War Room: Jesse James

Photo of Jesse JamesData di nascita

4 Giugno 1994

Ruolo e college

Tight End – Penn State (Big Ten)

Altezza e peso

6’7” (201 cm) 254 (115 Kg)

Classe

Junior

Overview

Direttamente dalla South Allegheny Middle/Senior High School (Pennsylvania), vincitore nel 2011 del titolo: Pittsburgh post-gazette fabolous 22 e considerato miglior giovane tight end della nazione, Jesse James approda nella Penn State University nel 2012 dove si guadagna un posto da titolare fisso negli schemi di coach Bill O’Brian, che vedeva in lui la sicurezza della manovra offensiva della squadra. La giovane promessa con il numero #18 sulle spalle, chiude il suo triennio nel college con 76 ricezioni, 996 Yds con 11 touchdowns. In ottica draf, la sua uscita potrebbe avvenire tra il 3-4 giro, con Maxx Williams e Devin Funchess già selezionati.

Punti di Forza

Nonostante la sua corporatura mastodontica, alle combine ha sbalordito tutti registrando tempi interessantissimi nelle prove di dinamismo. Il giovane PSU è una vera e propria forza della natura combinata ad una rapidità eccezionale. La sua stazza gli permette di essere anche un bloccatore nato, a differenza del più accreditato Maxx Williams. In fase di ricezione con campo libero, riesce a raggiungere in pochi secondi un ottima velocità di punta che unita alla sua corporatura, si trasforma in un treno difficile da fermare. Tra le sue qualità migliori, non si può non esaltare la sicurezza con cui percorre le trecce raggirando i blocchi avversari, ricordando le movenze dei suoi colleghi di reparto del campionato maggiore. Inoltre, riesce a essere pericolosissimo anche in endzone per i blocchi ed in elevazione, oltre ad essere molto utile nella fase di chiusura per creare alternative alla manovra d’attacco.

Debolezze

Purtroppo per lui dire che grezzo è dir poco! Una volta ricevuto il pallone, risulta macchinoso il movimento di scatto, rendendo facile e leggibile il placcaggio all’avversario. Inoltre non risulta molto propenso a ricevere nel traffico, preferisce spesso raggirare le difese impiegando il doppio del tempo nel percorre le tracce, facendogli perdere la combinazione e la ricezione con il proprio quarterback. Da affinare anche il lavoro sui tagli, che un tight end dovrebbe avere nel DNA. I cali di concentrazione nei lunghi drive, sono un’altra lacuna che il giocatore i primis dovrà migliorare. Spesso e volentieri privilegia un movimento circolare piuttosto che deciso verso una direzione imposta dallo schema.

– Fabio Grechi –