Divisional Recap: Minnesota Vikings VS New Orleans Saints

Stavolta è finita per davvero. Sembra un’affermazione troppo tragica ma è difficile non farsi assalire da un pessimismo cosmico di leopardiana memoria stamattina, la ferita è ancora troppo fresca per tutti i tifosi dei Saints. 29-24 il risultato finale che permette ai Minnesota Vikings di fare un altro passo verso un traguardo storico: giocare il Super Bowl nel proprio stadio. Una partita che finisce dritta dritta negli archivi come una delle più incredibili di sempre, sicuramente la più pazzesca di questa stagione. Finora.

Fare un riassunto per iscritto non renderebbe minimamente giustizia alle emozioni che una partita del genere ha fatto provare a tifosi e appassionati di football in generale. Detto ciò, un minimo di cronaca del versante Saints ci si prova a farla. Consiglio comunque ai lettori che non l’hanno vista in diretta di trovare qualche ora di tempo nei prossimi giorni perché non ne capitano troppo spesso di partite del genere.

Ieri i Saints sono scesi in campo con la divisa bianca e nera, metafora inconsapevole della partita che stavano per giocare. Il primo tempo, infatti, è stato buio totale per New Orleans: attacco paralizzato dalla velocità dei difensori in maglia viola, difesa che non riesce a creare pressione su Case Keenum concedendo yard sia per terra che via aria. Anche quando Brees e compagni sembrano dare dei segnali di vita, arrivano degli errori (pesano tanto i due intercetti di Drew Brees, ndr) che fanno nuovamente sprofondare i Saints nel baratro. E perché non chiudere in bellezza con un field goal sbagliato (era comunque difficile centrare i pali da 58 yard)? Si torna in spogliatoio sotto 17-0 ma i Saints non sono ancora pronti a gettare la spugna.

Nel terzo quarto il touchdown di Michael Thomas fa vedere la luce in fondo al tunnel per New Orleans che, complice un intercetto del rookie Marcus Williams, si rifà sotto con il secondo touchdown di Thomas ad inizio fourth quarter. Da qui in poi, la follia. Delle sequenze di football bellissime che hanno portato il punteggio sul 24-23 in favore di New Orleans con palla in mano a Case Keenum: 10 secondi rimasti e timeout sfumati, palla verso la sideline a Stefon Diggs che si ritrova incredibilmente da solo a correre verso la end zone dopo il placcaggio mancato da Williams. 61 yard, touchdown, game over.

Un errore pesantissimo quello del rookie che giusto poco prima aveva riportato in partita i Saints con il suo intercetto. Sta di fatto che incolpare solo lui per una sconfitta maturata soprattutto nei 59 minuti e 50 secondi di gioco precedenti sarebbe da sciocchi. New Orleans infatti si è scavata la fossa da sola nella prima mezz’ora di gioco, complici ovviamente le tantissime assenze (sia in attacco che in difesa i Saints hanno perso una decina abbondante di titolari), le penalità (97 yard regalate a Minnesota) e l’inesperienza di molti giocatori arrivati a questo punto della stagione.

Uscire così fa male e questa ferita ci metterà un bel po’ a rimarginarsi, ma una partita non definirà questa squadra. Quando riusciremo a guardare avanti, tra qualche giorno, vedremo una squadra che ha lottato fino alla fine (ehm, quasi), ha ribaltato una situazione in cui la maggior parte dei team sarebbe andata in panico e ha combattuto fino allo sfinimento contro una squadra più sana, più talentuosa e più forte. Chapeau per una stagione incredibile, ne parlerò in un altro articolo più avanti. Oggi intanto la chiudiamo qua, sperando che questo lunedì così amaro passi il più velocemente possibile.

P.S. oggi è il compleanno di un tale Andrew Christopher Brees che nell’intervista post partita ha dichiarato che da NOLA non vuole andarsene e vuole continuare a guidare questa squadra. Auguri, Breesus.