NFL Draft 2017, Day 2: i migliori rimasti.

Tanti i talenti rimasti ancora senza squadra dopo il primo round di scelte andato in scena la notte scorsa, e alcuni di questi rischiano seriamente di fare le fortune delle squadre che riusciranno ad accaparrarseli tra il secondo e il terzo giro, ultima spiaggia per i potenziali top prospect della classe che hanno vissuto con il groppo in gola le trentadue chiamate dal palco di Roger Godell e sperano di leggere il loro nome sul tabellone questa sera, per raggiungere la famigerata terra promessa con solo qualche ora di ritardo rispetto ai colleghi più quotati.

QUARTERBACKS
Il primo della lista è DeShone Kizer, da molti scout considerato il QB con più margine di crescita della classe, dotato di un rilascio rapido e di un buon braccio, se trova il coach e il contesto giusti può diventare un valido starter a livello professionistico, anche alla luce di quello che è riuscito a fare a Notre Dame, dove non ha mai potuto contare su un cast di supporto adeguato; più pronto a livello tecnico e mentale Nathan Peterman, talento da Pittsburgh che a differenza di molti suoi colleghi parte avantaggiato per aver giocato una pro-style offense già a livello universitario, e, nonostante le carenze mostrate a livello atletico, è in grado di dire la sua muovendosi adeguatamente nella tasca e sfruttando il suo lancio piuttosto preciso. L’ex Hurricans Brad Kaaya, talentuoso, intelligente, dotato di una buona conoscenza del gioco ma decisamente acerbo per il palcoscenico NFL e il problematico Chad Kelly, giocatore eccezionale che ha cancellato le buonissime cose fatte sul campo con comportamenti alquanto criticabili al di fuori dello stesso, sono gli altri due nomi da tenere assolutamente in considerazione.

RUNNINGBACKS
Il grande deluso della prima giornata di scelte Dalvin Cook spera in cuor suo di ripercorrere le gesta di Maurice Jones-Drew, bypassato da parecchi team prima di essere chiamato alla sessantesima pick assoluta dai Jaguars e diventato già protagonista a Jacksonville nel suo primo anno da professionista; elusivo, imprendibile quando effettua i tagli e i cambi di direzione, si è rivelato anche una valida opzione fuori dal backfield, ma una combine non proprio positiva e alcuni infortuni alla spalla patiti durante al liceo hanno provocato una discesa repentina di quello che è senza dubbio il RB numero 3 di questa classe. Problemi off the field che hanno fatto crollare  anche le quotazioni di Alvin Kamara, riciclatosi ottimamente a Tennessee dopo aver fallito a Tuscaloosa, e Joe Mixon, due RB che nel corso delle rispettive carriere universitarie hanno dimostrato di godere di una buona versatilità che gli permette di produrre discretamente anche nelle situazioni di passaggio, dove sembra trovarsi parecchio a suo agio Curtis Samuel, prodotto di Ohio State che diversi scout hanno paragonato ad un certo Percy Harvin. La qualità di questa classe di runningback è però davvero elevatissima, e oltre a questi quattro ce ne sono altrettanti, se non di più, che possono ambire ad una chiamata nei prossimi due giri, dal Longhorn Dont’a Foreman fino al fresco campione nazionale Wayne Galliman, passando per i vari Jeremy McNichols, Marlon Mack, Kareem Hunt, Brian Hill, Joe Williams, James Conner e Samaje Perine, runner fisico e potente che è stato teammate di Mixon nei Sooners.

WIDE RECEIVERS
Non è ancora affinato come route runner ma Ju-Ju Smith-Schuster è sicuramente il miglior talento rimasto sulla board, merito anche del suo fisico, dell’impegno che ha sempre mostrato sul campo, e di quella competitività che gli ha permesso di far sue le palle più combattute, trasformando in ricezioni palloni che sembravano destinati a cadere incompleti o finire nelle mani dei difensori avversari; i piccoli e veloci ArDarius Stewart e Dede Westbrook, entrambi dotati di ottime mani potrebbero fare le fortune dei team che cercano uno slot receiver in grado di produrre con continuità, mentre per le franchigie che vogliono mettere le mani su un WR in grado di ambire anche a diventare il go-to-guy del proprio quarterback possono orientare le loro attenzioni su Zay Jones, prospetto da East Carolina che dopo aver settato il nuovo record universitario con 1,746 yards ricevute, 8 TD realizzati, lo scorso anno, ha intenzione di concedere il bis in NFL, diventando uno degli interpreti più prolifici del ruolo.

TIGHT ENDS
Le avversarie affrontate da South Alabama in stagione non sono riuscite a quantificare la reale forza di Gerald Everett, potenzialmente il miglior TE ricevitore rimasto in questo Draft, che per movenze e tecnica ricorda alcuni dei protagonisti attuali della NFL, ma che non sembra possedere la disciplina necessaria per imporsi fin da subito tra i professionisti; una bella scommessa, al pari di Adam Shaheen, prodotto di Hasland che si è fatto notare parecchio nelle tappe di avvicinamento al Draft, ma per chi ama andare più sul sicuro sono altri i nomi da chiamare, ovvero quelli di Bucky Hodges, produttivo tight end da Virginia Tech, e Jake Butt, una garanzia con la divisa di Michigan sul medio-corto yardaggio.

OFFENSIVE LINEMEN
Senza ombra di dubbio Forrest Lamp è il nome più caldo e accattivante tra quelli rimasti, e il fatto che abbia esperienza nel ruolo di OT e caratteristiche che lo rendono adatto a coprire sia quello di OG che quello di centro, lo rendono un prospetto di altissimo valore tra quelli rimasti; l’offensive tackle Cam Robinson, valido run blocker da Alabama, e il centro Pat Elflein, lineman interno versatile in grado di giocare anche come guardia, sono gli altri due prospetti migliori sulla board. Sempre guardando all’interno della OL, da attenzionare i vari Dion Dawkins, affidabile pass protector da Temple che deve migliorare nell’apporto sulle corse, Dan Freeney, zone blocker sulle cui spalle Tevin Coleman e Jordan Howard hanno costruito le loro carriere negli Hoosiers, e Dorian Johnson, bloccatore esperto da Pittsburgh, tutti in grado di costruirsi un buon futuro da guardie in NFL.

DEFENSIVE LINEMEN
In quanto a puro talento in pochi riescono a stare al passo di Malik McDowell, ma il prospetto di MIchigan State non ha brillato particolarmente nella propria junior season, e in molti hanno iniziato a domandarsi quanto possa effettivamente rendere tra i Pro dopo aver fatto registrare appena 1.5 sack nella sua ultima stagione universitaria; mostruoso, sia per le doti fisiche che tecniche, anche Caleb Brantley, talento che rischia di bruciarsi per i suoi problemi off the field e che potrebbe addirittura non trovare nessuna squadra disposta a scommettere su di lui. Un vero peccato per un giocatore che tanti paragonavano ad Aaron Donald e che sembra essere superiore ad alcuni dei migliori DT rimasti su piazza, come Larry Ogunjobi di North Carolina State, Montavious Adams di Auburn e Dalvin Tomlinson di Alabama. Versatile e utilizzabile sia da tackle che da end, invece, il prodotto di Michigan Chris Wormley, uno dei migliori difensori dei Wolverines, con 12.5 sacks, nelle utlime due stagioni, che con l’ex Florida State DeMarcus Walker, pass rusher completo, è il miglior prospetto rimasto disponibile per lo spot esterno della linea.

LINEBACKERS
I dubbi sollevati sulla resistenza hanno visto scendere inesorabilmente Tim Williams, ottimo outside linebacker da Alabama che ha sempre dimostrato di svolgere un buonissimo lavoro nelle situazioni di passaggio ma che dovrà crescere ulteriormente se vorrà dire la sua anche in quelle di corsa; rushing defense in cui invece eccelle Zach Cunningham, placcatore produttivo che potrebbe fare le fortune delle franchigie che cercano un ILB da 3-4 o un weakside linebacker da 4-3 particolarmente aggressivo ed efficace. Jordan Willis, Tyus Bowser, Carl Lawson e Trey Hendrickson sono invece tre giocatori esplosivi che potrebbero trovare spazio sia da OLB che da EDGE RUSHER; mentre all’interno e per le franchigie che ancora utilizzano gli schieramenti difensivi con 3 linebackers, andranno tenuti in considerazioni gli ex LSU Kendell Beckwith e Duke Riley, e il prodotto di Ohio State Raekwon McMillan.

CORNERBACKS
Diversi gli interpreti del ruolo rimasti sulla board, in primis l’Huskies Kevin King, ex safety che si è riciclicato ottimamente come corner, rendendo decisamente più solide le secondarie di Washington; di valore anche il collega Quincy Wilson, prodotto di Florida che ha le misure fisiche necessarie per contrastare i moderni WR che stanno spopolando in NFL e che potrebbe essere uno dei primi nomi chiamati nel secondo round. Versatile, resistente, abile a giostrare sulla side, nel backfield, o nella posizione di nichel all’occorrenza, Chidobe Awuzie di Colorado è un altro talento che può dire la sua già nel corso della rookie season, come Jourdan Lewis di MIchigan, istintivo, validissimo in coverage, e in grado di supportare adeguatamente le corse. Rasul Douglas, valido ball hawking da West Virginia, il problemantico ma promettente Teez Tabor, e lo sfortunato Sidney Jones, infortunatosi al tendine d’achille proprio durante la combine, sono altri tre nomi certamente presenti sulle board dei vari team che sono alla ricerca di un CB.

SAFETIES
Sottodimensionato ma ricco di talento, Budda Baker è un giocatore estremamente produttivo e versatile che può fare la diffenza tanto nel back-end quanto in altre zone di campo, compresa la sideline e il centro del campo, dove emergono le sue ottime doti di tackler; abili ad attaccare la linea di scrimmage quando richiesto anche Marcus Maye, talento da Florida, e Obi Melinfowu, fisicata safety da UConn che ha messo a segno 118 placcaggi nell’ultima stagione NCAA; più abili in copertura invece Josh Jones di North Carolina State e Justin Evans di Texas A&M, con l’ex Utah Marcus Williams tra le potenziali migliori FS di questa classe.