Chargers Week 5 Recap – L’epifania di Joey Bosa

Alla lista dei modi assurdi in cui perdere una partita di football, l’hold mancato del punter Drew Kaser (rookie, autore anche di un orrido punt da 16 yard che ha permesso ai padroni di casa di iniziare l’azione sulle 32 di San Diego e di concluderla con un TD) rappresenta una novità. Di cui avremmo fatto a meno, ma tant’è.
Non vi dico neanche che i Chargers hanno giocato una partita egregia, sia in attacco che in difesa, ed è questa la cosa positiva, considerando 1) le assenze e 2) l’avversario temibile (terzo in DVOA). Ecco le mie solite considerazioni sparse: al man of the hour dedicherò spazio più tardi (oltre che il titolo del pezzo, come avrete già notato).

TROPPE FORZATURE, POCHE CORSE – Anche l’attacco di San Diego è notevolmente sopra la media – 12esimo in DVOA – nonostante tutte le assenze. Il gameplan di questa partita mi è piaciuto pochino, però. Travis Benjamin offre una nuova dimensione all’attacco, totalmente verticale, ed è una big play istantanea, sia per la velocità sul lungo, sia per l’abilità di cambiare marcia e superare il diretto marcatore con una finta. I Chargers sono sesti come big play % in stagione, soprattutto frutto di Benjamin, come detto, o anche Hunter Henry, di cui parleremo in seguito. Domenica però, Rivers ha cercato il guadagno consistente per varie volte, due di queste hanno portato a due intercetti. Nel primo caso, il lancio è uscito leggermente più corto, ed è stato preda di Sean Smith. Il secondo invece è stato forzato in double coverage, decisamente un lancio non da Rivers, non tanto per l’accuratezza dello stesso, quanto per la decisione estremamente rivedibile. Il più classico dink and dunk, forse, avrebbe giovato maggiormente all’attacco, mantenendolo in ritmo più a lungo, e avrebbe dato più respiro alla difesa, ma anche di questo parleremo dopo. Gordon ha fatto una buona prestazione, ma c’è sempre l’idea che non venga cavalcato abbastanza. Rispetto alle gare contro Indianapolis e New Orleans è apparso più sicuro dietro la linea, e in generale sta continuando a crescere, sia come letture che come aggressività: le yard a portata sono pressoché identiche a quelle dello scorso anno (3.4), ma su 16 partite, continuando di questo passo, arriverebbe a quasi 1000 yard corse. Migliorano anche le sue cifre nel passing game, grazie ad un maggior coinvolgimento, e si sta rivelando un bloccante decisamente capace, non facendo sentire troppo la mancanza di Woodhead. Peccato per il secondo fumble consecutivo che ha macchiato la sua personale prestazione. Detto di Benjamin, che sta beneficiando del fatto di poter giocare finalmente per un QB di livello, ci sono anche 117 yard per Tyrell Williams con un TD, molto cercato da Rivers sia sul lungo – per lui una ricezione da 50 yard e il TD da 29 – ma anche sui terzi down, dove svolge il ruolo che era di Allen, con le slant per guadagni ridotti ma sicuri. Anche Hunter Henry, rookie TE da Arkansas, si sta ritagliando uno spazio importante al posto di Antonio Gates, ancora a mezzo servizio per un problema all’adduttore. Per lui 3 ricezioni per 74 yard e una meta. La sua abilità after the catch – unita alla capacità di correre tracce corte per guadagni facili – si sta rivelando preziosa, come testimonia la corsa da 59 yard che ha apparecchiato la tavola per il TD di Melvin Gordon. Peccato per le tante palle perse, che hanno macchiato l’ennesima ottima prestazione di Rivers (21/30 per 359 yard, 4 TD ma anche 2 INT). La o-line ha continuato la sua solida stagione, e le uniche grane della giornata sono arrivate – neanche a dirlo – dalla parte destra della linea dove Chris Hairston ha dovuto sostituire l’infortunato Joe Barksdale come RT.

FINALMENTE BOSA – La prestazione della difesa è stata senza dubbio inattesa, specie visto l’avversario. Oakland, che ha ottime cifre in redzone – 78% stagionale di conversione nelle ultime 20 yard – ha visto la propria percentuale calare al 33. L’unico drive in cui Carr ha avuto vita facile, grazie ad un gioco di passaggi più corto e ad una serie di corse più fruttuose (nel complesso, 25 portate per 89 yard concesse, più o meno in linea con la media stagionale dei Chargers); per il resto, il QB dei Raiders è stato tenuto sotto pressione per buona parte della partita. I blitz di Jatavis Brown sono una delle cause – il primo ha portato all’intercetto di Mebane, l’altra corrisponde al nome di Joey Bosa. L’ex Ohio State ha debuttato in maniera egregia con 5 tackle, di cui 3 for loss, due sack e 2 QB hurries, il tutto giocando solamente nel 38% degli snap difensivi. Bosa è stato impiegato come DE e OLB, sia a destra che a sinistra, riuscendo ad avere successo in più di una circostanza contro un buonissimo giocatore come Donald Penn. Il numero 99 ha messo in mostra le sue qualità, cioè ottimo uso delle mani, un motore che non si ferma mai, impatto contro le corse e atletismo nel girare l’angolo in pass rush.

In queste gif vediamo esempi di come Bosa non smetta mai di cercare la giocata finché l’azione non termina, sia con il sack ai danni di Carr

sia con un tackle in campo aperto. Questa azione in particolare fa ben sperare; qui non riesce a raggiungere Carr in pass rush, ma la sua azione non è finita. Corre dietro ad Amari Cooper e lo placca prima che il talentuoso ricevitore guadagni altro terreno: in pratica, fa cose che non sono strettamente comprese nel suo contratto, diciamo così.

Qui invece vediamo la tecnica per liberarsi dal blocco di Penn ed entrare nel backfield avversario per un TFL.

D’accordo, è solo una partita, ma l’impatto avuto da Bosa, specie pensando ai pochi allenamenti assimilati, è stato notevole.
Per il resto, la secondaria ha concesso parecchio, ma è inevitabile pensando alla presenza in campo dei vari Steve Williams e Craig Mager, per giunta contro un tandem di ricevitori di primo livello come Cooper e Crabtree. Hayward ha fatto il suo contro Crabtree, tenuto a bada per gran parte della partita, mentre l’ex Alabama dall’altra parte ci ha messo un po’ per entrare in ritmo, finendo però con 6 ricezioni per 138 yard e una meta. Purtroppo era impensabile venire via da Oakland senza venire bruciati in coverage; Pagano ha risposto piazzando una safety alta per aiutare Hayward e Williams raddoppiando al bisogno, ma con scarsi risultati.
L’orrida partita del rookie punter Drew Kaser ha fatto il resto, tra il punt – il più brutto che io abbia mai visto – da 16 yard che ha consegnato il nostro fianco ai Raiders, di lì a poco entrati in endzone per il momentaneo +10, e il mancato hold, che ha chiuso di fatto il match.
É già la terza partita di fila che perdiamo senza poterci lamentare del coaching, ma dovendo incolpare solo gli errori critici di questo o quel giocatore (la scelta di McCoy del field goal per pareggiare sul 4&1 ci può stare, anche se tutti vorremmo vedere la squadra tentare di giocarsi a mano qualunque quarto down).
Chissà che modo assurdo escogiteremo per perdere la partita contro Denver nel Thursday Night! O magari la differenza tra le due squadre emergerà netta, e finirà per essere una partita scontata, una vittoria scontata per gli ospiti. Francamente non so cosa preferire: chiedere una vittoria, infatti, mi sembrerebbe decisamente troppo.