Jaguars Takeaway

Ogni settimana mi stupisco di cosa è in grado di fare Jacksonville per portare a casa la gara, e di quanto sia veramente complesso in generale il mondo del football, tanto da permettere ad un team allo sbando come i Jaguars dell’anno scorso, di ritrovarsi a sei gare dalla fine della stagione in potenziale zona playoff e con una striscia vittoriosa di 4 gare ancora aperta.

I segreti di questo momento positivo… eh, vi credete che io li sappia? Mica scriverei a tempo perso se conoscessi i veri segreti, ma analizzo dei dati che sono sotto gli occhi di tutti facendo un lavoro che chiunque potrebbe fare con un po’ di pazienza.
Inizierò da un elemento importante, ovvero la sorte per quanto riguarda l’infermeria, che è rimasta poco frequentata nei ruoli chiave. I reparti più toccati da questa disgrazia sono quelli dei WR, che ha perso Allen Robinson e Rashad Green, e di una linea offensiva che solo nelle ultime due domeniche ha iniziato a scricchiolare con le assenze del Right tackle Jermey Parnell e della Left guard Patrick Omameh, ma per il resto il roster si può dire sano.
Sani sono rimasti tutti i rusher, elemento fondamentale dell’attacco della squadra della Florida, che mette a segno il 44,35% delle proprie yard via terra, non solo la percentuale più alta di corse sul totale, ma anche in assoluto la squadra che corre di più, staccando la seconda, Philadelphia, già di 160 yard in dieci gare.
Jacksonville tuttavia non è la più efficiente macchina da corsa, sia in fatto di yard per carry (4,6 contro le 4,8 di New Orleans, Dallas e KC) sia in fatto di numero di TD (sesta assieme a altre cinque squadre con 9 segnature, la prima sempre i Saints a 15) ma rimane una squadra affidabile soprattutto in termini di fumble e fumble persi, se si pensa che più del 50% delle portate (175 su 349) è effettuato da un rookie.

Non mi dilungherò sul gioco di passaggio, tallone d’achille comunque discretamente mascherato dal gioco di corsa messo insieme da Doug Marrone, e ben rappresentato dalla gara di domenica contro Cleveland, fatta di 30 tentativi con 17 completi ed un TD frutto di una giocata con una finta di corsa ed un lancio in endzone per Marcedes Lewis.

Spenderò qualche parola sullo special team, che va a corrente alternata ma che domenica ha trovato il primo errore nei field goal da parte del nuovo kicker Josh Lambo, ex Chargers. Jacksonville ha dei grossi problemi nell’ambito dei punt, con una pessima media di ritorno (5 yard e mezzo a tentativo) ed un non brillante Brad Nortman che si mantiene ben al di sotto della media della NFL.
Gli special team sono argomento importante, domenica Jaydon Mickens ha perso e poi recuperato un punt rischiando di rimettere in campo subito l’attacco di Cleveland.

Veniamo alla difesa, baciata dalla sorte di non avere problemi fisici ed in grado ogni domenica di mettere a segno colpi che cambiano l’inerzia della gara. 40 sack e 13 intercetti, con 10 fumble forzati hanno fruttato 23 possessi di cui ben cinque convertiti immediatamente in TD, un differenziale (il cosiddetto give/take) di +11 che la pone in testa a questa graduatoria.

E questi dati non dicono di un aspetto migliorato estremamente in questo ultimo periodo: la trade dei Jaguars per il NT Marcell Dareus sta dando frutti pesantissimi. Prima che acquisissero Dareus, i micioni erano ultimi in NFL per yard per carry subite (5,1). Nelle tre gare in cui ha giocato, i Jaguars hanno abbattuto questa statistica a 2,1 per rush.

Rimane, per Jacksonville, una difficile interpretazione per questo finale di stagione: Leonard Fournette ha dichiarato che il problema alla caviglia destra rischia di diventare qualcosa con cui convivere per il resto dell’anno, una linea rabberciata non aiuterà lo sviluppo di un aspetto come il gioco di corsa così prezioso per Jax.
Senza dimenticare che gli avversari di fine stagione si chiameranno Titans, Seahawks e Cardinals, da cui difficilmente usciremo vivi. La speranza di arrivare a una stagione finalmente positiva è fondata, ma per l’approdo ai playoff la strada è ancora molto lunga.