Big XII Weekend roundup: Week 10.

Baylor (8-0) BCS #5. Se si attendevano risposte dai Bears, sono arrivate nell’anticipo di giovedì scorso contro Oklahoma, un match nel quale Baylor ha ridicolizzato di fatto i Sooners infliggendogli un pesantissimo 41 a 12, ottenuto ancora una volta grazie all’ottima partita disputata dal quarterback Bryce Petty, 204 yds e 3 TD pass, e da una difesa che continua a guidare la Big XII in diverse categorie, tra cui la redzone, una fascia di campo dove il team di Art Briles concede davvero pochissimo. Rimasta una delle poche contender credibili per arrivare fino al BCS Championship, dovrà sperare in un passo falso di Alabama o Florida State per provare a raggiungere un traguardo che per ora non è nulla di più di un sogno, soprattutto calcolando che deve ancora affrontare la pericolosissima Oklahoma State.

Oklahoma State (8-1) BCS #12. Avanza ancora nel ranking grazie all’ottava vittoria stagionale conquistata in un match senza storia contro Kansas, dominata dall’inizio alla fine da un attacco nel quale ormai Clint Chelf pare essersi calato a meraviglia, e che guida, per l’occasione, con 265 yards e 3 touchdown pass lanciati, 2 dei quali ricevuti da Tracy Moore; una buonissima prova per i Cowboys, in vista dell’insidiosa trasferta ad Austin, in uno stadio che solitamente si è dimostrato piuttosto indigesto ad Oklahoma State, uscita con le ossa rotte in tutte le quattro precedenti sfide nella casa dei Longhorns.

Oklahoma (7-2) BCS #18. Il testa a testa con Baylor ha consegnato alla nazione dei Sooners decisamente meno forti di quanto si poteva pensare, e a destare moltissime preoccupazioni nel match perso con i Bears è stato soprattutto l’attacco, letteralmente surclassato dalla formidabile difesa avversaria ed incapace di trovare un qualsiasi modo per reagire ed attuare le contromisure necessarie; una disfatta su tutta la linea che potrebbe segnare il proseguo della stagione di Oklahoma, limitata da un Blake Bell che convince sempre meno, 150 yds, 1 TD e 2 intercetti giovedì notte, e da un gioco di corse che non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello del passato, da sempre uno dei punti di forza di OU.

Case McCoy
Case McCoy

Texas (7-2) BCS #24. Bella vittoria conquistata dai Longhorns nella temibilissima Morgantown, dove West Viriginia è solita far valere il vantaggio di giocare in casa; cosa che non gli riesce con Texas, che nell’overtime riesce ad espugnare il campo dei Mountaineers rilanciandosi all’interno del ranking, grazie ad una grande prova di Case McCoy, che da starting quarterback completa per 283 yards e 3 touchdowns, l’ultimo dei quali decisivo e consegnato nelle mani del fullback Alex De La Torre in un supplementare che poteva spegnere i sogni dell’università di Austin, attesa questo fine settimana da un’altra prova complicatissima, contro Oklahoma State.

Texas Tech (7-3). Altro che Sweet November, l’undicesimo mese dell’anno per i Red Raiders è una vera e propria maledizione, visto che nelle ultime quattro stagioni hanno fatto segnare un poco invidiabile record 1-9 nell’arco dei trenta giorni che lo caratterizzano; numero che potrebbe anche peggiorare visto cosa gli riserverà la schedule nelle prossime settimane, in cui farà visita a Baylor e Texas, team caldissimi al pari di Kansas State, uscita vincente da Lubbock nell’ultimo weekend. Per Texas Tech, che si era illusa dopo la roboante partenza 7-0, il terzo stop consecutivo, ancora dettato dai problemi di esperienza e concentrazione che caratterizzano la giovane compagine allenata da Kliff Kingsbury.

Kansas State (5-4). Sul lato opposto della medaglia i Wildcats del veterano Bill Snyder, che hanno invertito l’andamento di una stagione partita malissimo, e proseguita in maniera ancora peggiore, con tre vittorie consecutive che li hanno portati ad una sola affermazione dalla postseason; risultato raggiunto grazie all’imprevedibile win conquistata su Texas Tech, battuta per 49 a 26 in un match che ha esaltato l’efficienza offensiva di Kansas State, a segno in quattordici dei ventidue drive condotti nelle ultime due partite. Poco spettacolare ma di certo molto produttivo l’alternarsi di Jake Waters e Daniel Sams dietro il centro, con entrambi i quarterback protagonisti di 2 segnature a testa su corsa, a testimonianza di un running game che ultimamente è molto vicino alla perfezione, guidato da un John Hubert che sabato ha realizzato il proprio career high totalizzando 157 yds e 1 TD in 23 portate.

West Virginia (4-6). Nuovo stop per i Mountaineers dopo la vittoria della scorsa settimana su Texas Christian; a fermare la corsa dell’università di Morgantown i Texas, che nonostante la vittoria può ancora puntare ad un bowl, visto che le ultime due partite li vedranno affrontare le due peggiori squadre della conference, Kansas e Iowa State. Due vittorie permetterebbero ai ragazzi di Dana Holgoresen di chiudere con un record in pareggio, un buon risultato per un team in completa ricostruzione dopo aver perso tanti talenti durante l’offseason e che ha provato ad investire su veterani collaudati, come il runner Chris Sims, per cercare di salvare il salvabile.

Texas Christian (4-6). Ritornano alla vittoria gli Horned Frogs, dopo tre durissime sconfitte che hanno di fatto estromesso il team allenato da coach Gary Patterson dalla postseason, in considerazione anche dei prossimi impegni, che li vedranno contrapposti a Kansas State e Baylor; due partite complicatissime nelle quali difficilmente arriveranno le vittorie necessarie per staccare un biglietto verso un bowl, dove certamente avrebbero meritato di presenziare sia Casey Pachall che Trevone Boykin, il primo per chiudere in bellezza la sua carriera universitari, il secondo per accumulare ulteriore esperienza in vista della prossima stagione, dopo una freshman season nella quale ha dimostrato di essere un grandissimo atleta, cosa confermata anche nell’ultima uscita, chiusa con 3 corse in endzone risultate decisive per aver ragione di Iowa State.

Kansas (2-7). Le idee di Charlie Weis si sono rivelate fin qui sbagliate, e dopo aver inutilmente cercato di rilanciare Jake Heaps forse è giunta finalmente l’ora di consegnare l’attacco dei Jayhawks alle giovani mani di Montell Cozart, ragazzo che quando è stato messo in campo ha sempre regalato quel pizzico di imprevedibilità ad una offense tutt’altro che entusiasmante; nella sconfitta contro Oklahoma State non è arrivato il touchdown, ma il freshman originario di Kansas City ha comunque cercato di dare una scossa i compagni, lanciando per 58 yards e correndo per 55. Deve indubbiamente crescere, ma le premesse sono buone, ed immaginare un 2014 migliore per l’ateneo di Lawrence, non è utopia.

Iowa State (1-8). Altro che il calcio nostrano, i Cyclones non hanno ancora vinto una partita nella Big XII eppure lo stadio di Ames era pieno zeppo per il match contro Texas Christian, perso solo nel quarto finale a causa di un’invenzione di Trevone Boykin, che ha invalidato quanto di buono aveva fatto Iowa State, a segno con il sophomore quarterback Sam B. Richardson, 15 yards su corsa, e DeVondrick Nealy, su kickoff return da 98 yds. Per i tifosi arrivati in massa al Jack Trice Stadium, ringraziati da molti giocatori via twitter per il loro sostegno, le gioie sono rimandate alla prossima stagione.

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Shock Linwood
Shock Linwood

Best Offensive Player. Il runningback di Baylor Shock Linwood, che ha preso il posto del titolare Lache Seastrunk e del primo backup Glasco Martin, entrambi infortunati, senza farli assolutamente rimpiangere nel match vinto contro Oklahoma, nel quale ha corso per 182 yards in 23 portate, consentendo ai Bears di mantenere il controllo su cronometro e poi colpire con i precisi lanci del quarterback Bryce Petty; redshirt freshman da Linden, TX, dalla prossima stagione godrà certamente di maggior spazio nel team allenato da Art Briles.

Best Defensive Player. Ancora una volta uno dei migliori difensori della conference si è dimostrato Ryan Mueller, defensive end di Kansas State che dinnanzi al miglior attacco aereo della nazione non si è fatto intimorire ed ha contribuito alla vittoria dei Wildcats con 5 tackles e 3.0 sacks, suo attuale career high; oltre a lui, nella difesa di K-State si sono distinti il linebacker Darius Willis, senior che ha chiuso con 6 placcaggi e il cornerback Randall Evans, autore di 10 tackles e 1 pass defended nel 49 a 26 inflitto a Texas Tech.

Best Special Team Player. Il cornerback di Oklahoma State Justin Gilbert, che ha aperto alla grandissima la partita con Kansas con un coast to coast sul kickoff iniziale che gli ha permesso di realizzare il record della Big XII con 6 touchdowns su ritorno segnati in carriera; numero che permette al senior da Huntsville, TX, di rimanere in lizza anche per il record NCAA di 7 segnature, attualmente detenuto dall’ex di Clemson T.J. Spiller e dall’ex di Houston Tyron Carrier, che hanno chiuso le loro carriere, rispettivamente, nel 2009 e nel 2011. Gilbert, che invece terminerà la sua avventura collegiale quest’anno, ha ancora due match davanti per cercare di raggiungerli e, perché no, magari anche superarli.