Bengals 2017: quick preview

Potrei scrivere per ore su quello che ci aspetta nel 2017, ma cercherò di essere breve. Se volete leggere  una presentazione del team completa vi consiglio gli ottimi pezzi di “Quel che passa lo sport” e “Huddle Magazine“. Io cercherò qui di darvi qualche spunto in più “dall’interno”.

Come siamo arrivati qui lo sappiamo, 5 anni ai playoff, squadra sempre più forte, poi nel 2015, quando veramente si poteva puntare al “grande ballo”, a metà dicembre un solo titolare out e poi contro Pittsburgh i disastrosi infortuni di Dalton e Eifert. Poi i playoff… altri infortuni, e come spesso ripeto, se anche avessimo vinto quella maledetta partita, le successive sarebbero state contro Patriots e Broncos, fuori casa, con mezza squadra out. Sì, quella sconfitta brucia ancora, e il 2016 in black-out non ha aiutato a dimenticare.

Ecco che arrivano le critiche su Dalton, che poi non sono critiche, a nessuno là fuori importa nulla dei Bengals, è solo per farsi quattro risate. E così Dalton passa dall’essere un candidato MVP, ma soprattutto il QB con il rating più alto del 2015 (fino all’infortunio, poi superato da Wilson nel finale) ad essere (di nuovo) “Il Problema” dei Bengals. Perché è più facile dire così. Poco importa che in campo si è in 11, si giochi in 53 e c’è una squadra di coach di cui non si conosce neanche il nome. Se i Bengals perdono è colpa di Dalton, se i Bengals vincono è merito della difesa. 41 sack sono tanti, troppi; non avere Eifert e Green per metà stagione e avere un gioco di corsa nullo hanno influito sulle prestazioni dell’attacco. I 9 TD di Jeremy Hill possono ingannare visto che ha corso a 2,9 di media (escludendo le due partite contro Cleveland), se sommiamo poi i 4 TD su corsa di Dalton ci rendiamo conto che il misero 18-8 (TD-INT) del rosso non gli rende giustizia.

Non fraintendetemi, Dalton ha dei limiti, di cui magari parleremo più avanti nel corso della stagione, ma negli ultimi 3-4 anni non è lui il problema. Ovvio, preferirei avere Rodgers o Brady, ma di come Dalton sia l’unica ipotesi ragionevole ne ho già parlato l’anno scorso.

Prendete Alex Smith, fino a 3 giorni fa tutti lo volevano dietro a un rookie, grezzo e impreciso -ma con un cannone al posto del braccio- e oggi invece sono tutti pronti a celebrarlo. Smith è sempre lo stesso, la differenza è che il resto della squadra funziona. Lo stesso vale per Matt Ryan, da “mezzo bidone finito” quando Atlanta andava male a MVP e quasi vincitore del Super Bowl. Si gioca in 53.

Tornando ai Bengals, i problemi principali sono due a mio parere: il primo è la continua promozione dal basso dei coordinatori che costantemente devono rimpiazzare chi fa carriera altrove (Joseph, Zimmer, Gruden, Jackson), siamo una fucina di allenatori che poi se ne vanno; il secondo sono gli infortuni, la division è durissima in questo e i Bengals sono molto spesso incapaci di rimediare all’infortunio di un titolare, tra i peggiori della lega. Poca elasticità all’adattare il gioco al personale, sviluppo dei giovani troppo lento, approccio generale troppo conservativo ecc…

In campo invece il punto debole è la linea d’attacco, molto solida fino a due stagioni fa, un punto interrogativo enorme quest’anno. 3 grossi investimenti al Draft, 2 primi e un secondo giro (Ogbuehi, A. Smith e J. Fisher) non hanno dato i loro frutti e le aspettative sono talmente basse che un record come quello dello scorso anno potrebbe ripetersi soltanto “per colpa loro”, nonostante il resto del roster sia d’alto livello. Il talento per stupire c’è, vedremo cosa Paul Alexander tirerà fuori dal cilindro.

Le armi offensive sono d’altro livello, AJ Green a muover la catena e Eifert a finalizzare in endzone sono una garanzia, devono solo rimanere interi. Come contorno LaFell  è un ottimo WR2, giocatore di possesso, Boyd nello slot, Ross sul profondo, sono tutti pericolosi in singola copertura.

Tra i RB abbiamo una novità, potremmo per la prima volta 3 RB di buon livello ruotare, stile Patriots per capirci. Con questa linea è fondamentale avere sempre giocatori freschi perché i tackle saranno da rompere, scordiamoci le praterie di Elliott.

La secondaria ha molta esperienza, 4 CB first rounder e 2 safety veterane con qualche problema di infortuni, nelle prime settimane non vedremo Shawn Williams a causa di un brutto infortunio al gomito. Fejedelem e Smith si giocheranno il posto, con il primo che sembra avvantaggiato.

Corpo dei LB rinnovato, di fianco a Burfict, Minter (da Arizona) è un buon upgrade rispetto al vecchio Maualuga e il sophomore Vigil invidia a Dansby soltanto l’esperienza. A completare le novità del front-7 ci sono 4 giocatori che teoricamente non saranno titolari in week 1 ma verosimilmente potrebbero diventerlo a breve: Andrew Billings, il DT da Baylor che ha saltato tutta la stagione da rookie; e i rookie Ryan Glasgow da Michigan, che è entrato nei 53 superando 2 quasi-veterani e gli edge rusher rookie Jordan Willis e Carl Lawson, a cui aggiungiamo Chris Smith (arrivato in FA dai Jaguars).

I Bengals sono in una situazione particolare: tutti i migliori giocatori (Dunlap, Atkins, Burfict, Kirkpatrick, le safety, Boling, Dalton, Green, Eifert e Bernard) hanno tra i 5 e gli 8 anni d’esperienza (Draft 2010-2013), i due Draft successivi non hanno fornito talento a sufficienza per rendere il roster d’altissimo livello: Dennard, Ogbuehi e Fisher hanno deluso. Buone speranze invece sembrano fornire i rookie di quest’anno, e alcuni giocatori al secondo anno (Jackson, Billings, Vigil e Fejedelem). In particolare quello che ha sorpreso in preseason è che molti rookie sembrano essere già pronti e potrebbero vincere la reticenza di Marvin Lewis nel far giocare i rookie. La sorpresa più grossa è stato Jordan WIllis, DE da Kansas State che sembra già pronto a mandare in pensione Michael Johnson. La sorpresa dei late round è stato invece Jordan Evans, LB da Oklahoma, sembrava destinato alla practice-squad, invece non solo è entrato a roster, ma potrebbe addirittura entrare nella rotazione dei LB, in particolare durante la sconfitta di Burfict.

Vista la facilità della schedule, anche un 11-5 (massimo 12-4) è possibile. Servirà un passo avanti della linea e un po’ di fortuna con gli infortuni, altrimenti anche il 5-11 è dietro l’angolo. Sconfitte previste: 2 vs Pittsburgh, 1 @Green Bay, 1 @Baltimore, 1 tra Minnesota, Detroit e Tennessee.