War Room: Maxx Williams

Data di Nascita

12 Aprile 1994

Ruolo e College

TE – Minnesota (B1G)

Altezza e peso

6’4” (193 cm) 250 lbs (113 kg)

Classe

Sophomore

Carriera collegiale

In NCAA ha giocato, di fatto, per sole due stagioni, dopo essere stato redshirtato, a causa di un problema al bacino, nella sua freshman season a Minnesota, dove aveva scelto di giocare per seguire le orme tracciate dai suoi genitori, Brian, che ha giocato anche come centro nei New York Giants, e Rochelle, affermata pallavolista Maroon & Gold.
Nipote di Robert Williams, star di Notre Dame e poi quarterback dei Chicago Bears, che lo avevano pescato nel Draft del 1959, Maxx ha disputato 23 partite con la divisa dei Golden Gophers, totalizzando 61 ricezioni per 976 yards e 13 touchdowns.
Target fondamentale nel passing game di coach Kill, è stato uno dei finalisti del Mackey Award, premio che viene consegnato al miglior TE della nazione, nell’ultima stagione.

Overview

Giocatore e atleta esemplare, è stato spesso indicato dai suoi allenatori come un esempio da seguire, sia per quanto fatto sul campo, sia per il comportamento assunto al di fuori di esso.
Decisamente più un pass-catcher che un bloccatore, l’ex numero 88 dei Gophers ha le potenzialità per diventare un ottimo interprete del ruolo anche al piano di sopra, dove potrebbe finalmente mettere in mostra tutto il suo talento.
Molti scout, infatti, lo considerano ancora una sorta di diamante grezzo, con margini di miglioramento enormi, con qualità e talento in grado di far comodo ad ognuna delle 32 franchigie professionistiche.

Punti di forza

Un ottimo controllo del corpo ed una eccellente coordinazione occhi-mani sono il biglietto da visita con cui si presenta ai nastri di partenza di questo Draft.
A queste unisce una buona velocità di esecuzione delle tracce ed una capacità innata di sfruttare il cuscino che gli concedono i difensori avversari per inserirsi alle loro spalle ed ottenere guadagni importanti una volta completata la ricezione.
La cosa che salta più all’occhio controllando i numeri messi insieme a Minnesota, è che l’ottanta percento, abbondante, delle sue ricezioni, si sono tradotte in primi downs o touchdowns, a conferma di quanto importante sia l’apporto che riesce a fornire al gioco aereo di un qualsiasi attacco.
Poco propenso ai cali di concentrazione, soprattutto quando è chiamato a ricevere nel traffico, spesso ha fatto apparire facili anche le prese più difficili da mettere a segno.

Debolezze

Come già anticipato, non è un grandissimo bloccatore, e questo potrebbe limitarne leggermente l’utilizzo nel football professionistico, a meno che migliori anche sotto questo aspetto, magari lavorando in palestra per imparare ad utilizzare al meglio la forza fisica, e la potenza, di cui è in possesso.
Da sistemare, in parte, anche la sua esecuzione delle tracce, soprattutto quando gli viene richiesto un taglio, visto che spesso tende ad arrotondarle eccessivamente aumentando il rischio di perdere il timing con il proprio quarterback.