Bengals: stagione finita, è lecito tankare?

Per i pochissimi di voi che non conoscono il termine “tankare” rimediamo subito: NON giocare per vincere, con l’obiettivo di ottenere una scelta più alta al Draft. Parafrasando qualcuno potremmo dire, a maggior ragione in ambito professionistico, “Vincere non è importanto, è l’unica cosa che conta…”, certo potremmo aprire il discorso “money”, per cui la NFL è un business il cui obiettivo è ovviamente massimizzare i guadagni, ma restiamo in acque più limpide.
Nel contesto americano tutti (teoricamente) sono messi nelle stesse condizioni di vincere, chi va peggio l’anno successivo avrà un salary cap maggiore (più soldi da investire) e delle scelte al Draft più alte in modo da garantire, sempre in linea teorica, un livellamento del potenziale di tutte le squadre.
Inutile dire che questo modello si contrappone alla “filosofia” europea in cui chi ha più soldi compra i giocatori da chi ne ha meno per cui la decima squadra in classifica non vincerà mai il campionato finché non arriverà qualcuno con ancora più soldi ecc.. Questo discorso vale dalla prima all’ultima Serie, per cui non vedremo due provinciali contendersi uno scudetto ma potrebbe esserci un Super Bowl Buccaneers-Bengals, almeno in linea teorica, nel giro di pochi anni. Certo Steelers-Packers sarebbe tutta un’altra cosa in termini economici ma ho promesso di non addentrarmi in quell’argomento e vi ho già annoiato abbastanza con queste banalità.

Tankare sarebbe non solo ragionevole ma addirittura la scelta più logica visto che, se si finisce con 2 vittorie in più, ad esempio 6 vittorie invece di 4 (sulle 16 della stagione regolare), rimediate tra Novembre e Dicembre quando già sai che non sarai mai tra le contendenti al Titolo, la differenza tra una decima e una quinta scelta al Draft potenzialmente potrebbe valere parecchi milioni di dollari. Il problema è etico, in primis il Campionato è “falsato” perché chi sta lottando per i playoff si troverà di fronte una squadra non intenzionata a vincere, a differenza magari di una sua diretta concorrente; in secondo luogo i tifosi che pagano il biglietto allo stadio o un abbonamento di ogni sorta non saranno felicissimi di vedere la propria squadra perdere di proposito, anche se questo ne comporterà dei vantaggi l’anno successivo.

Addentriamoci ora nel contesto Bengals. Volevo scrivere lo stesso identico articolo dopo la week 8 nonostante la vittoria con Indy ma, avendo già incontrato il bye, non sarebbe stato una mid-season analysis a tutti gli effetti. Inoltre una tanto inaspettata, quanto improbabile vittoria con Jacksonville avrebbe riaperto la stagione portando i Bengals sul 4-4. E invece, in quella che è stata una delle partite più brutte della Dalton-Era (dal 2011 ad oggi) i Bengals hanno dimostrato di appartenere alla parte bassa della “classifica”. Perdonatemi i termini calcistici ma per questa volta, come avrete capito, il target dell’articolo vuole essere più esteso dei soli interessati ad un’analisi dettagliata in termini tecnico-tattici della franchigia nero-arancio.

Qualcosa non torna vero? 3-5 stagione finita? Prima di Jax addirittura 3-4, quante squadre sono partite male e hanno finito col bottonegli ultimi anni… eppure non succederà a questi Bengals. Puoi avere una difesa fuori sincronia che giocando insieme migliora la comunicazione e cambia faccia durante l’anno, puoi essere costretto a far giocare il QB di riserva e scoprire che il tutto funziona anche senza il tuo leader, puoi perdere il tuo WR o TE stellare e arrivare al Super Bowl, per non parlare dell’intercambiabilità dei RB nel football moderno, ma se la linea d’attacco è un disastro la stagione è finita. Nella preview di questa stagione scrissi che c’erano due modi in cui potesse finire questa stagione: 11-5 se in qualche modo miracoloso si riusciva a far sbocciare in linea il talento che questi giocatori si pensava avessero al Draft; 5-11 in caso contrario, perché la squadra, esclusa appunto la OL è completa e più che competitiva e questa difesa è in grado di vincere partite contro avversarie di basso rango.

Purtroppo per i Bengals il miracolo non è arrivato e, col senno di poi, tutti sono responsabili a partire da Mike Brown, che non ha usato il cap per trattenere o rimediare alle partenze di Zeitler e Whitworth, passando per Marvin Lewis che al pari dell’owner ha fatto scelte sbagliate nella gestione dei giocatori in termini di pick e free-agent e per finire Paul Alexander, OL coach da oltre un decennio che ha trasformato due scelte alte come Ogbuehi e Fisher (primo e secondo giro 2015) in due bidoni clamorosi, oltre a non aver saputo sviluppare gli altri giocatori.

Senza essere un fenomeno c’è un solo giocatore a roster che ha le carte per giocare titolare in NFL, la LG Clint Boling. Non è una star ma se, come si fa di solito quando si parla di linea offensiva, i 5 migliori giocatori giocano tutti gli snap, Boling può essere il tuo terzo o quarto migliore, allora significa che hai una buona linea (come è stato fino al 2015). Se gli altri quattro disperati in un’altra squadra farebbe fatica a competere per un posto a roster, ecco che chiunque, anche una squadra disastrata come i Colts, riesce a mettere le mani sul QB in meno di 1,5 secondi e sul RB 3 yard dietro la linea di scrimmage. Mixon hai dei numeri notevoli di yard after contact ma le yard a portata non possono che essere poche. Dalton ovviamente viene criticato oltre misura, succedeva sul 10-2 figurarsi sul 3-5, ma la prestazione di un QB non è neanche misurabile se il 60-70% delle volte che ha la palla in mano deve scappare, liberarsi del pallone o prendere il sack limitando i danni. Dalton non è né Rodgers né Wilson in quanto a capacità di sopravvivenza al collasso della tasca, fuori equilibrio non è efficace, ma questo già si sapeva e in NFL non sei competitivo se non garantisci al QB almeno 2,5 secondi di media per lanciare, semplicemente perché i DB avversari fanno il loro lavoro e sono tra i migliori al mondo in quello. Forse Hopkins e Smith ha fatto vedere qualcosina di discreto in linea, ma valgono quanto un buon backup, non di più; Ogbuehi, Fisher e Bodine, come già detto, farebbero fatica ad entrare nei 53 altrove, i coach si sono inventati una rotazione dei tackle, tanto ridicola, quanto disperata e non è servita a nulla. Il RT titolare Fisher si è infortunato, out for season, i Bengals in settimana hanno firmato Eric Winston, un ex-Bengals, free agent fino a settimana scorsa, e la cosa più divertente è che ci sarà un vistoso miglioramento. Non vi linko i vari tweet imbarazzanti dei tentativi di blocco dei sopra citati perché sono spesso registrazioni col cellulare poco professionali e questo scempio è una costante, non limitata ad azioni sporadiche. Contro Jax l’unico guadagno lungo è stato causato dallo scontro di 2 giocatori avversari e nel TD di Mixon soltanto Hopkins riesce a bloccare il suo uomo in linea, è stato tutto merito di Mixon e del blocco di AJ Green su Ramsey.

A proposito di questi ultimi, anche se forse è poco polically-correct dirlo, mi ha divertito il siparietto allo scadere del primo tempo ed è significativo che AJ, mai lontanamente protagonista di simili episodi, si sia lasciato andare reagendo alle continue provocazioni di Ramsey, non voglio dilungarmi qui, ne ho già parlato sulla pagina Cincinnati Bengals – Italia. Se i Bengals fossero stati 5-2 Green non avrebbe fatto una piega.

Due delle vittorie, Buffalo e Indy, sono arrivate grazie a due grandi giocate della difesa (una delle migliori della Lega fino all week 8), con i Colts addirittura il 24-23 è frutto di un intercetto riportato di Dunlap (un DE!), dopo che la misera pass rush dei Colts aveva assediato Dalton di continuo. Stesso discorso per Tyrod Taylor, discreto QB che però contro una buona difesa ha messo in risalto tutti i suoi limiti. Senza togliere i meriti a Jax anche la difesa, vedendo che l’attacco non riusciva a chiudere un down, ha iniziato a calare d’intensità e sono convinto che su questa falsa riga si continuerà per il resto della stagione. Difficile biasimare i giocatori, seppur professionisti, d’altronde le motivazioni per dare il 100% si trovano soltanto se si gioca per vincere.

Una delle poche note positive sono i rookie e sophmore che, a differenza del solito, vengono schierati in campo e, nonostante comunque non si vada oltre il 40% degli snap, hanno dimostrato un gran potenizale. Di solito Lewis fa giocare solo i veterani se non sono rotti e credo sia la ragione per cui viene odiato di più dalla fanbase, oltre al suo rifiuto di effettuare alcun tipo di half-time adjustment (in inglese è più efficace). Lawson è il miglior rusher da 4-3 in proporzione agli snap giocati (solo 30% per qualche oscura ragione), Vigil insieme a Burfict forma la miglior coppia di LB da decenni, William Jackson sembra già meglio degli altri CB ma nella depth è il quarto (vai a capire perché), Fejedelem è una buona safety, Willis ha un futuro da titolare, Glasgow è stato una sorpresa, Malone un’occasione un TD e Mixon è un fenomeno.

All’opposto la nona scelta assoluta, quella su cui dovresti puntare per mettere una marcia in più al tuo attacco pieno di talento (che nel frattempo ha perso Eifert e Boyd) non tocca il campo. Ha subito un leggero infortunio, ma neanche ora che è sano viene messo tra gli active. Le vicende della trade di AJ McCarron e del taglio del kicker rookie Jake Elliott aggiungono del comico alla già tragica stagione dei Bengals. Marvin è sopravvissuto alle sette sconfitte ai playoff, su cui troppo spesso si banalizza, grazie anche al fatto di non opporsi al volere dell’owner, facendoli odiare entrambi da gran parte della fanbase. Quest’anno però è in scadenza e, nonostante la conduzione “familiare” del team si potrebbe finalmente essere arrivati al divorzio. Finché non succederà realmente in pochi si azzarderanno comunque a pronosticare la partenza di Zio Marvin, come San Tommaso per intenderci. I nomi che iniziano a girare, anche se sottovoce, sono il classico sogno nostalgico Jon Gruden, cresciuto nella zona, che potrebbe risentire della crisi di ESPN; Jim Harbaugh che sarebbe un bel colpo visto il possibile scontro col fratello, anche se portare un Wolverine in terra Buckeyes non sarà ben visto da tutti. A proposito di Buckeyes c’è Urban Meyer, nome ricorrente perché sempre di Ohio si parla alla fine. Ovviamente si viaggia con la fantasia, per portare un po’ di aria fresca, guardando sempre al college ci sono i coach di Clemson, Washington, Penn State e Stanford che molti dicono essere pronti al salto, ma qui mi fermo non essendo sufficientemente ferrato in materia.

Ragionando in modo pragmatico io tankerei, farlo in modo plateale è brutto, ma molti lo fanno in modo velato: si fa qualche test in ottica futura, si buttano i giovani nella mischia, si dà agli infortunati un paio di settimane in più per recuperare; insomma chi vuoi che capisca che stai chiamando i giochi senza voler vincere la partita a tutti i costi. Che poi potrebbe venir fuori addirittura qualcosa di meglio di quando ti impegni… vero Hue, Zamp? Lazor e Guenther per me devono rimanere, Marvin e Alexander invece no; l’owner è l’owner se qualcuno può comprare i Begals si faccia avanti, potrei anche contribuire.