Una sconfitta che fa paura. Houston Texans Week 9 Recap vs. Indianapolis Colts

Pochi secondi dalla fine, l’ultimo drive per Houston che ha la possibilità di portarsi in vantaggio di uno, dopo una partita opaca e difficoltosa. Quella palla doveva pesare tantissimo perchè non si stava decidendo solo il risultato di un match, ma in un certo senso forse quel drive poteva essere il segnale di una squadra ancora a galla; a pezzi, per nulla convincente, ma ancora faticosamente a galla.

Il tempo viene gestito malissimo, le scelte di passaggio pure, si sprecano in un attimo 3 down a 7 yards dalla vittoria. All’ultimo snap, quello dei film in cui il QB trova in endzone il suo uomo all’ultimo secondo, la realtà si abbatte pesantissima su Houston, così come Jabaal Sheard si abbatte violentement su Tom Savage, strappandogli via il pallone e segnando il game over. Vincono i Colts 14-20; la rimonta non arriva; la nave affonda.

È solo una sconfitta, e su questo non ci sono dubbi. Ma questa sconfitta, in questo momento, contro questi avversari potrebbe significare molto di più di una semplice L in più nel record dei Texans.
Senza mezza squadra ormai e dopo il duro colpo di aver perso Deshaun Watson, per Houston i Colts dovevano essere la squadra contro la quale trovare il coraggio per andare avanti e soprattutto contro la quale accumulare vittorie.
Magari, anche dopo una partita tutt’altro che convincente, sarebbe bastata quella rimonta all’ultimo secondo per ridare speranza alla squadra per guardare avanti e dire “siamo malconci, dobbiamo rincorrere, ma dannazione: tutto sommato siamo ancora lì”.
Invece non arriva nessuna rimonta, solo un’altra pesantissima sconfitta, mentre le telecamere inquadrano un Watson disperato sulla sideline, quasi fosse la copertina di questi Texans.

È assolutamente vero che la sconfitta è stata di misura, ma ciò che preoccupa è che se Houston riesce a malapena a giocarsela contro i Colts (ricordiamo: il peggior attacco dell’NFL e una delle perggiori difese), a cosa può puntare davvero a questo punto? Quali sono le squadre contro le quali si dovrebbero cercare le vittorie necessarie per riagganciare Titans e Jaguars, già avanti di due lunghezze?

L’impressione è che ci sia rimasto poco da dire sulla sfortunatissima stagione dei Texans, così come c’è poco da dire sulla deludente e noiosa partita contro i Colts.

Non sembra il caso di prendersela con Savage, autore di due fumble, 219 yards e 1 TD. La sua partita non è convincente, ma è tutt’altro che disastrosa e addossare su di lui l’intera colpa della sconfitta sarebbe ingiusto. Semplicemente Savage ha rivelato una verità che tutti conoscevamo bene: non è Deshaun Watson. Non ha le caratteristiche di Watson, non ha la mobilità di Watson e questo fa tutta la differenza del mondo, quando davanti hai una linea che ad ogni snap ti costringe a lanciare under pressure. Tom Savage ha fatto del suo meglio, ma non ha l’abilità per poter evitare i blitz avversari e l’ultimo snap ne è quasi la fotografia perfetta.

Si potrebbe invece criticare Bill O’Brien, ma quasi ed esclusivamente per la gestione dell’ultimo drive più che per la partita. Con un primo down guadagnato che ti porta a 7 yards dal TD della vittoria, a 30 secondi dalla fine e un timeout, le scelte logiche sono 3:
1. Chiami un timeout, risistemi l’attacco e ti giochi gli ultimi 4 down cercando il lancio in end zone;
2. Ti tieni il timeout, sprechi un down con uno spike, ma ti giochi gli ultimi 3 down con logica e la tranquillità di avere ancora un timeout;
3. Giochi un rapido snap in no huddle, con la consapevolezza di poter gettare un down, ma cercando di prendere impreparata la difesa, mantenendo comunque il timeout.

O’Brien invece decide di andare in no huddle, con una chiamata confusa e una squadra disorganizzata e impreparata, con Savage che getta ben 11 secondi tra l’assetto della OL e lo snap. Probabilmente la vittoria non sarebbe arrivata comunque, ma la gestione è stata tutt’altro che ottima in questo caso.
Riguardo alla partita invece, i Texans hanno sofferto i Colts e non hanno davvero mai convinto in attacco (salvo aggrapparsi ogni tanto a qualche great catch di Hopkins Fuller), ma il povero O’Brien inizia ad avere i pezzi contati e non è facile far girare bene una squadra a metà.

L’unica costante (ovviamente negativa) di questi Texans invece rimane l’imbarazzante difesa delle secondarie. Anche contro il peggiore degli attacchi, la secondaria di Houston è riuscita a farsi trovare impreparata più volte, concedendo big gain sui lanci di Brissett.

La sconfitta insomma arriva di misura, ma pesa tanto quanto una sconfitta di 50 punti, perchè rischia di segnare ed evidenziare la fine delle speranze dei Texans di questa stagione.
Poi chissà, il football è strano e a fine stagione chi lo sa se i texani saranno ancora lì in gara per giocarsi una wildcard; ma ad essere realisti è molto probabile che la stagione di Houston di quest’anno si sia chiusa in Week 9.

-Divi-