Lions draft: Meet Jarrad Davis

Come già annunciato stamani con il 21° pick, i Lions hanno selezionato il LB dei Florida Gators, Jarrad Davis.

Davis ha 22 anni, è alto 6’1" (1,86m) e pesa 230p (108Kg). Davis ha giocato 23 partite da titolare per i Florida Gators con 20 TFL e 5,5 sack. Un solo intercetto all’attivo. Durante la sua stagione da Senior ha saltato 4 partite per un infortunio alla caviglia mentre il secondo anno era terminato prematuramente per un infortunio al menisco.

Per mettere subito le cose in chiaro, Davis è un signor giocatore: al riguardo, consiglio di servirsi di un primo giro di highlights.

Saltano subito agli occhi la capacità atletica di coprire da lato a lato del campo e l’abilità in copertura nel gioco di passaggi. In più, Davis ha il fisico necessario per essere un LB in NFL subito dal primo giorno. Con le difficoltà evidenti fin dallo scorso anno nel coprire TE e RB in mezzo al campo, Davis può dare una discreta mano specie perché ha giocato sia come Centrale (Mike) che sul lato debole (Will). Buon blitzer, ha mostrato anche di sapere puntare il QB e andare a caccia quando il momento è propizio.

La sua abilità in copertura e la sua versatilità potrebbero permettergli di giocare quest’anno sull’esterna per poi sostituire, nel caso, Tahir al centro come regista della difesa nel 2018 o oltre.

Tecnicamente il limite maggiore di Davis è la sua tendenza ad avanzare troppo prima del tackle, mentre fisicamente le preoccupazioni vengono dagli infortuni. Sul primo punto, queste tendenze sono abbastanza correggibili in mano al giusto staff (e la capacità di sviluppare i giocatori non pare una delle carenze di Caldwell), mentre per il secondo giova ricordare che i Lions si sono incontrati con il giocatore più volte (con relative visite medica). Ricordo anche che questo draft si distingueva per l’incertezza sullo stato di salute di molti giocatori.

Un altro punto dove il nostro non spicca è l’istinto e la capacità di diagnosticare una play prima che si materializzi, ma, permettetemi, è pure questione di esperienza.

Per concludere, Davis ha giocato negli special team in college e per questo Bob Quinn si è riferito a lui come ad un "four down player". Trascrizione completa qui della conferenza stampa qui.

Ho messo prima la parte tecnica perché tutti si stanno concentrando sull’aspetto caratteriale (in relazione a Ruben Foster, vedi sotto), sottolineando come Davis sia un giocatore senza grilli per il capo, che ama questo sport, si impegna al massimo, lavora duro, che non ha difficoltà a mettersi al servizio della squadra.

Lui stesso ha dichiarato subito che non esiterà a mettere davanti il bene del team rispetto ai suoi successi personali, tanto per gradire, e ottenuto reazioni molto positive dalla stampa di Detroit solo pochi minuti fa al primo incontro. Qui la trascrizione completa

Ma ricordate: Davis può giocare, non è lì per fare il chierichetto. E può farlo senza problemi.

Analisi

I discorsi sulle qualità di umane di Davis riecheggiano molto quello che Bob Quinn ha dichiarato dopo il draft.

"Non si tratta solo di vedere [il giocatore] la domenica, ma è anche uno che ti metti in casa, che deve contribuire alla comunità. Si prende il pacchetto completo".

Ma quest’aspetto non è slegato dalle prestazioni in campo, anzi: l’etica di Davis si traspone molto nel suo gioco. Se non fosse un buon giocatore, non sarebbe stato già da tre mesi tra i papabili per il primo giro.

In particolare, le sue caratteristiche di ottimo difensore contro il passaggio lo rendono ideale nello schema dei Lions.

Più di Ruben Foster?

Si, più di Foster a mio avviso.

Foster è fondamentalmente un Will linebacker prototipico, eccezionale nel suo ruolo mentre Davis è un giocatore, come detto ha il fisico per giocare sul lato debole ma il suo ruolo naturale (anche per una questione di intangibili) dovrebbe essere il centro, a dirigere la difesa.

Se ampliamo un attimo il discorso, vedremo che tutti i LB presenti nel roster hanno esperienza in posizioni multiple: di Davis abbiamo detto, Whitehead ha giocato in tutti e tre i ruoli, Worrylow sia Mike che Will mentre Antwione Williams era proiettato come un Sam (lato forte) ma ha giocato pure come Will. Ancora una volta, il discorso di Quinn di premiare giocatori flessibili torna in mente dopo un anno pieno.

Caldwell e Austin hanno a disposizione una selezione di giocatori che potranno essere combinati a seconda dei casi e delle necessità ed in grado di coprire. Se la nuova e ricostituita linea difensiva riuscirà a generare pressione, saranno buone cose.

Ma ricordiamoci: il draft è un colpo alla cieca. Dei giocatori presi al primo giro, solo una decina su trenta diventano meritano un secondo contratto. Un pick apparentemente sicuro può dimostrarsi una ciofeca mentre un giocatore apparentemente fuori posto e fuori ruolo può diventare una stella ma tuttavia avere un piano può aiutare a minimizzare i rischi. I Lions hanno spesso giocato d’azzardo con prospetti talentuosi ma forse inadatti (Non faccio nomi: leggetevi la lista dei draft fino al 2016, fate prima), confrontate altre mosse della notte (anche in division) e, per ora, l’impianto freddo e razionale di Quinn sembra più che reggere.

Io ringrazio la mia buona stella (ed il notturno fisiologico) per aver aver potuto vivere in diretta il draft e veder scelto quello che era il mio pick.

Cuor di tifoso.

(Da I soliti Lions).