Music City Bowl 2014: preview

FRANKLIN AMERICAN MORTGAGE MUSIC CITY BOWL
Notre Dame (7-5) vs #23 LSU (8-4)
3:00 PM ET, December 30, 2014 – LP Field, Nashville, TN

Si giocherà al LP Field di Neshville, Tennessee, il Bowl delle grandi deluse; o deludenti, che dir si voglia. Dopo aver sfiorato la Top Four a metà campionato, Notre Dame si ritrova unranked mentre LSU staziona al #22 della scalinata, quando le vittorie riportate in stagione contro Florida, TAMU e soprattutto Ole Miss facevano pensare ad una squadra in grado di andare ben più lontano.

Fatali alle tigri della Louisiana sono state le sconfitte subite contro le quotate Mississippi State, Alabama e Auburn, mentre per gli Irish il tracollo è cominciato dopo la sconfitta all’ultimo secondo contro FSU che ha dato il via ad un calo vertiginoso delle prestazioni, culminato con le quattro sconfitte di file rimediate dalla Balena Bianca contro rivali storiche e squadre poco quotate, USC e Northwestern in primis.

Se da una parte, parlando di ND, le colpe son state distribuite a ventaglio partendo soprattutto da una difesa molto giovane e disorganizzata sulle corse per arrivare fino ad un attacco macina tournovers, dall’altro lato il barile viene scaricato quasi tutto sulle spalle di Les Miles, HC di LSU.

Al di là dei processi mediatici e non, quello che è sicuro è che i due team soffrono la stessa grave malattia: mancano di bilanciamento. LSU si è dimostrata veramente ottima in fase difensiva, con i reparti di LB e Safety in grado di mettere in crisi qualsiasi avversario, tanto sul passing game quanto sulle corse. Decisamente macchinoso e poco produttivo, invece, è stato l’attacco penalizzato sia dal Play Calling che dalla mancanza di Big Players.

I numeri parlano chiaro; le stats di Anthony Jennings impallidiscono davanti a quelle di Everett Golson: 104/213, 1460 yard e 10 td per il Tiger, 250/416, 3355 yds e 29 td per l’Irish, senza contare le corse personali. Cifre queste che non dipendono solo dai singoli elementi, ma anche da ciò che hanno a disposizione visto che Fuller e Robinson hanno fatto la vera differenza per quel che riguarda i caschi dorati. Anche sulle corse è Notre Dame a sorridere, ma se l’università dell’Indiana è fuori Ranking un motivo c’è: l’attacco segna tanto, ma commette anche valanghe di errori. Tre tournover nelle prime tre partite son diventati tre tournover nella sola quarta uscita, per poi attestarsi su quella media. Tra fumble e intercetti, la offense Navy & Gold ha concesso una montagna di punti; non certo una qualità apprezzabile, soprattutto quando si va ad incontrare una delle difese più aggressive ed attente del panorama collegiale.

Non a caso l’allenatore capo, Brian Kelly, ha fatto sapere che a Nashville porterà tutti e due i QB a sua disposizione (Golson e Zaire) con l’intenzione di farli giocare entrambi anche se, nel finale di stagione contro USC, questo non è bastato a portare a casa la gara. A campo invertito, quando la palla sarà in mano ai Tigers, la situazione potrebbe equilibrarsi. Se da un lato l’attacco giallo-viola non è tra i più produttivi del paese, dall’altro la difesa di ND ha mostrato non pochi problemi durante la stagione. Una volta protetto Jennings, la chiave del gioco si sposta sulle corse, vero punto debole degli irish.

Dal punto di vista di LSU, tutto sarà quindi nelle mani del contestatissimo Les Miles che dovrà trovare i denti dolenti degli avversari e martellare su quelli, visto che in stagione han dimostrato di fare una gran fatica a mettere le pezze dove servivano. Per quanto riguarda Notre Dame, invece, la questione sarà tutta nel lasciare a Golson il tempo di pescare i propri WR in fondo al campo, alternando a questo tante corse in modo da fiaccare la tenace difesa degli avversari. Occhi puntati quindi sui tournover e i big plays degli Irish, sulla difesa dei Tigers e sul loro Play Calling, in una sfida che sa tanto di match fra grandi escluse e che può regalare più di una sorpresa.

45%

55%

– Nicholas J Hook –