L’illusione del Sistema

Ad una giornata dal termine della regular season le due squadre protagoniste del Super Bowl 50 sono entrambe fuori dai playoffs. In questa sede vorrei dare la mia interpretazione sul motivo di una clamorosa débâcle, da pochissimi preannunciata, ma i cui segnali si erano annusati dopo il primo mese di regular season.

Nonostante da tifoso dei Broncos da 25 anni circa abbia visto anche stagioni peggiori, (poche per fortuna), quella di quest’anno mi pare molto esemplificativa di un aspetto che in molti continuano incredibilmente a sottovalutare, forse perché il football è uno sport molto analitico e per questo si pensa di dare spiegazioni molto complicate ad avvenimenti che spesso non lo sono, o al contrario perché certe volte qualcuno pensa di poter dare giudizi tranchant e superficiali senza entrare nel merito del problema.

L’aspetto che molti appassionati, analisti, e perfino coach sottovalutano spesso, sia nel football, ma mi spingerei a dire anche in molti altri sport, è che il “Sistema” non potrà mai essere più importante degli interpreti che lo mettono in pratica.

Nella prima parte della mia analisi parlerò degli aspetti che hanno accomunato la stagione delle due finaliste dello scorso anno, mentre nella seconda mi addentrerò in maniera più specifica in quella dei Broncos, che per ovvi motivi, ho seguito con attenzione maggiore.

Il presupposto da cui partire è che le squadre di maggiore successo nella NFL, vengono, durante la off-season, letteralmente analizzate al microscopio, in una maniera maniacale di cui forse non tutti sono al corrente. Un team di 30 o a volte più persone passa settimane a riguardare tutti i filmati delle squadre vincenti per analizzare ogni gioco, ogni variazione, ogni tendenza, non solo a livello collettivo, ma anche dei singoli giocatori, per questo le squadre che rimangono vincenti a lungo nella NFL moderna sono quelle che hanno continuità dal punto di vista del personale, ma che mutano sistema di gioco nel corso degli anni. Il perfetto esempio sono i New England Patriots che con Bill Belichick hanno cambiato sistemi offensivi e difensivi in quantità industriale, riuscendo quasi sempre a sfruttare al meglio il personale a propria disposizione.

I Denver Broncos, il cui successo dello scorso anno è stato fortemente basato su una delle migliori difese della storia della NFL, nel corso della off-season hanno perso Malik Jackson DE titolare, andato a svernare in quel di Jacksonville in cambio di un contratto esorbitante, Danny Trevathan ILB titolare, David Bruton SS, primo cambio di Ward e Stewart, nonché capitano dello special team, per quanto riguarda la difesa. Da sottolineare inoltre che il DE Vance Walker, l’uomo che dava il cambio a Wolfe e Jackson e che doveva sostituire quest’ultimo nello starting lineup, e che già lo scorso anno era stato secondo Pro Football Focus il migliore difensore sulle corse della squadra, si è distrutto un ginocchio il secondo giorno di training camp.

In attacco Peyton Manning e il suo cambio Brock Osweiler (di cui per la verità non si sente la mancanza), Owen Daniels TE, Louis Vasquez e Evan Mathis, ovvero le due OG titolari, nonché Ryan Harris, OT titolare d’emergenza dello scorso anno.

Quando 8 dei 23-24 super titolari di attacco e difesa per vari motivi vengono meno è ovvio che la squadra abbia serissime probabilità di peggiorare. Ciò che a me sembra ovvio però non sembra altrettanto ovvio a coloro che credono ciecamente nel fatto che il Sistema possa rendere migliori gli interpreti, quando quasi sempre sono gli interpreti che rendono migliore il Sistema.

I Carolina Panthers hanno a loro volta pensato di liberarsi di uno dei migliori CB della NFL, Josh Norman, e di uno dei veterani più intelligenti e scaltri, come la SS Roman Harper, pensando che il Sistema avrebbe permesso a due rookie e ad un primo anno di sostituire, senza problemi, un All-Pro e un campione NFL (con i Saints). Di certo gli infortuni continui dei titolari della linea offensiva hanno contribuito a distruggere una squadra da 15-1 nella stagione precedente, ma questo non fa altro che confermare la mia tesi.

La stagione di Broncos e Panthers è accomunata dalla presunzione di chi ha pensato che pur cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non sarebbe cambiato; che il Sistema avrebbe limitato se non eliminato le evidenti lacune dei sostituti dei titolari dell’anno prima.

Addentrandomi più in particolare nella stagione dei Broncos c’è da sottolineare un aspetto imprescindibile. Gary Kubiak e il suo sistema offensivo, che oggi sembra la causa di tutti i mali, hanno mandato al Pro Bowl QB del risibile valore di Jake Plummer, Brian Griese, Matt Shaub e Jay Cutler e hanno fatto vivere ad un ottimo QB come Joe Flacco la miglior stagione della sua carriera. Senza parlare dei RB di scarsissimo valore, che molti dei lettori non avranno mai sentito nominare, che con Kubiak hanno prosperato: Mike Anderson, Olandis Gary, Tatum Bell, Reuben Droughns e come ultimo Justin Forsett, che prima di Kubiak non era altro che un tappabuchi con la valigia in mano e che improvvisamente si è ritrovato al Pro Bowl. Quindi possiamo affermare senza timore di smentita che la fiducia che Kubiak riponeva e ripone nel proprio Sistema non si basa sulle fantasie di un visionario, ma su 4 Super Bowl vinti e quindi sulla storia della NFL, di cui Kubiak, come coach, è un protagonista di primo livello dalla metà degli anni ’90.

Detto questo non si può nemmeno fare finta di ignorare due aspetti di capitale importanza che forse tutto il coaching staff non ha tenuto in debita considerazione.

Il primo è il livello fisico-atletico che i giocatori e in particolare i difensori nella NFL hanno raggiunto, il secondo è il cambiamento delle regole che ha escluso alcuni tipi di bloccaggio rendendoli illegali.

Dagli anni ’50 agli anni ’80 le dimensioni degli atleti sono cresciute in modo graduale avendo poi una clamorosa impennata dagli anni ’90 in poi, tuttavia la cosa più clamorosa che si nota è come anche i più giganteschi difensori abbiano capacità atletiche impensabili 15 o 20 anni fa.

Il famoso Zone Blocking Scheme che ha reso Kubiak e Shanahan celebri negli anni e che consentì per esempio alla linea offensiva dei Broncos durante il Super Bowl XXXII di dominare la linea difensiva dei Green Bay Packers, presupponeva blocchi in movimento e cut block possibili solo nel caso in cui gli interpreti avessero avuto grandi capacità atletiche ed eccezionale tecnica di bloccaggio. Il front four dei Packers, che era il più pesante della NFL e che sarebbe come dimensioni riproponibile anche ai nostri giorni, in quel Super Bowl fu distrutto da una linea offensiva che pesava in media 25 libbre in meno per giocatore, proprio perché seppure enormi e talentuosi i difensori dei Packers non avevano le capacità di resistenza atletica necessaria a reggere il tipo di bloccaggi che Kubiak proponeva. Perfino Reggie White, il più grande DE di tutti i tempi, fu un non fattore, perché costantemente raddoppiato in movimento. Il più pittoresco ma anche importante giocatore di quella linea, White escluso, era Gilbert Brown DT di 6ft 2in per 370 libbre. Un uomo praticamente inamovibile nei bloccaggi statici, fu letteralmente costretto a lasciare il campo per la fatica. Oggi un giocatore del genere potrebbe forse giocare come NT in modo saltuario, mentre abbiamo personaggi come Dontari Poe, che pesa 350 libbre ma, che dal punto di vista della mobilità e della resistenza, batterebbe chiunque tra i membri della linea offensiva di quei Broncos che pesavano una media di 287 libbre.

Tutto questo per dire che i bloccaggi in movimento a zona sono diventati molto meno efficaci oggi di quanto non lo fossero in quegli anni.

Inoltre a inizio stagione Kubiak ha ammesso a domanda precisa che 5 tipologie di gioco di corsa presenti nel playbook erano stati cancellati perché i bloccaggi presenti sono diventati illegali secondo le nuove regole applicate da quest’anno. È superfluo dire che se Kubiak ne ha ammessi 5 è probabile che in realtà siano molti di più.

Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che il futuro Hall of Famer Evan Mathis e il pluri Pro Bowler Louis Vasquez sono stati sostituiti dal mestierante Max Garcia e dal tackle fallito Michael Schoefield la frittata è fatta.

Analisi a parte la merita il QB. Lo scorso anno il declino fisico e gli infortuni di Peyton Manning hanno impattato la sua straordinaria abilità in modo impressionante, ma proprio questo ha creato un clamoroso doppio equivoco. Da una parte le vittorie arrivate nonostante i numerosi turnover hanno fatto pensare che questa difesa, per altro depotenziata come detto in precedenza, potesse far vincere qualsiasi attacco con qualsiasi QB, dall’altra l’inalterata straordinaria abilità di analisi delle difese di Manning e i suoi conseguenti audibles, decisivi già al suo rientro contro San Diego e nella cavalcata nei playoffs, hanno convinto il front office che potenziare o perlomeno mantenere una linea offensiva adeguata fosse superfluo. Per questo motivo Garcia, che comunque lo scorso anno ha giocato molto a causa degli acciacchi di Mathis e perfino Schoefield, autore di una stagione orrenda da tackle e quindi trasformato in guardia, sono stati considerati sufficienti per avere successo. I limiti di questa raffazzonata linea offensiva sono stati accentuati dalla pochezza di Trevor Siemian, un QB sotto la media al college, dotato di un braccio molto modesto, dalla scarsa abilità atletica, ma soprattutto dalla pessima pocket presence. Quest’ultima in particolare è il motivo per cui Russell Okung e Donald Stephenson, che certo non hanno brillato, sono sembrati molto peggio di quello che sono. La tendenza di Siemian ad arretrare troppo dopo lo snap, la sua totale incapacità di fare il cosiddetto step up nella tasca e la sua costanza nel tenere la palla in mano troppo tempo per altro senza selezionare le proprie opzioni ma restando sulla sua lettura primaria, hanno distrutto questo già poco talentuoso attacco. È impossibile sapere se Paxton Lynch sarà il futuro, di sicuro non c’è alcun dubbio che Siemian non lo sia.

Per chiudere è d’obbligo dire che la difesa, per quanto peggiorata nettamente contro le corse è stata realmente il solo motivo per cui Denver quest’anno ha vinto 8 partite, dato che i Broncos comandano la classifica di punti segnati da turnover con 110, mentre l’attacco è quart’ultimo in tempo di possesso e il secondo peggiore in 3 and outs.

Se i Broncos, o i Panthers, vogliono tornare protagonisti devono ovviamente acquisire giocatori di livello nelle zone dove hanno le maggiori lacune, ma soprattutto scordarsi che il Sistema possa supplire alla mancanza di talento nel roster.

[Carlo Scuri]