8 Giugno 1966: fusione tra NFL e AFL, nasce la nuova National Football League.

In questo giorno, nel 1966, nacque la National Football League che conosciamo oggi, grazie ad un accordo raggiunto tra la storica NFL e la sua principale rivale, la American Football League, che in pochi anni dalla sua nascita, 1960, era diventata una serissima competitor della lega nata nel 1920, intaccandone quel monopolio che, almeno fino a quel momento, era stato suo nel mondo del football professionistico.

Un’esclusività della NFL che in alcuni casi si era mescolata anche con l’arroganza, vista la decisione con cui i dirigenti della stessa si erano sempre opposti al tentativo di Lamar Hunt, figlio del ricco magnate del petrolio, di entrare nella lega, o tramite la creazione di un expansion team o, come cercò di fare nel 1959, acquistando i Chicago Cardinals, in società con Bud Adams, per poi trasferirli nel suo Texas, e più precisamente nella città dove viveva, Dallas.

Colpo che non riuscì a mettere a segno e che lo portò a dedicarsi, anima e corpo, alla creazione di una nuova lega, che potesse contrastare quella che aveva sempre rifiutato il suo ingresso e, di rimando, i suoi soldi; nel farlo individuò una serie di mercati interessantissimi, e fino a quel momento ignorati dalla NFL, in cui far nascere delle squadre di football, e cercò degli investitori locali per attuare il suo piano.

Una strategia di fatto perfetta, che gli permise di schierare ben 8 franchigie alla stagione inaugurale della AFL nel 1960, oltre ai suoi Dallas Texans, i Boston Patriots, i Buffalo Bills, i Denver Broncos, gli Houston Oilers, i Los Angeles Raiders, i New York Jets, e gli Oakland Raiders, andando a riempire diversi bacini d’utenza degli States che non erano ancora entrati nell’orbita della lega avversaria, la quale aveva provato a porvi rimedio proprio in quello stesso anno, creando i Minnesota Vikings e i Dallas Cowboys, questi ultimi dopo aver cercato, inutilmente, un appoggio di Hunt per la nascita di un team professionistico nella metropoli texana.

Respinto costantemente in precedenza, il ricco petroliere aveva infatti deciso di puntare tutto sulla American Football League ormai prossima a partire, e la sua decisione si rivelò corretta con il passare degl’anni, in cui le franchigie che la componevano riuscirono a strappare sempre più talenti a quelle della lega avversaria, assicurandosi alcuni dei migliori prospetti che uscivano dalle università americane ogni anno.

Oltre a loro, a rimpolpare i roster delle squadre ci pensarono i cosidetti “rifiuti della NFL”, ovvero quei giocatori che erano stati rilasciati dai team che componevano la lega rivale e non venivano più considerati dalla stessa; un mix che in breve tempo permise alla AFL di conquistare importanti porzioni di mercato, attirando fans, colpiti anche dal gioco decisamente più spettacolare, favorito dall’utilizzo di un pallone leggermente più piccolo che consentiva agl’attacchi di puntare maggiormente sui passaggi, e quindi di sviluppare i propri playbook in maniera diversa rispetto a quelli conservativi della NFL.

La strada tracciata era chiara, e a dare ancora più spinta alla crescita della AFL fu la sciagurata decisione dei New York Giants, che scelsero di ignorare il tacito accordo, vigente tra le due contendenti, di non ingaggiare un giocatore della lega rivale, e acquisirono il kicker dei Bills Pete Gogolak; azione che scatenò la rappresaglia del gruppo di owner guidati dal nuovo commissioner Al Davis, che fece firmare contratti faraonici ad alcune star della NFL, tra i quali Mike Dikta, e aprì la strada alla fusione tra le due leghe, visto anche il timore, da parte di quella storica, di perdere mercato e appeal.

I primi sentori della possibile creazione di un unico campionato si ebbero nei primi mesi del 1966, quando il general manager dei Cowboys Tex Schramm, grande amico del commish Pete Rozelle, contattò segretamente Lamar Hunt e altri owner delle franchigie AFL, ad esclusione di Davis, per cercare di trovare un punto d’incontro che permettesse di unire i due tornei e guardare al futuro, nel mondo del football professionistico, insieme.

Un sogno che di fatto divenne realtà poche settimane dopo, quando, in una sera di Giugno, a New York, venne annunciata la fusione che passò alla storia come “NFL-AFL merger”, ovvero quella che gettò le basi per la moderna NFL, con due conference distinte, American e National, e i loro rispettivi campioni pronti a contendersi il titolo nel match che, di li a pochi anni, sarebbe stato universalmente riconosciuto come Super Bowl, l’evento televisivo più seguito al mondo.

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