FA Lions e NFC North: Cercando l’identità

Che le squadre NFL si costruiscano attraverso il draft è un’affermazione condivisa e sicuramente fondata.

Del resto la storia della Lega è costellata da team che hanno vinto in marzo per poi trovarsi mestamente al palo in dicembre, nonché di direttori sportivi e allenatori melanconicamente ai giardinetti per aver troppo alzato l’asticella delle attese per un grosso nome o due.

Tuttavia è vero che sfruttando saggiamente il cap space, si possono coprire buchi del rostere trovarsi competitivi (vedasi i Broncos e i Falcons degli ultimi anni).

In più la scelta di chi tenere, chi inseguire, chi lasciar andare dice molto sulla direzione e sull’identità di una squadra.

Osserviamo un attimo la NFCN e vedremo squadre con approcci diversi non solo nelle firme ma proprio come filosofia.

I Packers, in particolare, hanno una filosofia riguardo alla FA assai poco aggressiva che si concentra sul rifirmare i propri giocatori (come Nick Perry). Quando ciò non è possibile (per esempio, quest’anno, con TJ Lang e Jared Cook) si cerca un rimpiazzo nei giorni successivi: al posto di Cook sono arrivati il fresco possessore di anello, Martellus Bennet1, più talentuoso e pure economico del suo predecessore e l’ex-Rams Lance Kendriks, che non ha mai avuto una situazione stabile dietro il centro..

Questo, ovviamente, se il sostituito non è già in famiglia come pare sia per Lang.

In ogni caso, pare che l’idea che il tempo passi anche per Aaron Rodgers pare inizi a farsi strada in quel del Wisconsin.

I Vikings, da parte loro, hanno cercato di imporsi come corazzata difensiva, sotto le attente cure di Mike Zimmer ma l’incapacità di trovare risposte in attacco, specie per quel che riguarda la linea si è fatta sentire pesantemente lo scorso anno. Matt Kalil non è mai riuscito a replicare la brillante stagione da Rookie (ed è partito alla volta di Carolina per ricongiungersi col fratello) e nessuno dei pick ai giri bassi del GM Rick Spielman si è sviluppato come desiderato. Quest’anno, quindi, lo stesso Spielmann ha provato a correre ai ripari in FA dovendo spendere palate di soldi per Riley Reiff e Mike Remmers, sicuramente due giocatori migliori dei predecessori ma non di primissima fascia pur essendo pagati come tali. Il tutto dopo che le prime scelte, rispettivamente Okung sulla sinistra e Wagner (vedi sotto) avevano deciso altrimenti.

La situazione che aspetta Sam Bradford è sicuramente migliorata e i Vikings hanno spazio nel cap ma la spesa di questi giorni potrebbe entrare in gioco quando si tratterà di estendere Xavier Rhodes o uno degli altri mille2 playmaker difensivi.

Veniamo ora ai Bears, l’altra squadra nella division che mira a diventare una defensive powerhouse e vincere le partite più grazie ai tre e fuori che seppellendo gli avversari sotto pile di punti.

Vista in quest’ottica, anche la scelta di Mike Glennon come Quarterback acquista senso. Certo, nessuno mi convincerà che sia superiore a Cutler ma ormai il rapporto tra quest’ultimo e la franchigia era irrimediabilmente liso3 e puntare su Glennon, ancora giovane e relativamente affidabile, consentirà a Ryan Pace di investire la terza scelta assoluta del 2017 in un altro difensore di Vaglia.

Per l’attacco, Glennon non potrà contare su Alshon Jeffries (scappato alle Eagles) e dovrà vedere come se la caverà il neoarrivo Kendall Wright.

In ogni caso, questo terzo anno dovrebbe essere quello della verità per il duo Fox/Pace, se resteranno ancora in cantina non ci saranno più infortuni che tengano e sarà il caso di valutare serenamente la loro posizione.

E veniamo ai Lions che hanno affrontato questa FA in un modo simile allo scorso anno, accaparrandosi un top nel ruolo per poi sembrar accontentarsi di una schiera si giocatori di posizione, relativamente giovani ed in cerca di una nuova opportunità, magari con una particolare predisposizione agli special team.

Ma in una svolta inaspettata, mentre si aspettavano gli ultimi fuochi i Lions sono riusciti a portare in blu e argento un altro pezzo grosso ed entrambi vanno a rafforzare un’unità specifica.

Infatti, Bob Quinn non ha esitato a sfruttare l’occasione per rafforzare l’identità che aveva iniziato a delineare con il draft: una squadra forte nelle trincee con un occhio di riguardo alla linea offensiva (e a Matthew Stafford dietro di essa).

E appena aperti i giochi, il General Manager dei Lions si è assicurati i servigi di Rick4 Wagner, che era concordemente ritenuto il migliore dei RT disponibili.

Quinn ha speso una cifra altissima rispetto al solito per un RT (9,5mln/anno, mentre i top gamma attuali prendono 6,5mln) ma bisogna considerare l’alternativa: la prima era di pagare Reiff una cifra simile, pur tenendolo fisso sulla destra (la sinistra è appannaggio di Taylor Decker). Ma le statistiche di Wagner (18° tackle per PFF) sarebbero decisamente migliori in quel ruolo.

Oppure si poteva prendere un tackle inferiore come Remmers, pagandolo quei sei milioni e lasciando accasare Wagner a Minnesota o Chicago.

Invece di accontentarsi, Quinn ha puntato al meglio, cercando di minimizzare l’impatto sul cap tramite una astuta stesura contrattuale da parte di Harriss.

La possibilità di ottenere un pick aggiuntivo il prossimo anno si è appena smaterializzata con l’arrivo odierno di TJ Lang, a sua volta il top tra le guardie disponibili. Lang, nativo del Michigan, ha optato per Detroit dopo un tour tra Detroit, Seattle e Green Bay, sicuramente aiutato dal lauto contratto (9milioni annui) presentatogli.

Lang sta recuperando da un infortunio ma vista l’asta a suon di bigliettoni, non credo ci sia molto da preoccuparsi per la sua salute.

Interessante è notare che il prezzo pagato dai Lions per acquisire questi due giocatori è lievemente inferiore a quanto avrebbero dovuto sborsare per tenersi stretti Reiff e Warford (9+9 contro 11+8).

Si aggiunga per finire l’arrivo del TE trentenne Darren Fells, specializzato nel bloccaggio ma anche bersaglio aggiuntivo in red zone, e la strategia pare sia quella di "costruire un muro", per citare l’allenatore dei Pistons Steve Van Gundy.

Un muro a protezione del #9 (magari sarà anche il clima culturale negli States di oggi).

Purtroppo la difesa è rimasta metaforicamente fuori al freddo: dopo il taglio di Levy e il congedo con disonore di una larga parte della linea di difesa, i rinforzi appena giunti sembrano quanto mai insufficienti.

Certo, restano ancora soldi in cassa, anche considerando il futuro rinnovo di Stafford, e qualche Free Agent di spessore resta in giro.

In più c’è il draft in vista, certo e si prevede un investimento in difesa.

Ma la prospettiva di arrivare al training camp con come veterano nel front seven DT Haloti Ngata con un anno di più, Khiry Thornton ed un comparto Linebacker composto da Tahir Whitehead e due special teamer non mi entusiasma.

Sicuramente Quinn si inventerà qualcosa ma per un po’ vi consiglio di non pensare alla difesa del 2014 Suh/Farley powered.

Recitate piuttosto il mantra "Decker,Glascow, Swanson, Lang, Wagner" e lenite le vostre paure.

Da I soliti Lions.


  1. che se restava nella AFC mi faceva più contento.

  2. detto con la voce dell’ingegner Cane.

  3. non per colpa di Cutler a mio avviso. La gestione della situazione da parte di John Fox è stata agghiacciante.

  4. Non Ricky, mi raccomando. Meglio Rick.