Draft 2017: cosa portano i nuovi Bolts

E così ci siamo lasciati alle spalle un altro draft, altri mock e altre speculazioni. Prima di addentrarci in quello che è a tutti gli effetti il periodo morto della NFL – tra il draft e i training camp – andiamo a vedere un attimo chi sono i nuovi Bolts scelti da Tom Telesco e il suo staff e cosa possono portare in dote alla squadra. Non darò voti, però: preferisco sia il campo, a tempo debito, a dare le sue valutazioni.

SALVATE IL SOLDATO RIVERS – Quest’anno Telesco ha operato con in mente il numero 17, con l’obiettivo di dargli un maggior numero di armi a disposizione, siano queste dei ricevitori che degli offensive linemen per proteggerlo, ed è una scelta assolutamente condivisibile. Rivers ha ancora tre stagioni prima dell’eventuale ritiro, e finché ci sarà lui, i Chargers hanno una, anche solo minima, speranza di essere rilevanti. Ecco spiegata innanzitutto la scelta di Mike Williams, wide receiver da Clemson, arrivato con la settima scelta assoluta. Personalmente, sono tiepido di fronte a questa chiamata; un po’ perchè avrei preferito Corey Davis (però già preso due scelte prima dai Titans), un po’ perchè la classe di WR di quest’anno era parecchio profonda, e si poteva aspettare un po’ per scegliere giocatori comunque validi, ma tant’è.
Williams (194 cm per 98 chili) è un vero playmaker, da oltre 2700 yard e 21 TD in quattro anni di college (tre, in teoria, visto che il terzo anno lo ha passato in infermeria per un serio problema al collo). É un ricevitore dalla stazza imponente ed estremamente atletico, che domina gli avversari con il fisico. Non è un route runner molto vario: in genere corre solo slant e comeback ma lo fa molto bene, sfruttando quindi la sua abilità nel ricevere i cosiddetti backshouder throws, i lanci alle spalle del ricevitore e, di conseguenza, difficilmente intercettabili. Va detto però che non ha un grande velocità di piedi, e quindi fatica a creare separazione alla LOS: tutto quello che fa di buono da questo punto di vista gli riesce grazie al modo in cui si separa dal marcatore alla fine della traccia (si veda la seconda GIF, con il CB che finisce sui pattini per colpa della sterzata di Williams)

 

 

É, come detto, un grande atleta, capace di ricezioni contestate sui palloni “50/50”: Rivers apprezzerà sicuramente un giocatore in grado di prendersi palloni del genere, che manca nell’attacco dei Chargers dai tempi di Vincent Jackson.

 

É inoltre un bloccante volenteroso. Quel che mi rende perplesso, però, sta nel fatto che dominare fisicamente al college è una cosa, farlo in NFL un’altra. Non vorrei che al piano di sopra diventasse solamente un giocatore normale, non potendo far più valere il suo strapotere fisico contro avversari altrettanto grossi ed atletici: con la settima scelta assoluta si pretenderebbe di più.

Molto, molto bene le due guardie arrivate al secondo e terzo giro, cioè Forrest Lamp da Western Kentucky e Dan Feeney da Indiana. Sono entrambi giocatori solidissimi e molto aggressivi, che sigillano i blocchi fino alla fine dell’azione, e sono due atleti sopra la media. Esempio: Lamp (qui LT) che sposta letteralmente in difensore via dall’azione creando un varco per il running back.

 

Lamp è anche molto versatile, potendo giocare sia da guardia che da centro. Al college ha giocato anche come tackle, ma dubito fortemente che lo vedremo in questa posizione in NFL: vero che ha un buon footwork, ma non così buono per tenere testa agli edge rusher NFL.
Feeney è nettamente una delle migliori guardie di questa classe in pass blocking: solo 2 (!) sack concessi durante la sua carriera collegiale.
Al sesto giro è arrivato anche Sam Tevi, swing tackle (cioè può giocare sia a destra che a sinistra) da Utah. É ancora un prospetto piuttosto grezzo, avendo iniziato la propria carriera collegiale come DT nel 2013 ed essere stato successivamente convertito come tackle. Il fatto che nel giro di poco tempo sia diventato un prospetto da NFL, comunque, depone a suo favore: lo vedremo probabilmente in practice squad.

ADDAE SPOSTATI – La posizione di safety non è tenuta in grande conto da parte di Telesco, e si è visto sia negli ultimi draft da lui presieduti, sia durante la free agency. Quest’anno, però, sono arrivati due nuovi giocatori in questo ruolo: Rayshawn Jenkins (quarto giro) da Miami, e Desmond King (quinto) da Iowa, due giocatori con caratteristiche differenti.
Sono onesto, la scelta di Jenkins mi sembra un reach, una scommessa bella grossa, diciamo, a quel punto del draft: probabilmente sarebbe stato disponibile anche più avanti. Dal film, si vede un giocatore molto fisico e istintivo ma poco cerebrale. Al college ha messo assieme buonissime statistiche: 201 tackle e 9 intercetti in 4 anni, ma anche 15 passaggi deviati. Sa certamente farsi trovare vicino al pallone quando serve, ed è un buon placcatore nei pressi della LOS (può essere anche utilizzato come blitzer dal backfield). Ha buona reattività e capacità di chiudere gli spazi, ma diventa molto meno preciso quando si tratta di placcare in campo aperto, specie un ricevitore. Una GIF che sintetizza che tipo di giocatore sia Jenkins credo sia questa: è quello che arriva come un treno per placcare, finendo però per abbracciare l’avversario, più che altro.

In sostanza, mi sembra un sosia di Jahleel Addae: molto aggressivo, a volte troppo, ma poco concreto. DJ Swaeringer potrebbe essere il suo best case scenario.

Desmond King, invece, è una sorta di ibrido, e l’ho notato quando l’account ufficiale dei Chargers ha presentato la sua scelta. Nella didascalia era indicato come safety, nella foto come cornerback. King ha un curriculum notevole: due volte All-American, vincitore del Jim Thorpe Award come miglior cornerback della stagione (nel 2015) e finalista al Walter Camp Player of the Year. Ad Iowa giocava prevalentemente come CB esterno, ma non ha la stazza ideale (non arriva ai 180 cm) né tantomeno la velocità per correre uno-contro-uno coi migliori ricevitori avversari. Sa però sempre trovarsi al centro dell’azione, ha buonissime letture (14 intercetti in quattro anni), sa farsi valere fisicamente sulle tracce corte ed è un solidissimo tackler nei pressi della LOS. É insomma un ottimo candidato per diventare lo slot corner nella difesa di Gus Bradley.
All’ultimo giro del draft è arrivato infine l’edge rusher Isaac Rochelle, capitano della difesa di Notre Dame. Ciò che colpisce di lui è la sua affidabilità: ha giocato l’83% degli snap difensivi nella sua carriera collegiale: non poco, soprattutto visto quanto gli infortuni hanno pesato sui Chargers nelle ultime stagioni.