Texas Longhorns: quick preview 2017

texas-14aFootball Nation Ranking: n. 19

Head Coach: Tom Herman (1st year)

Record 2016: 5-7

Match da non perdere: at Southern California (Sep. 16), vs. Oklahoma (Red River Rivalry, at Dallas, Oct. 14), at Texas Tech (Chancellor’s Spurs, Nov. 24)

Connor Williams

Punto di forza: la linea offensiva ha perso Kent Perkins ma può contare sul ritorno di uno dei migliori left tackle della nazione, lo junior Connor Williams, potenziale first rounder del prossimo Draft che rappresenta una garanzia sul lato cieco di una OL che ha goduto della piacevolissima sorpresa Zach Shackelford, centro che ha mostrato una notevole maturità guidando il reparto già nella freshman season; a completarla il confermato LG Patrick Vahe, altro starter tornato ad Austin, e i due ex backup James McMillon, right guard, e Tristian Nickerson, RT.

Punto debole: la passing defense è stata un grosso problema per tutta la passata stagione, e nonostante il ritorno di uno starter affidabile come Kris Boyd, 1 intercetto, 5 broken pass, c’è molta preoccupazione in merito alla profondità del reparto, costretto a fare affidamento su due giovani come il redshirt freshman Eric Cufee e la matricola Josh Thompson alle spalle della coppia titolare completata dall’altro junior Holton Hill; da non escludere che il nuovo DC Todd Orlando decida di spostare sulla side il valido P.J. Locke III, nichelback che ha chiuso il 2016 con 33 placcaggi, 2 INT, 6 pass defended, per cercare di dare una sistemata all’esterno delle secondarie.

First look offense: dopo le ottime cose fatte prima ad Ohio State da offensive coordinator e poi a Huston da head coach Tom Herman avrà la possibilità di continuare ad accrescere la sua fama allenando una squadra che ha avuto uno degli attacchi più produttivi della nazione lo scorso anno, capace di chiudere al sedicesimo posto del ranking nonostante i tanti problemi che l’hanno afflitto ed un freshman quarterback che ha fatto tutti i più classici errori delle matricole gettate in pasto alle belve difensive della NCAA; Shane Buechele ha comunque dimostrato di avere gli attributi per reggere la pressione, e dopo aver lanciato per 2,958 yards, 21 TD pass e 11 INT ora è pronto a guidare una offense rimasta priva della sua stella più splendente, il RB D’Onta Foreman, e respingere l’attacco del true freshman Sam Ehlinger, top recruit dell’ultima classe.
Ad aiutarlo ci sarà un reparto receiver giovane ma che ha già avuto modo di accumulare una buona esperienza l’anno passato e che ora ha messo in rampa di lancio i sophomore Collin Johnson, 315 yds, 3 touchdowns, e Devin Duvenay, 412 yards, 3 TD, principali protagonisti di un terzetto titolare che dovrebbe essere completato dall’emergente redshirt freshman Reggie Hemphill-Mapps, abile a battere in primavera la concorrenza serrata dei vari Dorian Leonhard, John Burt, Lil’Jordan Humphrey, Armanti Foreman, gemello di D’Onta, e Jerrod Heard; l’esperienza di questi ultimi due, entrambi andati a segno in 3 occasioni la scorsa season, tornerà certamente utile ad un gruppo a corto di tight end, con la matricola Cade Brewer che fungerà da unica riserva per lo junior Garrette Gray. Chris Warren III, limitato a 366 yds e 3 touchdowns a causa di alcuni problemi fisici nel passato torneo, dividerà backfield e portate con due interessantissimi sophomore, Kyle Porter e Kirk Johnson, molto positivi nelle sedute primaverili.

First look defense: il personale per far bene c’è, ma Orlando deve solo trovare le posizioni in cui può fare esprimere ognuno al massimo delle sue potenzialità, ruotando tutti gli elementi a sua disposizione intorno al talento di Malik Jefferson, l’anima di una difesa che proprio dal reparto linebacker spera di trovare la spinta giusta per risorgere mischiando un po’ le carte, con il senior Naashon Hughes, 4.5 tackles for loss, 4.5 sacks, che andrà ad affiancare nel mezzo il produttivo Anthony Wheeler, secondo nel team con 60 placcaggi fatti registrare nel 2016, e il JUCO transfer Gary Johnson pronto a dare il suo contributo nelle posizioni ibride esterne.
Davanti a loro nel nuovo front three dei Longhorns il sophomore Malcom Roach, 3.0 sacks, andrà ad aggiungersi ai veterani Chris Nelson e Poona Ford, stantuffo centrale che ha messo a segno 54 placcaggi e 5.0 tackles for loss giocando come nose tackle; più indietro lo junior strong safety DeShon Elliott, 30 stops, 1 intercetto, 4 broken pass, sarà il nuovo leader vocale di una deep completata dall’atletico Brandon Jones, giocatore al secondo anno ad Austin che in primavera ha vinto la position battle con John Bonney.

Malik Jefferson

NFL Prospect to watch: già ai vertici della nazione al termine del suo primo anno in NCAA, chiuso con il titolo di Big 12 Defensive Freshman Player of the Year in tasca, Malik Jefferson ha confermato tutto il suo valore nella sophomore season, conclusa con 60 placcaggi, 9.0 tackles for loss e 6.5 sacks all’attivo partendo da middle linebacker, ruolo che abbandonerà quest’anno per essere impiegato come EDGE rusher all’esterno del nuovo schieramento difensivo di Texas; una posizione che, almeno sulla carta, dovrebbe permettergli di essere ancora più decisivo, consentendogli di sfruttare molto di più la sua velocità per colpire alle spalle della linea offensiva avversaria, andando a fermare il portatore di palla prima che passi la LOS.
Reattivo, istintivo, abile a leggere il gioco e rapidissimo a spostarsi nella zona di sviluppo dell’azione, sa sfruttare molto bene tecnica e fisico per evitare i blocchi e andare costantemente a caccia dell’ovale; buon blitzer che sa entrare nel backfield in maniera aggressiva senza perdere il controllo, ha tutte le carte in regola per diventare un produttivo every-down linebacker a livello professionistico, dove potrebbe mettere piede già nella primavera del prossimo anno, dichiarandosi per il Draft NFL 2018.