7 Giugno 2005: la caduta di Onterrio Smith

Dieci anni fa esatti, una delle più grandi promesse della National Football League osservava i suoi sogni d’atleta crollare mentre leggeva il comunicato appena emesso dalle lega, nel quale veniva formalizzata la sua sospensione di due anni per aver violato, per la terza volta in carriera, la politica sull’abuso delle sostanze.

Quel giovane uomo era Onterrio Smith, talentuosissimo runningback che i Minnesota Vikings avevano pescato nel Draft di 2 anni prima, approfittando della sua discesa fino al quarto giro a causa di alcune strane voci che giravano sul suo conto, riguardanti principalmente il suo rapporto, quasi morboso, con la marijuana.

Proprio a causa di quest’ultima era già stato allontanato dall’università di Tennessee, con la quale aveva firmato al momento del recruiting, nel 1999, e costretto a cambiare costa, città, e squadra, accasandosi a Eugene, Oregon, dove nel 2001 rilanciò alla grandissima la sua carriera collegiale.

Ottimo mix di potenza, velocità e visione, Smith in due stagioni con i Ducks accumulò 2,199 yards e 19 touchdowns, rivelandosi uno dei migliori prospetti del ruolo a livello nazionale, e attirando su di se gli interessi di diverse franchigie professionistiche.

Come anticipato, a scommettere su di lui fu il team di Minneapolis, che lo selezionò duratnte il Draft del 2003 per affiancarlo a Michael Bennett, runningback che non aveva del tutto convinto nelle stagioni precedenti.

Il suo esordio con i Vikes fu piuttosto positivo, corse per 579 yds e 5 touchdowns da rookie, settando il nuovo record di yards conquistate da una matricola del team contro Chicago, match in cui totalizzò 148 yds in 27 portate.

Numeri quasi replicati solo sette giorni più tarni, quando ne accumulò 146 al Metrodome, affrontando la difesa dei Kansas City Chiefs, ma che non servirono comunque a placcare il suo ego, che lo portò addirittura a radersi i capelli in modo che fosse ben leggibile la scritta SOD”, abbreviazione di “Steal of the Draft”, appena dopo essere stato messo sotto contratto da Minnesota.

Simile, per prestazioni e statistiche, la seconda season di Smith con i Vikings, 544 yards e 2 TD, nella quale fu parzialmente limitato da una sospensione di 4 partite subita a causa di una nuova positività riscontratagli durante un test antidroga.

La terza sanzione, quella che gli fù di fatto fatale, gli venne comminata pochi mesi più tardi, quando fu fermato al Minneapolis-.Saint Paul International Airport in possesso di un Whizzinator, strumento utile per aggirare i controlli antidroga; tramite questo artifizio era infatti possibile ripulire la propria urina e falsificare l’esito degli esami, cosa che indusse la NFL ad agire nell’immediato, notificando al giocatore una sospensione di due anni solo pochi giorni dopo, il 5 Giugno 2005.

Da quel giorno, di fatto, la vita di Smith non è più stata la stessa, e dopo aver inviato, senza successo, una richiesta di reintegro un anno più tardi, respinta a causa della sua mancata frequentazione di un seminario antidroga impostogli dalla lega, venne rilasciato dai Minnesota Vikings, nel frattempo affidati ad un nuovo coach, Brad Childress, che lo liquidò dichiarando “a noi servono dei giocatori seri”.

La sua storia con il football non si fermò però in quello sciagurato 2006, perchè comunque il prodotto di Oregon cercò di rientrare nel giro firmando con i Winnipeg Blue Bombers, in CFL, l’anno successivo, al termine della sospensione comminatagli dalla NFL; l’avventura oltreconfine durò però lo spazio di pochi allenamenti, e complici un infortunio al piede e qualche chilo di troppo, il runner tornò presto nella sua città natale, Sacramento.

Purtroppo per lui, anche la storia con le droghe non terminò nel Giugno del 2005, ma proseguì anche in California, dove subì due arresti, per guida sotto influenza di sostanze proibite, nel 2007 e nel 2008, l’ultimo, sia in ordine di tempo, sia per quanto riguarda la fedina penale di Smith, che da allora ha cercato realmente di rimettere in sesto la sua vita, collaborando attivamente con la Grant Union High School, il liceo in cui, oltre ad essere una star, mosse i primi passi nel football.

Da li, dal suo quartiere, ha cercato di ritrovare se stesso, impedendo ai giovani componenti del programma di football di commettere i suoi stessi errori; chi lo conosce bene, famigliari, amici, parenti stretti, ha sempre detto di Smith “Onterrio non è un cattivo ragazzo, ha solo preso delle decisioni sbagliate”.

Chi invece lo ha conosciuto sul terreno di gioco, ha sempre pensato ad una sola cosa, ovvero a ciò che avrebbe potuto diventare se avesse avuto la testa sul collo; eloquente, in tal senso, un video pubblicato tempo fa da un blog dedicato ai Ducks, dal titolo “What could have been?” (Che cosa avrebbe potuto essere?), in cui sono raccolte le azioni di Smith con la divisa di Oregon.

OnterrioSmith