Houston, abbiamo ben più di un problema. Texans Week 8 Preview @ Seattle

Sembra che a Houston quest’anno l’idea sia di vivere l’intera stagione in una continua marea di caos, rotture e problemi; a quanto pare la tranquillità non piace a nessuno. 

La famosa citazione “Houston, abbiamo un problema” andrebbe benissimo per descrivere la situazione, se non fosse che all’interno della squadra texana i problemi sono ben più di uno solo.

Non bastavano i tanti e gravi infortuni di questa prima parte di stagione, né lock-out finanziari da parte di giocatori viziati; ci si mette pure l’owner stesso a complicare le cose.
Proprio nella settimana in cui i Texans cercano di rimettere insieme i pezzi grazie al bye, recuperando qualche giocatore infortunato (Kevin Johnson fra tutti), firmandone altri per coprire i buchi (interessante l’arrivo di Jelani Jenkins) e reinserendo a roster attivo Duane Brown che ha sospeso il suo lock-out; la geniale mente di Bob McNair decide di mettere ancora un po’ di carne al fuoco facendo infuriare i giocatori (primi fra tutti Hopkins e Brown, appunto).

Per chi se lo fosse perso, McNair durante il meeting dei proprietari NFL riguardante la grande protesta in atto durante l’inno nazionale pre-partita, ha voluto ribadire i problemi che tale protesta sta portando alla lega, in termini economici, utilizzando la brillante frase “We can’t have the inmates running the prison”, letteralmente “non possiamo far condurre una prigione ai criminali”.
A poco sono servite le scuse successive e le spiegazioni dell’owner dei Texans, che ha affermato che il suo era solo un modo di dire e che non voleva dare del criminale a chi è parte di questa protesta; la realtà è che nell’era di Trump (che afferma che chi protesta dovrebbe essere licenziato), le parole di McNair pesano moltissimo e mostrano quanto davvero importi a molti della questione. Inutile dire che per McNair sono arrivate critiche e risposte da tutto il mondo sportivo, da ShermanDraymond Green, e che tutto ciò ha portato a una pessima situazione all’interno della squadra Texana, con Hopkins che non ha partecipato all’allenamento di ieri.

Concentrandoci prettamente sulla prossima partita comunque, nella quale i Texans voleranno a Seattle per la durissima sfida contro i Seahawks, tutti i giocatori attivi dovrebbero far parte del team, ma ciò non toglie che grazie all’uscita di McNair, ora l’aria a Houston si è fatta pesante, e proprio in un momento particolarmente delicato della stagione, dove ogni vittoria può fare la differenza.

Dopo tutta questa premessa sul come si presentano i Texans però, è il momento di parlare degli avversari e della partita che aspetta la squadra di O’Brien.

Con qualche pezzo recuperato e qualche nuovo inserimento, come già detto, i Texans tornano dalla bye week con due giocatori in più molto importanti: Kevin Johnson, che dovrebbe finalmente tornare sul campo, e Duane Brown, che ha terminato il suo lock-out (non certo per bontà ma perchè altrimenti la sua stagione si sarebbe conclusa) ma che rimane da verificare per quanto riguarda la condizione atletica. Non ci saranno invece Clark, Coyle Langdford, tra gli out per questa giornata.

Al di là dei problemi fuori dal campo, i Texans si presentano a Seattle con un attacco in crescita, come già detto nelle scorse settimane, che può contare sulle abilità del rookie QB Deshaun Watson, che sta stupendo tutta l’NFL e che è attualmente secondo in NFL per TD lanciati (15).
L’attacco texano ha segnato più di 30 punti in ognuna delle ultime 4 partite, ma questa volta di fronte ci sarà una difesa particolarmente solida e pericolosa.

Un punto chiave della partita sarà proprio questo: Watson dovrà fare i conti con la pressione avversaria e, allo stesso tempo, dovrà avere cura e attenzione nel liberarsi della palla, perchè ci saranno giocatori del calibro di Thomas, Sherman Chancellor ad attendere il giusto lancio per un intercetto.
Sulla carta questa potrebbe forse essere la sfida più dura di Watson fino ad oggi; molto dipenderà da lui, dalla sua mobilità, dalla sua calma e dalla velocità di ragionare, ma tantissimo dipenderà anche dalla OL, punto debole di questo attacco da inizio stagione, che sta leggermente migliorando.

Dall’altro lato le cose si somigliano un po’. Russell Wilson, per certi aspetti molto simile a Watson per abilità di movimento e lancio, non potrà certo contare su una protezione sicura da parte della propria linea che, un po’ come quella di Houston, non si contraddistigue per essere una delle migliori in NFL. I sack concessi sono 14, ma è un dato falsato dal numero di volte in cui lo stesso Wilson è uscito dalla tasca optando per uno scramble o evitando il sack con un rapido rilascio, anche e soprattutto grazie alla sua mobility.

È vero che nel front 7 i Texans hanno perso pezzi importantissimi e che quindi Wilson potrà giocare più serenamente senza ritrovarsi Watt e Mercilus contro, ma a giudicare dalla linea di Seattle, con Clowney, McKinney e gli altri, Houston è comunque in grado di poter mettere in difficoltà il qb avversario e dovrà fare di tutto per farlo.

Limitare Wilson, sia nei lanci che negli scramble sarà fondamentale perchè in realtà Seattle non gode di ricevitori immensiDoug Baldwin, Lockett, Richardson sono buoni reveiver, ma non sono immarcabili; Jimmy Graham ultimamente droppa tanto e sembra essere un altro giocatore rispetto a quello che prendeva ogni cosa arrivasse da Drew Brees.
Allo stesso modo, il running game di Seattle non è stato nulla di speciale fino ad ora o per lo meno nulla che possa spaventare una difesa in grado di fermare Kareem Hunt.

In breve quindi, è probabile che vedremo due situazioni speculari, da una parte e dall’altra, in cui qb simili sono chiamati a guidare il loro attacco, senza poter contare troppo sulla propria linea e contro difese solide e in grado di colpire (e anche segnare punti) in ogni momento. Purtroppo per i Texans, in queste situazioni speculari, senza Watt e Mercilus la difesa dei texani risulta essere inferiore a quella di Seattle, ma questa è la situazione.
Sarà comunque durissima portare a casa una vittoria contro questi avversari nell’assordante Century Link Field e sarà compito anche e soprattutto di O’Brien mantenere la squadra concentrata e unita fino alla fine, altrimenti non solo non arriverà la vittoria ma si rischia pure la figuraccia.

-Divi-