Si faccia una domanda e si dia una risposta

Nella settimana in cui le proteste contro Trump e le sue dichiarazioni prevalgono sul football giocato, ci sono alcune squadre ma più alcuni giocatori, che riescono a raggiungere uno dei pochi traguardi che ancora mancavano alla propria bacheca. Stiamo parlando di Green Bay e più precisamente di Aaron Rodgers che con la vittoria a fatica contro Cincinnati, riesce ad entrare nel prestigioso club formato quei pochissimi giocatori che sono riusciti a battere tutte le 31 squadre NFL. Per aggiungere l’ennesima spilla ad una giacca già colma di mostrine, il QB dei Packers ha giocato una partita da campione rispondendo con un ultimo quarto, ed un overtime, da paura dopo che nel primo quarto aveva lanciato il suo secondo pick-six di carriera.

Dopo il solito avvio stentato infatti Green Bay stava rischiando di perdere la seconda partita consecutiva, a causa di una difesa che ha concesso troppo ad una squadra che nelle prime due partite non aveva ancora segnato TD, e di un attacco sempre troppo tradizionalista e prevedibile. Anche la situazione infortuni, che continua a falcidiare il roster del Wisconsin, ha pesato tanto sull’andamento della partita ma come ormai diciamo da troppo tempo non ci si può sempre nascondere dietro alle assenze di giocatori (pur pesanti che siano) per giustificare brutte prestazioni.

Rispetto alla sfida contro Atlanta si sono visti alcuni miglioramenti ma un dato che è diventato una costante di questo team nelle prime 3 partite, salta subito all’occhio: i Packers infatti non riescono ad entrare in campo nel primo tempo ma in particolare nel secondo quarto. Se noi andiamo ad analizzare a fondo questi dati ci accorgiamo che nei secondi 15 minuti Green Bay ha subìto 34 punti senza segnarne neanche uno, Rodgers ha lanciato 2 intercetti e subìto 8 sack e la difesa ha concesso 129 yard su corsa ed un passer rating di 103.1. Questi numeri, sommati al fatto che i Bengals non erano ancora andati per il bersaglio grosso in questo avvio di stagione, ci dicono che una contender al SB non si può permettere di giocare solamente per 2/4 di gara o sperare nelle magie di un QB; quello che più preoccupa però è il fatto che questa squadra non riesca a trovare una tenuta mentale solida, un equilibrio ed un’idea di gioco offensivo tale da giustificare proprio il ruolo di contender, che non sia il fatto di avere a roster Aaron Rodgers. E lasciamo perdere le analisi sulla partita dei vari giocatori, anche se menzioni particolari le meritano Josh Jones che ha giocato il 100% degli snap, mettendo a segno 2 sack e risultando decisivo per la vittoria finale, Rodgers e Allison, che con alcune ricezioni da funambolo ha tenuto in piedi i drive cruciali compreso l’ultimo in overtime.

Questa è una squadra che ha infiniti margini di miglioramento ma va a cozzare miseramente con la gestione di un allenatore come McCarthy che per quanto possa aver fatto bene al team, non riesce a dare la svolta o la spallata decisiva; in tutto ciò poi la frustrazione dei giocatori si trasmette in campo, ed anche in diretta TV, visto che proprio Rodgers è stato ripreso quando rivolgeva parole non proprio carine all’indirizzo della sideline lamentandosi di alcune chiamate offensive. Anche la scelta di utilizzare un playbook sempre uguale, raramente aggiornato e che anche gli avversari conoscono ormai a memoria continua a non avere una spiegazione; tra i 53 uomini a disposizione infatti ce ne sono alcuni che se utilizzati a dovere potrebbero fare le fortune dell’attacco e che le pochissime volte che sono stati utilizzati in trick plays o giochi non convenzionali, hanno fatto malissimo agli avversari. Considerando poi anche il gioco su corsa (ricordando che sono stati scelti ben 3 RB all’ultimo Draft) è emblematico che le 5 corse più lunghe finora portino il nome proprio del #12 (13, 13, 9 e 9 yard con Cobb che registra una corsa da 10 yard).

Non siamo massimi esperti, non siamo scout e neanche GM per giudicare a fondo le scelte di un allenatore o di una dirigenza ma permettete che qualche domanda sul perché una squadra che da quando ha Rodgers viene definita una contender e fa solo un giro di valzer al gran ballo del SB, ce la possiamo fare.

 

 

 

Qui di sotto alcuni pensieri del nostro insider di Cincinnati Emmanuele Boerci.

Perdere all’overtime brucia sempre, ma Bill Lazor ha ricostruito l’attacco in soli 10 giorni.

L’intera squadra ha cambiato faccia ed è servito il miglior Aaron Rodgers e un FG sbagliato di Bullock per permettere ai Packers di pareggiare la partita.

Forse nel finale qualche chiamata non è stata impeccabile, ma diamo a Bill quel che è di BIll.

Sappiamo comunque che con questa linea non si va da nessuna parte, bene puntare su Mixon, Lawson e William Jackson che hanno ampiamente ripagato la fiducia.

Quando Rodgers ha iniziato a far girare l’attacco grazie all’utilizzo di Allison i Bengals non sono riusciti a prendere le contromisure e gli infortuni delle due safety titolari ha reso il compito ancora più difficile.

Abbiamo visto che l’unico modo per muovere la catena è giocare sul corto e non lasciare Dalton con la palla in mano per più di 2 secondi.

Ovviamente il playbook è limitato ma tracce corte, play-action e un utilizzo massivo di Mixon e Bernard in ricezione sono l’unica soluzione possibile per quest’anno.

Sembra che il nuovo OC abbia non solo portato aria fresca in attacco, ma anche l’approccio della squadra nel complesso ne ha beneficiato, lasciando alle spalle le due brutte sconfitte iniziali.