Pac-12 Weekend roundup: week 10.

Stanford (8-1) BCS # 4. Battono Oregon, prendono la testa della North Division, e come se non bastasse annullano ogni speranza dei Ducks di andarsi a giocare il titolo nazionale; proprio dei ragazzacci questi Cardinal, che per la seconda volta in altrettante stagioni fanno un bello scherzetto al college di Eugene, fermato grazie ad una prestazione difensiva di altissimo livello e da un attacco che ha saputo amministrare e non cadere in errori gravi. Ottima la prova di Tyler Gaffney, che ha sfruttato l’enorme lavoro della linea offensiva, la quale non ha nemmeno concesso un sack agli avversari, correndo per 157 yards e 1 touchdown.

Oregon (8-1) BCS # 6. Ogni anno arrivano a Stanford e si spengono, quasi fosse una maledizione; eppure nonostante la scusante dell’infortunio subito da Marcus Mariota, di certo non al meglio ma comunque in grado di completare per 250 yards e 2 TD, i Ducks sono sembrati ben poca roba al cospetto dei Cardinal, cui hanno concesso ampie porzioni di campo ed un dominio smisurato per l’intera durata del match, riuscendo a combinare qualcosa solo quando gli avversari hanno allentato la presa. Una brutta prova, che ha rivelato parecchi limiti in un team che fino ad un paio di settimane fa era il secondo della nazione.

Myles Jack
Myles Jack

UCLA (7-2) BCS # 13. Vittoria tribolata per i Bruins, che rischiano di farsi rimontare da Arizona dopo averla tenuta in scacco per buona parte di un match in cui è emerso il grandissimo talento di Myles Jack, linebacker tuttofare che ha dimostrato di sapersi calare alla perfezione anche nel ruolo di runningback, nel quale ha segnato il touchdown decisivo con una corsa da 66 yards; il freshman da Belleville ha chiuso la sfida con i Wildcats con 120 yds conquistate in 6 portate, aiutando non poco l’attacco guidato da Brett Hundley, 227 yards e 2 TD pass, che ora potrà contare su una freccia in più al suo arco nelle prossime settimane, senza ombra di dubbio determinanti per l’esito della stagione di UCLA.

Arizona State (7-2) BCS # 19. Nel segno di Taylor Kelly arriva la vittoria in rimonta su Utah che permette ai Sun Devils di balzare in testa alla South Division, dove la lotta è ancora apertissima e durerà probabilmente fino all’ultimo turno di regular season; lo junior quarterback di Arizona prende in mano i suoi nel quato finale, prima va a segno per la seconda volta su corsa personale da 2 yards, poi, a poco più di due minuti dal termine, inventa il pass, ricevuto da Richard Smith, che si trasforma nel touchdown del sorpasso decisivo e definitivo, per un 20 a 19 che rilancia nel ranking il college di Tempe.

Southern California (7-3). Certo, l’impegno non era di quelli impossibili, ma intanto con la vittoria conquistata a Berkeley i Trojans hanno ottenuto un record 4-1 sotto la guida di Ed Orgeron, che non ha certamente stravolto la squadra ma deve essere riuscito a toccare i tasti giusti visto il miglioramento mostrato rispetto alle prime uscite stagionali con Lane Kiffin al timone; USC in difesa concede ancora troppo per riuscire a trovare spazio tra le Top 25 della nazione, ed è molto probabile che nelle prossime settimane peggiorerà il proprio record, visto che deve ancora affrontare Stanford e UCLA, ma non mancano di certo gli spunti da cui trarre fiducia in ottica futura, partendo dal sophomore QB Cody Kessler, che ha chiuso con 170 yards e 2 TD pass la sfida contro i Golden Bears.

Washington (6-3). Sesta vittoria stagionale per gli Huskies di Steve Sarkisian, che staccano così il biglietto per un Bowl grazie alla netta affermazione su Colorado, 59 a 7, nella quale brillano il quarterback Keith Price, 312 yards, 2 touchdown pass e 1 TD personale su corsa, e il runningback Bishop Sankey, che ha chiuso con 143 yards conquistate in 23 portate ed 1 segnatura all’attivo; una prestazione quasi perfetta per Washington, che non concede alcun turnover agl’avversari e termina il match con 628 yards di total offense, che valgono come una vera e propria iniezione di fiducia in vista di un complicatissimo finale di stagione, che li vedrà costretti ad affrontare UCLA e Oregon State, prima del derby con i Cougars.

Arizona (6-3). Si sono svegliati davvero tardi i Wildcats, che non sono riusciti a finalizzare una disperata rimonta con UCLA, inspiegabilmente sedutasi sugli allori dopo aver ottenuto un vantaggio di 14 punti nella prima parte del terzo quarto; Arizona, trascinata dal solito Ka’Deem Carey, 149 yards e touchdown, è prima rimasta agganciata al match e ha poi provato il colpaccio affidandosi alle giocate del quarterback B.J. Denker, autore di 2 TD pass, entrambi ricevuti da Nate Phillips, che nell’ultimo quarto hanno permesso all’università di Tucson di rifarsi sotto e chiudere ad appena 5 lunghezze dai Bruins. Una reazione importante, che certamente gli servirà per affrontare al meglio un rush finale nel quale dovranno vedersela con Oregon e Arizona State dopo aver ospitato Washington State questo fine settimana.

Oregon State (6-3). Crollati nelle ultime settimane, i Beavers hanno goduto del turno di bye dopo le pesanti sconfitte subite contro Stanford e Southern California tra le mura amiche del Reser Stadium di Corvallis, espugnato già in tre occasioni nel corso di questa stagione; a pesare sull’umore e sull’annata di Oregon State sono state però queste ultime due, che hanno estromesso il team da una Top 25 che sembravano meritare, soprattutto grazie ad un passing game che rimane il secondo della nazione per media di yards conquistate a partita, 404.8, con Sean Mannion al timone. Per le loro aspirazioni, sarà fondamentale l’esito della prossima trasferta ad Arizona State.

Utah (4-5). Giocano bene gli Utes tra le mura amiche del Salt Lake City Stadium, ma dopo la vittoria ottenuta su Stanford riuscire a fermare una compagine della Pac-12 sembra davvero una maledizione, e nemmeno contro Arizona State, in vantaggio di 12 punti ad inizio ultimo quarto, sono riusciti a condurre in porto la partita; a fare e disfare ci pensa il solito Travis Wilson, allo stesso tempo croce e delizia di Utah, che prima conduce in estasi con i 2 touchdown pass che gli regalano un vantaggio insperato e poi porta alla rovina, lanciando altrettanti intercetti che risultano poi decisivi per la sconfitta, 19 a 20, finale.

Washington State (4-5). Turno di riposo per i Cougars, che cercheranno di trovare le due vittorie necessarie a qualificarsi per la postseason negl’ultimi tre match dell’anno, che li metteranno di fronte ad Arizona, Utah e Washington; sulla carta nessuno di questi pare impossibile, ma sarà fondamentale che Washington State non commetta più gli errori del passato, a cominciare dalla difesa, che fin qui ha concesso davvero troppi punti agli avversari, novantaseiesima della nazione con 32.7 punti subiti a partita, per finire con il QB Connor Halliday, che oltre a lanciare per 3,098 yards e 20 touchdowns, si è fatto pizzicare in ben 18 occasioni.

Colorado (3-6). Il primo anno sotto la guida di Mike MacIntyre si sta avviando alla conclusione, e i Buffaloes, dopo aver vinto le varie partite extra conference avrebbero proprio voglia di chiudere in bellezza, magari aggiudicandosi la prima vittoria stagionale al suo interno; cosa che potrebbero fare questo fine settimana, quando affronteranno l’ultima della North Division, California, in un testa a testa che decreterà a chi spetterà il poco invidiabile titolo di “fanalino di coda” della Pac-12.

California (1-9). Difesa e special team riescono ad invalidare tutto ciò che fa di buono l’attacco dei Golden Bears, che nel derby contro Southern California tiene bene il campo e riesce anche a segnare con una certa assiduità, tanto da permettere al freshman quarterback Jared Goff di chiudere con 260 yards e 3 TD pass lanciati; numeri importanti che però continuano a non regalare la prima vittoria all’interno della Pac-12 a California, che sabato, con Colorado, forse avrà un’ultima occasione per vincere una partita contro un college FBS, salvando almeno la faccia a coach Sonny Dykes, ormai avviato verso la chiusura della sua prima stagione, una delle peggiori che a Berkeley ricordino.

——————–

Best Offensive Player. La matricola Myles Jack, playmaker di UCLA che ha deciso il match vinto dai Bruins su Arizona con la corsa da 66 yards che ha annullato la rimonta dei Wildcats nel corso del quarto finale; listato ufficialmente come linebacker, il giocatore originario dello stato di Washington ha chiuso la partita di sabato con 120 yards corse in 6 portate e 8 placcaggi, 1 tackle for loss e 1 fumble recovered, risultando decisivo sia in attacco che in difesa. Attualmente decimo nella classifica dei freshman runner all-time, potrebbe guadagnare ulteriori posizioni prima di concludere la sua stagione d’esordio in NCAA.

Shayne Skov
Shayne Skov

Best Defensive Player. Il linebacker di Stanford Shayne Skov, anima della difesa dei Cardinal che ha fermato la numero 2 Oregon giovedì scorso; reparto che ha guidato con 9 tackles, 2 forced fumble, 1 fumble recovered, e 1 pass defended, rivelandosi una vera e propria spina nel fianco per tutto l’attacco dei Ducks e soprattutto per il quarterback Marcus Mariota, messo più di una volta in difficoltà dalle giocate del senior originario di Guadalajara, in Messico, il cui nome è già appuntato da tempo sul taccuino degli scouts NFL.

Best Special Team Player. Il sophomore Nelson Agholor, receiver di Southern California che nel derby contro i Golden Bears ha riportato in endzone due punt, al termine di altrettante galoppate da 75 e 93 yards con le quali ha pareggiato il record di punt ritornati in TD in una singola partita della Pac-12; con il secondo ritorno, nel quale ha ricoperto una distanza di 93 yards, ha firmato anche il secondo punt return più lungo nella storia dei Trojans. Un bel modo, indubbiamente, per coronare una giornata indimenticabile, chiusa con 168 yards totali che segnano il nuovo record di USC.