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Lions week 1: Montagne russe emotive 2017 (Cardinals 23 – Lions 35)

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via Detrolions.com

L’annata inizia col botto dopo che tutto sembrava puntare all’ennesima implosione casereccia dei Lions.

Si parte con dei buoni auspici, eppure, con Tavon Wilson che intercetta Carson Palmer per iniziare la partita. Già sulle 26 offensive sembra fatta ma Matthew Stafford inizia la sua permanenza sul trono dei più pagati sparando un intercetto.

Cioè, non è proprio colpa sua quanto merito di Josh Bynes, un ex, che rallenta Golden Tate impedendogli di arrivare in posizione (non che Tate si impegni poi tantissimo, pare). Palla ritornata direttamente in TD.

Squeak!

Un paio di drive dopo, Kasey Redfern, punter all’esordio in NFL, riceve un pessimo snap e non trova lo spazio per calciare. Corre, quindi, fuori dalla propria endzone per cercare di completare il down quasi ce la fa ma viene blastato sulle 13.

Squeak!

In più, lo stesso Redfern si infortuna al ginocchio e pare subito piuttosto grave (stagione finita per lui, purtroppo). I Lions si trovano senza punter e senza holder.

SQUEAK!

In tutto questo, a splendere è quella difesa che sarebbe dovuta essere il tallone d’Achille della squadra. Ed, invece, mette pressione a Carson Palmer (sempre sotto pressione, anche se i sack latitano), copre con decisione i ricevitori (nota di merito ad un Quandre Diggs sontuoso in un difficile match-up con Larry Fitzgerald) e affossa il gioco di corsa di David Johnson.

Partendo dalle 13, Arizona si deve accontentare del Field Goal. 10-0.

L’attacco Lions non gira tra passaggi forzati ed un gioco di corsa che non decolla.

In questi casi, si dice che sia la difesa che deve fare quel passo avanti. E, infatti, Palmer supera con il lancio JJ Brown e Glover Quin, sornione, recupera e ritorna fino alle 42 avversarie.

(A proposito, GQ farà una donazione alle popolazioni alluvionate di Houston dove vive per ogni intercetto. Il progetto inizia benissimo).

Una brutta penalità di TJ Lang mette tutto in discussione ma quando c’è bisogno di una scossa il numero #9 preme l’interruttore: corsa di 15 iarde per chiudere il down con sack evitato di finezza e contatto a testa bassa finale, senza paura.
Segue un TD che illustra la padronanza corporea di Marvin Jones Jr, per il resto della partita ben ingabbiato da Patrick Peterson. Il PAT viene fallito, complice un hold decisamente discutibile di Jake Rudock,coscritto nel ruolo in tempo zero. 10-6 Cards.

Dopo uno scambio di drive brevi (al punt subentra Matt Prater, versione factotum), i Cardinals sembrano trovare la quadra offensiva ma in redzone la secondaria Lions si scatena, forzando tre incompleti.

Dovrebbe essere un calcio semplice per Phil Dwason ma la palla prende la sinistra e…

Boink!

Rimbalza sul palo.

Gioia e tripudio, dopo un primo tempo così andare al riposo sul 10-6 è ottimo. Ci si può accontentare, no?

Non Stafford e soci che nei 38 secondo che restano arrivano sulle 40. Entra Matt Prater e, grazie ad un buono snap ed un buon holding (finalmente), centra i pali dalle 58.

Si va al riposo sul 10-9.

Si rientra con i Lions in attacco ma il drive non supera la metà campo mentre Arizona non vuol star a guardare con David Johnson in ricezione e Palmer che azzecca tre passaggi consecutivi. Malgrado gli sforzi della difesa, la palla arriva sulle tre dove Kerwynn Williams entra in endzone. 17-9.

L’attacco Lions non raccatta troppe iarde ma subit dopo David Johnson (già dolorante al polso) viene investito da un treno chiamato A’Shawn e perde palla in mezzo a tante maglie blu. Tra i tanti, il rookie Jarrad Davis mette le mani sul pallone e lo riporta fino alle 10 avversarie.

Segue un TD vintage di Theo Riddick, con ricezione, pietrificazione di un LB ed allungamento in endzone. Sempre un bello spettacolo.
Caldwell non si fida e prova la conversione da 2. Lancio per Golladay e niente da fare. Ma perché non hanno scelto Kareem Hunt? Altro che hype!

Segue drive dei Cardinals chiuso da un bel sack di Anthony Zettel ed i Lions che iniziano il quarto periodo sotto.

Anche qui si parte male con una brutta penalità che cancella un buon guadagno ma Stafford trova TJ Jones che ci mette del suo per una presa che muove le catene sul 3-16.
Segue momento “Showtime” con Tate che se ne prende 17 e una seconda presa cruciale di TJ Jones per altre 16 iarde, qui ballando sulla linea laterale. Sulle 10 offensive, Stafford spara un lob che arriva dove può prenderlo solo Kenny Golladay che si alza al settimo cielo e riceve per il primo TD della carriera ed il primo vantaggio Lions (malgrado una seconda, infruttuosa, conversione da 2). Grande, Kenny. Qui abbiamo sempre creduto in te, sallo! 17-21 Lions.

Carson Palmer non riesce a connettersi con i suoi ricevitori,complice un gran lavoro della secondaria che ha sempre la mano sul pallone ed i Lions riprendono palla.

Sarebbe il caso di cercare il colpo del KO, anche il gioco di corsa inizia piano piano ad ingranare… e dalle 45 di Arizona, Stafford fa partire un siluro in direzione di Kenny Golladay.

Il Rookie da Northern Illinois ha un passo di vantaggio su Bethel, lo mantiene, si lancia in ricezione sfruttando ogni singolo centimetro dei suoi 193 (vedi sopra), riceve, si tiene stretto il pallone completando il famoso processo della presa e rimbalza, sempre con la palla ben stretta al corpo, in end zone!

BOOM BABY! 28-17

The Hype Train has left the station!

Ci si può rilassare un attimo.

Ah, no! Sul primo gioco dei Cardinals, palla deviata dal ricevitore, recuperata e portata in meta da Miles Killebrew. 41-17 e non mi svegliate!

C’è ancora tempo per l’unico lancio in TD di Carson Palmer e per uno degli onside kick peggio eseguiti da un po’ di tempo a questa parte poi la partita finisce sul 35-23.

Cose varie

  • Il boxscore e le highlights via NFL.

  • Ora rilassatevi, mettetevi comomodi e godetevi le slowlights. Alla musica ci pensa Sandman.

  • Quattro passaggi per TD, 113.1 di rating per stafford (abbassato dall’intercetto che pure non è proprio colpa sua). In più, corsa da 15 iarde che supera quelle dei RB. Soldi spesi bene!

  • Stafford diventa il QB più vincente della storia della franchigia (52 vittorie).

  • Il GolladayHypeExpress è ormai lanciato ma spezziamo una lancia per TJ Jones che mette a segno due prodigiose prese che tengono vivo il drive del sorpasso.

  • Golden Tate ha messo a segno 107 iarde su 12 prese. Questo malgrado un dito infortunato, al che lo stesso pare abbia commentato “Ne ho altri nove”. Marvin Jones non ha spesso battuto Patrick Peterson ma le due volte che l’ha fatto hanno contato eccome (6 punti ed un primo down).

  • Statistica importante: ben sette primi down dei Lions hanno portato ad una variazione negativa nella posizione. No Bueno.

  • Veniamo alla difesa: 4 passaggi deflessi da Diggs (record in carriera contro Fitzgerlad. Hai detto stecco.). Non so quante deflessioni totali per la squadra perché dopo un po’ perdo il conto.

  • Un solo sack (di Zettel) ma molta pressione che ha forzato gli errori di Palmer. Nota di merito per Ledbetter che, zitto zitto, c’è sempre.

  • Buon debutto per Davis e Whitehead in spolvero nel suo ritorno alla posizione naturale.

  • Che partita sarebbe senza una DPI di Lawson? Sia lui che DJ Hayden a referto in questo non invidiabile ruolo.

  • Nota di merito per Matt Prater che dovrebbe avere doppio stipendio, dovendo fare da Punter (manco malaccio) e Kicker. Per citare un commentatore americano, gli mancava solo un TD su corsa.

  • Momento Cooterball: il DE Alex Barret usato come fullback su un 3 ed 1 importante con il risultato di un guadagno di 7 iarde.

  • Momento TA: Guardatevi un passaggio difeso a caso. I DB Lions sembravano sapere cosa voleva fare Palmer.

Considerazioni

Oggi è l’overreaction monday, quel giorno particolare dell’anno in cui tutte le squadre o fanno schifo o sono dirette al Super Bowl.

Quindi rilassatevi e godetevela (vincere comodi non capita spesso) ma non esageriamo.

Ma non facciamo nemmeno finta di niente.

I Lions hanno vinto di squadra, con la difesa che ha retto mentre gli Special Team e (sopratutto) l’attacco erano in bambola. Poi, quando la difesa iniziava ad essere in apnea, le altre due componenti ne hanno preso il posto sugli scudi dandogli tempo per rifiatare.

Alla fine, nel quarto periodo, tutto andava a mille e i Lions giocavano al meglio.

La cosa più importante da notare è come la squadra non abbia mai mollato. “In questi casi, bisogna evitare l’implosione completa” notava Caldwell in conferenza stampa, è facilissimo trovarsi 28-0 in un quarto.

Specie quando quella che dovrebbe essere la tua star lancia un pick-six per iniziare, ci sarebbe il diritto di scoraggiarsi. O quando ti trovi con la palla sulle tue 13 ed il punter portato via in barella.

Invece Detroit ha tenuto duro ed è uscita dal primo tempo ad un’incollatura per poi premere sull’acceleratore quando l’attacco ha trovato il ritmo.

Si tratta di un indicatore importante della mentalità che si sta formando in questi anni: niente più scuse, niente bizze ma tanto lavoro (anche dei Coach, si è visto in difesa), tanti contributi della truppa, tante giocate trovate chissà dove.

In quest’ottica, iniziare con un’altra rimonta nell’ultimo periodo è significativo perché sembra voler mostrare che quei risultati non erano solo un’aberrazione statistica come molti sostenevano ma che avevano una base più solida.

Non tutto certo è rose e viole (per dirne qualcuna, il gioco di corsa non decolla. Troppe penalità. I problemi dello special team) ma è una base importante con cui affrontare la stagione anche in vista di una vetrina importante come il monday night incombente.