In-door football!

Quando la New York and Harlem Railroad decise di realizzare il nuovo Grand Central Depot a nord di 42nd Street, il vecchio deposito tra East 26th Street e Madison Avenue, a Manhattan, rimase inutilizzato e l’azienda ferroviaria decise di affittarlo.

Il grande spazio aperto che misurava 130 metri per oltre 60, fece gola a diversi impresari ed il primo che ci mise le mani fu Barnum, quello del Circo Barnum, che vi disegnò all’interno un’arena ovale e la chiamò “Great Roman Hippodrome”, dopo cinque anni di circhi, l’edificio fu affidato in affitto al compositore e direttore bandistico Patrick Sarsfield Gilmore che lo riadattò a spazio per concerti, incontri semi illegali di boxe e… esposizioni canine. Ma nonostante questo cedette lo spazio che fu preso in affitto da W. M. Tileston che provò a farci un maneggio, dei campi da tennis e una delle prime piste di ghiaccio degli Stati Uniti, nel 1879.

Il primo Madison Square Garden

Nel 1877 morì l’ottantatreenne Commodoro Vanderbilt e suo nipote William Kissam a maggio del 1879 riprese il controllo dello spazio e continuò sulla falsariga degli eventi sportivi e degli spettacoli realizzando una pista indoor per l’atletica leggera a cui aggiunse un velodromo, annuali esibizioni ippiche, gare ciclistiche e diversi eventi di boxe che fecero abbondantemente il tutto esaurito.

Tuttavia, rimaneva pur sempre un deposito, pur riadattato per varie volte.

Una delle ultime esibizioni fu patrocinata dalla appena nata Amateur Athletic Union che promosse un evento indoor di due sport giocati solo all’esterno, il lacrosse ed il football.

Quest’ultimo festeggiava, nel 1889, i vent’anni di vita dalla prima gara disputata tra la Rutgers ed il College of New Jersey nel 1869.

Proprio la Rutgers fu invitata, con la sua squadra collegiale, a disputare tale gara il 19 gennaio, di fronte ai Pennsylvania Quakers di Woody Wagenhorst, che aveva terminato la sua quarta stagione nella prestigiosa Intercollegiate Football Association.

Il Cornell Daily Sun riportò entusiasticamente la gara:

Nearly 20,000 people were present and the contests were quite exciting. In the game of football, the University of Pennsylvania defeated the Rutgers team by a score of 10 to o. The halves were of twenty minutes each. Pennsylvania’s centre was much the heavier and easily scored two touch-downs and a goal.

L’arena, diventata “patched-up grumy, drafty combustible, old shell” come la definì l’Harper’s Weekly, fu venduta da Vanderbilt a un sindacato che sei mesi dopo la demolì per realizzarvi il secondo Madison Square Garden. Qui si tenne (bizzarrie della sorte) il primo incontro professionistico di football americano indoor con le World Series of Football.

Pennsylvania vinse la gara del 1889 in relativa facilità ed il football vinse la sua battaglia contro chi considerava “strano” giocarlo al coperto. Dall’esperienza del Madison Square Garden, la squadra di Woody Wagenhorst maturò una ingegnosa idea: invitare Princeton, che negli anni aveva sempre inflitto pesantissime sconfitte ai Quakers, per giocare una gara primaverile, indoor.

Ma indoor veramente, all’interno della Academy of Music di Penn, il 3 marzo 1889.

La Academy of Music di Philadelphia
La dove si era esibita Jennie Lind, “the Swedish Nightingale“, sarebbe stato realizzato uno spazio temporaneo per la gara. A questo punto i pareri sullo spazio si fanno dissonanti, ma è probabile che lo campo di gioco fosse poco più di 200 piedi per una larghezza misera di 50 piedi di larghezza, nonostante, a quanto pare, fosse stato rimosso il palco. Vennero adottate regole modificate con solo 3 down per il guadagno, porte alle estremità del campo sul cui fondo di legno era stato spalmato un materiale appiccicoso su cui erano stati posati tre strati di cotone, l’antesignana dell’erba sintetica.
Giocarono qui dentro!!!

Tale fondo rese le cadute frequentissime ed il gioco furioso e spezzettato, con grande divertimento della crema della società di Philadelphia accorsa a vedere quei ragazzi darsele di santa ragione. Penn schierò la squadra al completo, mentre gli avversari che si presentarono come Riverton Club, furono in parte giocatori o ex giocatori di Princeton tra cui il futuro All-America “Snake” Ames.

Si può immaginare lo stridente contrasto tra le imbellettate debuttanti presenti sugli “spalti” a tifare, e la violenza con cui si giocava, senza protezioni in quel periodo, con giocatori che ruzzolavano contro gli spalti di panno rosso che di solito vedevano danzare, più che picchiarsi. La decenza vittoriana che aveva vietato alle donne di partecipare alle gare sportive, in quell’occasione era andata a farsi friggere, ed il football, in generale riuscì a scardinare questo bando femminile laddove non erano riusciti altri sport già più conosciuti all’epoca.

La gara, o la zuffa, date le dimensioni del campo, finì 0-0, con Penn che riuscì ad entrare in area di meta ma non riuscì a “schiacciare” a terra la palla, come era da regolamento all’epoca. Pur avendo trovato un grande coinvolgimento del pubblico ed un buon riscontro al botteghino, il Philadelphia Inquirer sentenziò tra il crudo ed il lapidario:

“All the players were winded, all were bruised. Some had their clothes torn. One had a black eye. Two were scratched on the faces. Twenty-two voted in-door football a failure.”

Non molto distante da quello che poi è successo: il football è rimasto un gioco a fortissima prevalenza outdoor e le versioni indoor assomigliano, ora che sono regolamentate, a dei flipper impazziti. Tuttavia, all’epoca, i Quakers ce la misero tutta per indicare una nuova via per questo sport, rimediando solo qualche ammaccatura extra rispetto alle gare sull’erba.