Rose Bowl 2015: preview

Chi ama il football “vecchia scuola”, duro e poggiato su basi solide quali il possesso di palla e le difese dominanti, non può perdersi l’edizione di quest’anno del Rose Bowl, match in cui si affronteranno due dei programmi più “conservativi” della nazione, Iowa, che scende per la sesta volta della sua storia a Pasadena, guidata da Kirk Ferentz, e Stanford, ormai una presenza fissa alla “parata delle rose”, cui ha presenziato per quindici volte in totale, addirittura tre nelle ultime quattro stagioni sotto la guida di David Shaw, che ha preso il posto di Jim Harbaugh nel 2011.

Christian McCaffrey
Christian McCaffrey

L’ex offensive coordinator non ha cambiato la filosofia dei Cardinal, continuando a puntare su un attacco bilanciato ed in grado di produrre sia sul terreno, sia per via aerea, dove si è rivelata fondamentale la permanenza prolungata, per un’ulteriore stagione, di Kevin Hogan, che nonostante qualche battuta a vuoto nei momenti decisivi, ha concluso la regular season con 2,644 yards, 24 TD pass e 7 INT all’attivo, confermandosi una guida affidabile per un attacco in cui è esploso il talento indiscutibile di Christian McCaffrey, figlio dell’ex ricevitore dei Broncos Ed che si è aggiudicato, a mani basse, l’Associated Press Player of the Year dopo aver prodotto yds in ogni situazione di gioco ed aver battuto il precedente record di Barry Sanders, totalizzando 3,496 yards tra corse, ricezioni e ritorni.

Autore di 13 touchdowns, il sophomore da Castle Rock, Colorado, è stato la stella principale di una offense che non ha trovato un ricevitore principe cui affidare l’ovale ma si è servita di diversi target in grado di ottenere buoni guadagni sul campo, a partire dai WR Devon Cajuste, 375 yards e 3 TD, e Michael Rector, 485 yds e 5 segnature, fino ad arrivare la tight end Austin Hooper, una garanzia in endzone, dove ha realizzato 6 TD in stagione, lasciando ai colleghi Dalton Schultz e Greg Taboada il compito di bloccare, dando manforte ad una linea che, ancora una volta, ha dimostrato di essere una delle migliori dell’intera nazione, composta da tanti, potenziali, prospetti NFL guidati dal senior LT Kyle Murphy.

Sulla linea opposta il defensive end Aziz Shittu, 11.0 tackles for loss, 2.0 sacks, si è confermato il pass rusher più produttivo, ma la vera forza, la difesa di Stanford, la trae dalla mediana, in cui, oltre a brillare il leading tackler Blake Martinez, autore di 129 placcaggi, si sono messi in luce i vari Peter Kalambayi, 48 stops, Kevin Palma, Kevin Anderson, 40 placcaggi, 8.5 tkl for loss, e Joey Alfieri, che allineandosi sia come outside linebacker che come defensive end si è rivelato uno dei migliori cacciatori di quarterback del team, collezionando 3.5 sacks e 7.5 tackles for loss; da loro, come dalla coppia di safeties formata da Kodi Whitfield e Dallas Lloyd, 53 stops, 1 intercetto, Shaw attende una prestazione superlativa per fermare l’attacco di Iowa, che ha mantenuto una delle medie punti, 32.1, più alte della sua storia.

Merito di un trio di runningback capace di produrre come pochi altri a livello nazionale, capitanato da Jordan Canzeri, che ha guidato la rushing offense totalizzando 976 yards e 12 TD nonostante le due partite perse per infortunio; alle sue spalle LeShun Daniels Jr., 609 yds e 8 touchdowns, e Akrum Wadley, 463 yards e 7 TD, hanno saputo sfruttare al meglio il lavoro svolto da una giovane OL cresciuta rapidamente sotto la guida del centro Austin Blythe, tornata utilissima anche al nuovo starting quarterback degli Hawkeyes, C.J. Beathard, autore di 6 segnature su corsa e classificatosi al nono posto della Big Ten come passer, dopo aver lanciato per 2,570 yds, 15 touchdown pass e 4 intercetti.

Non un game changer in grado di incidere in qualsiasi momento sulla partita, ma sicuramente un giocatore molto solido che cade difficilmente in errore, ha servito con maggior insistenza Matt VandenBerg, sophomore receiver che ha completato 61 ricezioni, per 639 yards e 3 TD, nel torneo 2015; decisamente più staccati gli altri componenti del corpo ricevitori, in cui hanno ricoperto un ruolo fondamentale anche i due tight end Henry Krieger-Coble, 385 yds e 1 meta, e George Kittle, miglior realizzatore con 6 TD all’attivo, rivelatisi le principali alternative allo splint end Tevaun Smith, secondo nel team per yards ricevute con 546 yds e 3 touchdowns totali.

Desmond King
Desmond King

In difesa, a farla da padrone, è stato il vincitore del Jim Thorpe Award Desmond King, altresì nominato Big10 Defensive Player of The Year al termine di una stagione, l’ultima a livello universitario, conclusa con 67 placcaggi, 12 pass defended, e 8 intercetti all’attivo, 1 dei quali riportato in endzone; incubo dei quarterback e dei migliori ricevitori avversari, difficilmente si è fatto tenere lontano dal gioco, entrandovi anche quando gli allenatori affrontati facevano di tutto per evitarlo, e si è sempre fatto trovare pronto, sia quando è stato chiamato direttamente in causa, sia quando ha dovuto intervenire in supporto ai compagni di reparto, che con lui in campo hanno potuto dedicarsi maggiormente alla cura della rushing defense. Una sitauzione di gioco in cui hanno fatto valere le loro abilità di placcatori la FS Jordan Lomax, 93 stops e 2 forced fumbles, e i linebacker Cole Fisher, 112 tackles, e Josey Jewell, che ha chiuso il suo secondo anno in NCAA da leader indiscusso della defense, facendo registrare 119 placcaggi, 7.5 tackles for loss, 3.5 sacks e 3 intercetti.

Previsione: coach Ferentz e i suoi Hawkeyes inseguono la prima stagione da 13 vittorie nella storia della scuola, e l’unico ostacolo verso il raggiungimento di questo traguardo, dopo la sconfitta con Michigan State nel Championship della Big Ten, è rappresentato da Stanford, che, molto probabilmente, è uno dei clienti più ostici che potevano trovarsi di fronte nel tentativo di portare a termine quest’impresa; a livello di motivazioni, non c’é quindi il dubbio che la bilancia penda dalla parte di Iowa, ma non va affatto ignorata la presenza, sul lato opposto del campo, di un talento del calibro di McCaffrey, ragazzo in grado di cambiare il corso della partita, e di rimando l’esito finale del match, con una sola giocata. Calcolando inoltre che i Cardinal sono quasi di casa a Pasadena, la spunteranno probabilmente loro, ma di pochissimo.