NCAA 4th and inches: storie, risultati e curiosità della week 8

La sorpresa del fine settimana è stata la sconfitta in extremis di Ohio State, che non ha ancora perso il treno playoffs ma ha di certo subito un ridimensionamento dopo lo stop impostogli da Penn State, vittoriosa nel finale grazie al ritorno, successivo al field goal bloccato, di Grant Haley, protagonista indiscusso di un match che i Nittany Lions non vincevano da svariati anni.

A lui è toccato l’onere di completare una rimonta incominciata da Trace McSorley, 8 su 23 per 154 yards e 1 TD pass, ad inizio dell’ultimo quarto, e favorita, senza ombra di dubbio, da una defense cha ha saputo tenere testa ai Buckeyes nel momento più difficile, chiudendo le saracinesche per buona parte del secondo tempo; una vittoria importante, che Coach James Franklin non ha esitato ad indicare come quella che riscatta il passato recente di PSU, decisamente migliorata sotto la sua guida.

Grazie alla defense continua a volare a vele completamente spiegate Alabama, che senza tanti fronzoli si sbarazza, 33 a 14, di Texas A&M mostrando la solita superiorità su entrambi i lati della palla ed annullando le armi offensive avversarie con un reparto arretrato che continua a mietere vittime; lo stesso, che sarà orfano dell’ottima safety Eddie Jackson per il resto della stagione, ha già realizzato 10 touchdowns nel 2016, contribuendo attivamente al dominio dei Tide, sempre più la squadra da battere nel panorama del football universitario.

Per la prima volta senza runningback di peso, l’ateneo di Tuscaloosa ha trovato quel quarterback determinante che non ha mai avuto a disposizione negl’ultimi anni, Jalen Hurts, 15 su 25 per 164 yards, 2 touchdown pass, 2 intercetti, e una coppia di ricevitori, Calvin Ridley e ArDarius Steward, in grado di incidere sul match in qualsiasi momento.

Incisività che non manca affatto a Leonard Fournette, che ha fugato ogni dubbio su quale sia il miglior runningback della nazione nella vittoria, 38-21, dei suoi Tigers su gli Ole Miss Rebels, dominando in lungo e in largo nella sfida andata in scena a Baton Rouge, dove ha messo a dura prova la difesa avversaria totalizzando 284 yds in 16 portate ed andando a segno con run da 59, 76 e 78 yards.

Sulla stessa linea d’onda il redivivo Joe Williams, che dopo aver annunciato il ritiro a causa dei continui problemi fisici ha deciso di vestire nuovamente la divisa di Utah per dare una mano ai suoi Utes, rimasti decisamente a corto di runner; il risultato? Il senior è andato a segno in 4 occasioni, 3, 43, 64, e 55 yds, favorendo, con 332 yards conquistate in 29 run, l’affermazione, per 52 a 45, della nuova numero 17 del ranking ai danni di UCLA, frenata anche dai 4 intercetti lanciati dal QB Mike Fafaul.

Se si parla di runner dominanti, non si possono di certo ignorare le prestazioni del solito Donnell Pumphrey, ormai entrato di prepotenza nella Top Ten All-time dei RB NCAA con un’altra prova magistrale, 24 run per 135 yds e 2 touchdowns, nella sfida vinta agevolmente, 42-3, dagli Aztecs su San José State, e del sempre positivo Joe Mixon, che sfrutta l’assenza per infortunio del suo collega Samaje Perine per emergere come uno dei protagonisti principali, 263 yards e 2 TD, nello scoppiettante match, finito 66 a 59 per i Sooners, che ha contrapposto Oklahoma a Texas Tech.

Una partita che ha visto come assenti ingiustificate le rispettive difese e che, nel tempo, potrebbe essere ricordata come quella dei record già solo citando le 1,708 yds, 854 a testa, conquistate dalle due squadre sul terreno di gioco, dove non è mancato il solito botta e risposta tra i due quarterback, vinto, almeno sulla carta, da un Patrick Mahomes II in forma smagliante, capace di completare 52 passaggi su 88 tentativi per 734 yards, 5 TD pass e 1 intercetto.

Purtroppo i suoi numeri, e un TD su corsa, non sono bastati ai Red Raiders per aggiudicarsi una sfida decisa dalle giocate di Baker Mayfield, che si è vendicato della sua vecchia università lanciando per 545 yds e 7 touchdown pass, e Dede Westbrook, autore di 2 segnature in una giornata conclusa con 9 ricezioni all’attivo per 202 yards totali; cifre da capogiro che confermano un momento di forma superlativo del receiver, sempre determinante nelle ultime quattro partite, nelle quali ha accumulato 35 prese per 776 yds e 10 touchdowns.

Sugli scudi anche il WR di Rutgers Andre Patton, che, complice l’infortunio subito da Janarion Grant, si sta rivelando l’arma in più degli Scarlet Knights, sempre pronti a sfruttare i missmatch creati dalle sue misure fisiche, 198 centimetri per 104 kg, per mettere in difficoltà i defensive backs avversari; un po’ quello che è accaduto nel match contro Minnesota, dove ha battuto il cornerback Jalen Myrick andandosi a prendere l’ovale nel punto più alto possibile e realizzando il TD della vittoria per il suo team.

Di tutt’altro tenore la prova che invece ha fornito il solito Desmond King con la divisa degli Hawkeyes, ancora una volta impressionanti sul lato difensivo della palla, dove non perdono occasione di mostrare tutto il loro valore lo stesso corner, il linebacker Josey Jewell, e soprattutto il DT Jalil Johnson, decisivo sia contro le corse, sia nel portare pressione sul quarterback avversario, inchiodato al terreno in ben 2 occasioni nella sfida per l’Hartland Trophy che ha visto Iowa uscire comunque battuta da Wisconsin per 17 a 9, con i Badgers lanciati dal solito Corey Clements, 134 yards e TD.

Sempre più in crisi, e a rischio di salutare anzitempo Austin, Charlie Strong, che nonostante l’ottima prova di Dont’a Foreman, 24 corse per 124 yds che gli hanno permesso di centrare l’ottava prestazione over 100 della ancor giovane carriera, ha visto i suoi Longhorns arrendersi, 21 a 24, ai Kansas State Wildcats del sempreverde Bill Snyder, decano degli head coach che in pochissimi anni ha riportato KSU ai vertici della Big XII.

Conference che vede ancora in testa Baylor e West Virginia, uniche due compagini rimaste imbattute e considerate, almeno finora, le più accreditate outsider per la corsa verso i College Football Playoffs; i Bears, che sfoderano la solita offense iperproduttiva, sfideranno proprio Texas, che li aveva battuti nell’ultima sfida di regular season della passata stagione, il prossimo fine settimana; i Mountaineers, che continuano invece a poter contare su una defense ermetica che ha fermato prima Texas Tech e poi Texas Christian, attacchi prolifici cui hanno concesso rispettivamente 17 e 10 punti, si godono uno Skyler Howard in grandissima forma, reduce dal career high, 4 TD pass, fatto registrare contro gli Horned Frogs, battuti 34-10.

Più a ovest, in Pac-12, dominano sempre i Washington Huskies, che trascinati dai soliti Jake Browning, 291 yds e 3 touchdown pass, e Myles Gaskin, 128 yards e 1 TD, hanno vita facile, 41-17, contro Oregon State, e si apprestano ad affrontare un rush finale che li metterà di fronte a Utah, California, Arizona State e Washington State; proprio i Golden Bears, che affronteranno tra una quindicina di giorni, hanno dato seguito alla crisi di Oregon vincendo 52 a 49 in overtime e rendendo ancora più bollente la sedia di Mark Helfrich, tradito dalla sua squadra nel momento clou della partita ed alle prese con una defense che ha concesso qualcosa come 49.8 punti di media nelle cinque sconfitte rimediate quest’anno.

Problemi che di certo non ha ad Ann Arbor il suo collega Jim Harbaugh, che tra le mura amiche del Wolverine Stadium ha condotto la sua Michigan ad una facile vittoria, 41 a 8, su illinois, unendo al solito, enorme, lavoro del reparto difensivo le prove positive del runner Karan Higdon, 106 yards e TD, e del quarterback Wilton Speight, scelto ancora una volta come starter; sempre in Big Ten continuano a volare i Nebraska Cornhuskers, mai partiti così bene, 7-0, dal 2001, che vincono in rimonta su Purdue 27 a 14, alzando il livello del gioco nel secondo tempo e sfruttando il tredicesimo match da 300 o più yards di total offense della carriera dell’elettrizzante Tommie Armstrong Jr., entrato nel libro dei record dell’università di Lincoln con le – yds totalizzate, per – TD segnati, contro i Boilermakers.

Miglior prestazione della carriera per quanto riguarda anche Zach Terrell, che con 398 passing yards e 3 TD pass contribuisce a mantenere Western Michigan imbattuta al termine del derby con Eastern Michigan, vinto 45-31, respingendo l’assalto disperato degli Eagles, galvanizzati anche dal primo intercetto della stagione lanciato dallo stesso quarterback avversario; dimostratisi più duri e combattivi del previsto, hanno impegnato seriamente i Broncos, che godranno di una fondamentale settimana di riposo in vista di un rush finale che li vedrà far visita a Ball State e Kent State prima degl’ultimi due match casalinghi con Buffalo e Toledo. Riusciranno a chiudere con 0 sconfitte la loro, fin qui, straordinaria season 2016?

La stessa domanda pende sugli altri Broncos, quelli di Boise State, che proprio questa settimana hanno rischiato di capitolare nel pentitissimo match contro Brigham Young, battuti per il rotto della cuffia, 28 a 27, in una nottata poco adatta ai deboli di cuore, caratterizzata da ben cinque turnovers e il field goal decisivo, dalle 44 yards, bloccato ad appena 15 secondi dal termine dalla difesa dei padroni di casa, trascinati sul terreno di gioco da Jeremy McNichols, autore di 2 touchdowns e 249 yards tra corse e ricezioni.

Un ultimo pensiero, infine, per il dirompente Lamar Jackson, che non perde occasione per mettere in mostra tutto il suo enorme talento e dimostrare il suo attuale status di giocatore dominante a livello universitario distruggendo, quasi da solo, North Carolina State, battuta per 54 a 31 da Louisville; il quarterback dei Cardinals rinforza la sua candidatura all’Heisman Trophy lanciando per 355 yards e 3 TD pass, correndo per 76 yds e 1 touchdown, e facendo registrare un nuovo record per l’ateneo con sede nel Kentucky grazie alla trentaquattresima segnatura stagionale.