffica a là 2016) la sezione appare ben fornita. Adbullah pare recuperato, Riddick ha avuto un buon campionato (anche se non da corridore puro), Dwayne W. ha margine e Zenner resta affidabile, anche se non sarà mai una superstar.Qui più che mai il mercato dei FA ancora carico e un sacco di UDFA che scalpitano (un nome: Tion Green). Non sarà un gioco di corse da record ma con i miglioramenti alla linea potrebbe anche sorprendere piacevolmente.

Guardando al contrario da questa tornata sono arrivati almeno tre giocatori in grado di contribuire a vari livelli, il tutto facendo una stima al ribasso visto che, a mio avviso, potrebbero benissimo esser sei toccando ferro e non solo.

Non c’è prepararsi al disastro, tutto sommato.

I 53 giusti.

Golladay

C’è una frase detta da Bob Quinn subito prima del draft che mi era rimasta in testa: "Non si tratta dei migliori 53 ma dei 53 giusti".

Fin troppo spesso tifosi ed esperti stilano classifiche sui giocatori senza preoccuparsi di quanto gli stessi siano adatti ad uno specifico schema o una specifica situazione. Solo raramente qualcuno si prende la briga di scrivere un articolo su quale sarebbe la destinazione adatta ai vari prospetti e perché. Questo provoca un sacco di fraintesi e discussioni prima ma soprattutto dopo il draft, quando le scelte non collimano con le valutazioni e iniziando a parlare di reach o assegnando gradi a caso.

Questo perché non si scelgono giocatori come i pezzi di Madden ma vanno inseriti in contesti reali.

Per esempio, molti mock draft vedevano diversi ricevitori prima di Kenny Golladay. Perché portarsi in casa proprio lui?

I motivi ci sono: in primis, Golladay ha mani più grosse della media, quindi è meno soggetto a drop il che è maledettamente importante quando devi arpionare le fastball di Stafford. Sempre parlando di Stafford, il QB dei Lions tende a lanciare un po’ in alto quando i ricevitori sono in situazioni contestate. Un giocatore con il raggio di presa del buon Kenny fa comodo. Può essere che contribuisca già da subito ed in ogni caso aggiunge una nuova dimensione all’attacco rispetto allo scorso anno.

Stesso discorso si può fare per Michael Roberts, il gigantesco TE di Toledo. Perché preferirlo a Jake Butt o a George Kittle che avevano simili caratteristiche1? Ancora le mani, assurdamente grandi e sicure e l’immediata scintilla con il coaching staff.

Serviva di più un DE? Un RB?

Ma se il suddetto non era considerato abbastanza alto perché fuori schema o fuori contesto nel tabellone dei Lions non sarebbe stato quella una reach vera?

I Lions danno un sacco di valore ad avere un RB in grado di proteggere i passaggi e ne stavano puntando diversi tra il terzo ed il quarto giro, solo sono spariti tutti prima di arrivare al momento critico e il Front Office ha proseguito prima con trade down poi con il prossimo giocatore utile ad una posizione di necessità prendendo alla fine Reeves-Maybin e Michael Roberts che vanno a rimpolpare due sezioni decisamente deboli della rosa.

Idem per i DE, i Lions cercavano un DE con misurabili simili a Devin Taylor o al neo-arrivo Cornelius Washington ma con una maggiore costanza e talento. DE situazionali con poca massa erano fuori quadro o, tipo Tanoh Knapassagnon, non sembrano poter superare un certo limite. Meglio mantenere la calma, forse, e non scegliere un DE solo perché è un DE.

Quinn l’ha fatto e credo non abbia sbagliato in linea di principio. Poi il draft è sempre una lotteria e la migliore preparazione può andare a carte quarantotto in pochi minuti e una scelta che sembra pessimo può rivelarsi una miniera d’oro ma, di solito, preparazione e calma aiutano.

Don’t Teez me!

Tabor

Il caso limite sotto tutti i punti di vista per il discorso precedente è Teez Tabor.

Basta vedere come questa scelta abbia spaccato in due la platea dei commentatori per dire che il giudizio su questo draft si reggerà su Tabor.

Questo perché l’ex-Florida Gators ha una storia di gioco ottima che diverge molto con i tempi e le altre misure messe in mostra alla combine ed al proday. Non a caso, gli esperti di analitica e statistica, tipo Kent Lee Platte (dategli un’occhiata se avete tempo, è tifoso Lions e fanalist) detestano questo pick , mentre gli esperti di film come Alex Reno (di Pride of Detroit) lo adorano.

Quinn ha detto di essersi incuriosito dopo la combine e di aver visionato ore ed ore di filmati per sincerarsi delle cose ed alla fine a deciso di scegliere il filmato sul cronometro, prendendosi in prima persona la responsabilità della scelta fardi scudo coi pareri dei suoi scout.

Il tempo ci dirà se ha fatto bene2 ma quello che si vede in giro fa capire come mai il GM dei Lions abbia deciso di premere il grilletto: Teez Tabor sembra nato per giocare nelal difesa a zona di Teryl Austin, portando in dote una capacità rara di giocare nelle copertura e un fiuto notevole per la palla che potrebbe aiutare a generare turnover. E si vede anche un dirigente che non si nasconde dietro un dito.

Vedremo se TT riuscirà a scavalcare Newin Lawson nel corso dell’anno (la transizione per i CB spesso è difficoltosa) ma se non riesce a diventare uno starter il suo sarà l’ennesimo secondo giro buttato in toilette.

Per ora c’è da fare atto di fede nella capacità di Quinn di valutare un giocatore.

Un uomo di parola.

Quinn

Una cosa da notare è che Quinn si sta dimostrando una volta di più un uomo di parola.

Le sue dichiarazioni sembrano generiche ma, viste col senno del poi, danno molte informazioni.

Prendiamo le sue parole predraft: i Lions dovevano diventare più veloci in difesa.

Arrivano Jarrad Davis, Reeves-Maybin e Agnew.

Prima aveva dichiarato che mancavano i playmaker su entrambi i lati nella palla.

Arrivano un corner specializzato in intercetti, un ricevitore in grado di allungare il campo ed un TE che ha avuto il record ’16 per numero di TD.

Della sua opinione sulla linea difensiva abbiamo detto.

Che non ritenesse prioritario investire la mamma per un running back alla moda lo ricordiamo ora.

Non sempre le cose vanno lisce, certo: aveva anche detto che i CB erano una posizione profonda e poi ha aggiunto due pezzi, ma in generale, mi sembra di poter dire che quando Bob Quinn parla è bene prestare attenzione perché di rado si tratta di cortine fumogene.

Concludendo

Mike

So che non è il più sexy dei draft ma, alla fine del quarto giro, in diretta con Reeves-Maybin e Roberts appena arrivati mi si è materializzata in mente l’immagine di Austin e Cooter che si danno il cinque nella war room, dicendosi "questi sono proprio il tipo di giocatori che stavamo cercando".

Davvero, non preoccupatevi più del necessario.

Ci sono dei buchi certo, ma tutte le squadre non chiamate Patriots ne hanno3.

Tutto non poteva essere sistemato ma il roster è messo meglio di una settimana fa, con dei giocatori adatti al ruolo da occupare e con scelte che valorizzano chi è già a Roster (vedasi: Ebron, Eric. Vedasi anche: Whithead, Tahir) ed è questo l’importante.

Don’t panic!

(Da I soliti Lions).


  1. ovviamente confrontarlo con OJ Howard sarebbe una perdita di tempo visto il divario in investimento e potenziale.

  2. sgrat!

  3. Ovviamente sto scherzando. Anche i Patriots hanno dei buchi, solo che in campo non li trova nessuno.