New York Jets: nuvoloso, ma forse schiarisce

Pro Football Talk ha rilasciato ieri il proprio power ranking e come squadra di apertura ha scelto i New York Jets, il che vuol dire che per loro è la peggior squadra della lega.

Questo, ovviamente, alla cieca perchè siamo ancora lontani un paio di settimane dai training camp e nonostante l’arrivo in offseason del cornerback da Dallas, Morris Claiborne. Difatti c’è stato una specie di esodo di massa di giocatori di talento seppur veterani, da Nick Mangold a Ryan Clady a Darrelle Revis a Erin Henderson a Brandon Marshall a David Harris a Eric Decker.

Todd Bowles, al suo terzo anno sulla sideline della Gang Green dopo aver lasciato gli incarichi da coordinatore difensivo a Phila prima e Arizona dopo, per molti sembra già destinato a finire nel tritacarne umano che rappresentano i Jets a livello di tecnici e giocatori.
Giocatori, a proposito: Josh McCown sarà utilizzato come titolare a ruolo di quarterback, nella speranza di trovare un luogo tranquillo dove svernare verso le 40 primavere, dopo aver girato oltre un terzo delle squadre NFL esistenti (11 per l’esattezza) e questi due aspetti del roster potrebbero in effetti far vedere molto grigio nella grande mela.
Tuttavia usciamo dalle questioni sollevate da PFT ed aggiungiamo qualche elemento di analisi come ad esempio gli altri quarterback a roster.

Hack e Bryce

Una nuova sitcom ambientata nella grande mela: due giovani quarterback stanno a sedere in un bar e osservano un quarantenne lanciare aspettando il loro turno, tra ricordi dei beati anni al college e dura realtà della NFL, il tutto con umorismo newyorkese.

Hackenberg a sinistra in piedi, Petty a destra.

Christian Hackenberg è quello che in molti a livello di media, vorrebbero vedere al più presto in campo data la spesa di un secondo giro al Draft 2016, Bryce Petty invece ha un anno di NFL in più alle spalle e nel casino dei Jets 2016 ha fatto 4 start con 3 TD e 7 intercetti, rimediando pure un season ending injury contro i Patriots.

Hackenberg porta sulle spalle un carico di hype che è stato amplificato dai problemi cronici nel ruolo a New York; Petty vuole riscattare lo scorcio di annata concessogli, quando la squadra già stava in brutte acque.
Pro Football Focus ci ricorda che McCown non ha brillato per il sito di statistica durante la maggior parte della sua carriera. Nelle quattro stagioni in qui è stato classificato tra i QB, è rimasto entro i primi 30 posizionati solo una volta. Il suo culmine di carriera è arrivato nel 2013 con i Bears, quando è stato il sesto miglior quarterback sostituendo Jay Cutler con una valutazione di 87,8 complessiva. Nell’ultima stagione di Hackenberg al college, peraltro, complice una annata così così di Penn State, si è classificato come 116mo QB della NCAA FBS con 62,9 in totale.
Un’unità con McCown (45,5 di valutazione nel 2016), Petty (43,2) e Hackenberg (che non ha mai messo piede in campo in NFL) temo abbia comunque di che lavorare, ma la competizione almeno dovrebbe fare da sprone.

La situazione starter a QB quindi sembra piuttosto fluida e non scontata, anche se il quarterback è un ruolo delicato e la crescita delle nuove leve va fatta nella maniera meno traumatica possibile (ecco diciamo che a Petty poteva andare anche meglio…).
A tal proposito il duo OC/QBCoach Gailey/Patullo è stato sostituito nel frattempo da John Morton (ex WR Coach dei Saints) e Jeremy Bates che non aveva assunto incarichi di coaching dal 2012 quando venne licenziato da Chicago all’arrivo di Marc Trestman.

Matt e ASJ

Dall’altra parte della palla ci sono le ultime cartucce di un Matt Forte scaricato da Chicago a febbraio dell’anno scorso pur avendo segnato comunque una stagione da oltre 1200 yard all purpose e 7 TD, e che si è confermato a 31 anni un bersaglio che può assicurare mille yard all’anno con chiunque passi (e di gente discutibile a lanciare ha qualche esperienza…).
Assieme a lui segnaliamo anche un TE che ha tradito le promesse ma che non può essere cerco considerato già al capolinea: Austin Saferian-Jenkins che partirà da week 3 per la sospensione comminatagli dalla NFL per abuso di sostanze.

“Mi sento come una persona diversa in campo e fuori dal campo”, ha detto Seferian-Jenkins. “La perdita di peso è stata straordinaria e sono veramente felice di avere l’opportunità di dimostrare che la fiducia dei Jets nei miei confronti è ben riposta. Sto cercando di lavorare ogni singolo giorno per la squadra come tutti gli altri”.

Al quarto anno dopo un biennio a Tampa Bay con alterne fortune (e un arresto per DUI con conseguente rilascio immediato) ha perso quasi 30 libbre nell’offseason nel tentativo di mantenersi in linea con le sue prerogative fisiche, dopo essere apparso solo in sette partite (due start) nella scorsa stagione. John Morton, OC come detto sopra, dovrebbe cercare maggiormente i TE per variare il gioco e non chiedere ai suoi ragazzi a QB cose folli in fondo al campo.
Seferian-Jenkins fa parte di un’unità che comprende Eric Tomlinson, Jason Vander Laan, Brian Parker e il #5 round del Draft 2017 Jordan Leggett. ASJ ha prevalentemente lavorato con la prima squadra nel minicamp e questo soprattutto grazie a una condizione che sembra decisamente diversa da quella 2016.

Due aspetti sicuramente positivi che potrebbero far cambiare idea chi mette i Jets 32mi su 32 squadre in NFL. Anche se le gare ufficiali sono ancora ben lontane…