Big Ten Weekend roundup: week 10.

Ohio State (9-0) BCS # 3. Il turno di bye porta comunque bene ai Buckeyes, che salgono al terzo posto del ranking BCS grazie alla sconfitta subita da Oregon, che ha aperto, ancor di più, le porte del National Championship Game ai ragazzi di Urban Meyer, rimasti imbattuti finora e con buonissime probabilità di chiudere senza sconfitte la loro regular season, visto che gli rimangono da affrontare solo Illinois, Indiana e Michigan; tre sfide decisamente alla loro portata, che certamente gli permetteranno di consolidare la loro posizione di testa nella Leaders Division, in attesa, magari, di un passo falso delle prime due per puntare anche alla finale nazionale.

Michigan State (8-1) BCS # 16. Fermi anche gli Spartans per osservare il turno di riposo e preparare al meglio l’importantissima trasferta di Nebraska, dove si giocheranno la leadership nella Legends Division e le loro chances di avanzare ulteriormente nel ranking, dopo l’impennata successiva alla vittoria nel derby contro Michigan, nel quale i ragazzi di coach Dantonio sono stati irreprensibili, concedendo poco o nulla ai Wolverines e sfruttando il grandissimo stato di forma di Jeremy Langford, 120 yds e TD nel match dello Spartan Stadium, attuale leading rusher del team con 775 yards e 10 touchdowns in stagione.

James White
James White

Wisconsin (7-2) BCS # 22. Altra vittoria per i Badgers, che continuano a mostrare una solidità impressionante in queste ultime settimane, nelle quali sono rientrati stabilmente nel ranking e si sono aperti uno spiraglio verso un BCS Bowl di prima fascia; una crescita coincisa con la definitiva esplosione di James White, senior runningback che per anni ha vissuto nell’ombra dei tanti titolari che si sono alternati nel backfield di Wisconsin, prima Clay, poi Ball, ora Gordon, ma che non ha mai fatto mancare il suo apporto alla squadra. Ancora una volta decisivo, contro Brigham Young ha corso per 147 yards, 2 touchdowns, e ricevuto per 47 yds, mettendo le mani sull’unico pass lanciato in endzone dal quarterback Joel Stave.

Minnesota (8-2). Stupiscono ancora i Golden Gophers, che vincono anche contro Penn State e si mantengono in lizza per la Leaders Division, in attesa della sfida decisiva, contro Michigan State, nell’ultima settimana di college football; prima del testa a testa con gli Spartans altro match impegnativo con Wisconsin, dopo il turno di bye. Fino ad allora, i ragazzi di Jerry Kill avranno modo di affinare ulteriormente il loro running game, che fin qui ha dato grandi soddisfazioni all’università di Minneapolis, consentendogli di raggiungere il ventesimo posto della nazione per media di yards corse e strappare importanti vittorie, non ultima quella con i Nittany Lions, contro i quali ha inciso come al solito parecchio il tandem formato dal QB Philip Nelson, 186 passing yards, 1 TD pass, 40 rushing yards, 1 touchdown, e il RB David Cobb, 139 yards corse e 1 rushing TD.

Nebraska (7-2). La lotta per Leaders si fa serratissima, e i Cornhuskers rimangono stabilmente in lizza dopo la vittoria conquistata domenica ad Ann Arbor, contro una Michigan messa a durissima prova dalla difesa del team allenato da Bob Pelini, in grado di tenere al di sotto delle 200 yards, 175, l’attacco dei Wolverines; defense solidissima ed attacco efficace, che ha trovato nuova linfa con l’avvento di Tommy Armstrong Jr., freshman quarterback che non sta facendo per nulla rimpiangere la stella Taylor Martinez, e che ha inciso domenica con il TD pass decisivo, confezionato per il runningback Ameer Abdullah, altro grandissimo protagonista di questa stagione, a segno anche al Michigan Stadium su corsa da 8 yards.

Michigan (6-3). Crollo verticale per i Wolverines, che nelle ultime due settimane hanno collezionato le peggiori prestazioni consecutive di sempre per un college FBS per quanto riguarda le yards corse, marcando il segno meno sia nel derby con Michigan State che contro Nebraska domenica; -48 e -21 che pesano come un macigno per il college di Ann Arbor, alle prese con la ricostruzione della linea offensiva e con un quarterback che pare aver perso completamente fiducia nei propri mezzi atletici. Devin Gardner, che dopo la vittoria con Notre Dame si era già lanciato in proclami eclatanti, fatica ora ad incidere, anche se a dire il vero, nella banda di Brady Hoke, sembra l’unico a capirci ancora qualcosa, come dimostra il TD pass che ha tenuto viva Michigan fino alla fine dell’ultimo quarto.

Iowa (6-4). Staccano il biglietto per un Bowl gli Hawkeyes di coach Ferentz, che vincono agevolmente a West Lafayette, surclassando Purdue con 318 yards corse e 191 passing yards lanciate dal solo quarterback Jake Rudock, a segno anche con 2 TD pass; protagonista della sesta vittoria che vale il ritorno in postseason, dopo un 2012 perdente, il runner Jordan Canzeri, sophomore originario di Troy, New York, che ha corso per 165 yards e 1 touchdown, facendo segnare quello che per ora è il suo career high a livello universitario. Una bella iniezione di fiducia in attesa di un impegnativo rush finale che vedrà Iowa contrapposta a Michigan e Nebraska dopo il bye di questo fine settimana.

Penn State (5-4). Prosegue a corrente alternata la stagione dei Nittany Lions, che perdono la quarta partita del 2013 nella trasferta di Minnesota ma rimangono comunque in corsa per conquistarsi l’accesso ad una finale, un traguardo che potrebbero tagliare facilmente nel prossimo impegno contro Purdue; il team di Bill O’Brien presenta ancora diverse lacune, sia in fase difensiva che offensiva, carenze in parte determinate dalle sanzioni inflittegli dalla NCAA e in parte dalla mancanza di esperienza di molti uomini chiave, come il quarterback Christian Hackenberg, che nonostante gli ottimi numeri stagionali, 2,187 yds, 13 TD, 8 INT, commette ancora qualche peccato di gioventù, come il fumble ad 1 yard dall’endzone che ha permesso ai Gophers di segnare in tutta tranquillità.

Cody Latimer
Cody Latimer

Indiana (4-5). Se scendono in campo gli Hoosiers non ci si annoia mai, visto lo spettacolo garantito da un attacco esplosivo e da una difesa che concede sempre tantissimo alle compagini avversarie; dopo le 1,323 yards totalizzate, dai due team, nella sfida contro Michigan, Indiana ha replicato senza mezze misure con Illinois, spartendosi con i Fighting Illini 1,262 yds sabato. La differenza, nel caso, l’hanno fatta il WR Cody Latimer, 189 yds e 3 TD in 11 ricezioni, e i runningbacks Tevin Coleman, 215 yds corse, 2 touchdowns, e Stephen Houston, 150 rushing yards, 2 TD, protagonisti indiscussi nella quarta vittoria stagionale del college di Bloomington, che dovrà cercare il miracolo con Wisconsin o Ohio State per tener vive le flebili speranze di postseason.

Northwestern (4-5). Bye week per i Wildcats, che provano a ricaricare le pile dopo aver invalidato una buonissima partenza, quattro vittorie, con cinque sconfitte consecutive che hanno fatto infuriare parecchio coach Pat Fitzgerald, costretto ora a sperare quasi in un miracolo per centrare la qualificazione ad un bowl; la settimana di pausa si è rivelata comunque utile a Northwestern, che dovrebbe recuperare più di dieci giocatori infortunati per il rush finale, che li vedrà contrapposti a Michigan, Michigan State e Illinois, all’inseguimento della prima vittoria stagionale dentro la Big Ten.

Illinois (3-6). Ancora una volta i Fighting Illini sembravano sul punto di porre fine alla lunga striscia di sconfitte intraconference, che dura dal 2011, nel match contro Indiana, invece dopo il pareggio raggiunto ad inizio ultimo quarto, 35-35, si sono arresi al dirompente attacco avversario e hanno chiuso senza riuscire più a segnare alcun touchdowns, nonostante le concessioni della difesa avversaria; reparto che ha favorito due tra le migliori prestazioni della carriera al quarterback Nathan Scheelhaase, 450 passing yds, 2 TD pass e 1 INT, e al wide receiver Steve Hull, 224 receiving yds e 2 touchdowns.

Purdue (1-8). L’unica cosa positiva del weekend per i Boilermakers è che hanno messo fine ad un digiuno che durava dal 12 ottobre, tornando a segnare un touchdown, nel corso del secondo quarto, con Kurt Freytag, su passaggio del QB Danny Etling; azione ripetuta nel quarto finale, quando invece è stato il backup QB Austin Appleby a completare per Danny Anthrop, rendendo meno amara un’altra settimana avara di soddisfazioni per Purdue, che continua a presentare parecchi limiti in fase difensiva e fatica a respingere gli assalti palla a terra degli avversari. Stagione da archiviare il prima possibile.

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Best Offensive Player. Il runningback di Indiana Travis Coleman, che con due corse, da 75 e 64 yards, ha segnato altrettanti touchdowns decisivi per la vittoria ottenuta dagli Hoosiers su Illinois; affermazione che tiene vive le speranze di postseason e che regala il primo riconoscimento al sophomore, primo giocatore dell’università di Bloomington a superare le 200 yards corse in una sola partita dopo BenJarvus Green-Ellis, che riuscì nell’impresa nel 2003. A distanza di dieci stagioni Coleman rinnova il record, aggiudicandosi anche il primo riconoscimento della sua ancor giovane carriera.

Best Defensive Player. Il defensive end Randy Gregory, protagonista indiscusso nella difesa di Nebraska che ha costretto Michigan a chiudere con un deficit di 21 yards su corsa; il talentuosissimo sophomore da Fishers, Indiana, ha contribuito a rendere pessima la giornata del QB avversario Gardner inchiodandolo per 3 volte al terreno, registrando altrettanti sacks che per ora rappresentano il suo career high. Sulla scia del fenomenale Ndamukong Suh, fu lui l’ultimo Cornhuskers ha mettere a segno 3.0 sacks nello stesso incontro, primo riconoscimento della carriera anche per questo interessantissimo prospetto, che promette di diventare uno dei migliori cacciatori di quarterback nella storia del college di Lincoln.

Best Special Team Player. Il punter di Minnesota Peter Mortell, giocatore al secondo anno che ha costretto Penn State a partire sempre da posizioni di campo scomodissime, piazzando tre punt dentro le 20 yards, 1 yd, 2 yds e 12 yds, che hanno permesso ai Golden Gophers di tenere saldamente in mano il controllo del match; partita nella quale lo specialista originario di Green Bay ha inoltre totalizzato 184 yards su 4 punt calciati, compreso quello che per ora rimane il più lungo della sua carriera, da 62 yds.