Filchock, Hapes, ed il NFL Championship del 1946

Alvin J. Paris era un bookmaker evidentemente molto conosciuto a New York, se in un periodo in cui il gioco d’azzardo fioriva, la polizia della Grande Mela lo teneva d’occhio così strettamente da registrare le sue chiacchierate telefoniche. Probabilmente l’attenzione per lui derivava dal fatto che, come secondo lavoro (ma più probabilmente come corollario del primo) andava in giro per conto di un gruppo di giocatori d’azzardo di Elizabeth, New Jersey, a dare via mazzette per truccare gli eventi sportivi, tra cui a quanto pare persino gli incontri di Rocky Marciano.

I Giants al Polo Grounds nel 1925

In quei giorni di fine ’46, New York si stava preparando ad un evento che non ha certo la portata odierna, ma che comunque attirava già folle di oltre 50.000 spettatori: la finale del campionato professionistico di football, NFL Championship, previsto per il 15 dicembre al Polo Grounds. Di fronte si sarebbero trovati i New York Giants, padroni di casa e vincitori della Eastern Division, ed i Chicago Bears, guidati da Sid Luckman, e vincitori della Western Division.

La stagione fino a quel momento andava ricordata per due cose: lo sbarco del football pro sulla West Coast dopo l’addio dei Rams a Cleveland e la loro riallocazione a Los Angeles, e l’implementazione di quella che viene ricordata come la “Baugh/Marshall Rule” ovvero l’automatica chiamata di passaggio incompleto qualora la palla tocchi la porta.

Il terzo fatto memorabile fu molto meno sportivo e molto più torbido: il giorno prima della partita, due giocatori dei Giants, il quarteback Frank Filchock ed il fullback Merle Hapes, furono accusati di aver preso tangenti dal sig. Paris sopra detto, per “aggiustare” la gara contro Chicago: 2.500 dollari più parte dei proventi di una scommessa da 1.000 dollari sulla vittoria dei Bears di più di 10 punti.

Il sindaco William O’Dwyer fu informato dell’inchiesta promossa dal procuratore Frank S. Hogan, già assistente del procuratore distrettuale di New York, Thomas Dewey. O’Dwyer informò di persona i comproprietari dei Giants Jack Mara e Wellington Mara ed il commissioner Bert Bell, illustrando gli elementi probatori della polizia contro i due. Dodici ore prima della gara, alle due di notte, il sindaco, Tim Mara, Bell ed il commissario di polizia Arthur Wallander si videro a Gracie Mansion e il sindaco interrogò personalmente i giocatori uno alla volta. Hapes ammise che gli fu offerta una tangente mentre Filchock negò di essere stato parte di una corruzione. Diverse ore dopo, Paris fu arrestato e confessò di aver corrotto i giocatori. Hapes fu sospeso da Bell a tempo indefinito, Filchock ottenne il permesso di giocare la gara che non fu certo facile, già dall’accoglienza fatta di sonori “boooooo” riservati al presunto traditore.

Filchock, rimasto sveglio fin quasi all’alba, con il naso rotto per una azione di gioco, completò 9/26 per 128 yard, collezionando sei intercetti. New York perse 24-14. L’AP il giorno successivo sentenziò:

Alvin J. Paris, a self-styled ‘big bettor’ on athletic contests, was arraigned on a bribery charge, accused of having offered Merle Hapes and Frank Filchock, Giant backfield men, $2,500 each to agree not to play their best in the championship contest. Police exonerated both players but Hapes was kept out of the game at the order of Bert Bell, commissioner of the league. Filchock, the key man in the Giants’ backfield, played virtually all the game.

I Bears campioni NFL 1946

 

Paris venne scarcerato il 26 dicembre ed infine condannato per corruzione l’8 gennaio successivo, ma la pena fu sospesa perchè lo stesso Paris divenne testimone dell’accusa per un secondo processo che coinvolse l’associazione a delinquere che aveva architettato la corruzione, al termine del quale vennero irrogate condanne dai cinque ai dieci anni di carcere, mentre Paris se la cavò con nove mesi. I due giocatori vennero scagionati dall’accusa di corruzione, nonostante secondo Paris, Hapes avesse accettato i soldi senza fare una piega, ma Bell irrogò ad entrambi la sospensione a tempo indeterminato dal football professionistico statunitense, perchè con il loro comportamento avevano leso l’immagine della NFL e del football professionistico. Anche se furono poi riabilitati (Filchock nel 1950, quando giocò per i Colts, Hapes nel 1954), i due Giants rimangono i primi ma soprattutto i più duramente squalificati nella storia della NFL.