Un tremendo anno … da non dimenticare.

La parola pazienza ha origine dal latino “patire” (cfr. il greco pathein e pathos, dolore corporale e spirituale). La pazienza è la qualità e l’atteggiamento di chi è in grado di accettare i contrattempi, le avversità, le difficoltà e il dolore con animo tranquillo.


Certamente, per noi Bears, i patimenti di quest’anno non riusciremo a dimenticarli velocemente.

Eppure dobbiamo riuscirci.

La stagione 2016/2017 non ci ha regalato molte soddisfazioni e nemmeno molte emozioni.

In questo anno abbiamo toccato uno dei livelli più alti in fatto di infortuni (per gravità e quantità) che le statistiche della NFL abbiano mai registrato: abbiamo fatto a meno per l’intera stagione della nostra prima scelta al draft del 2014, Kyle Fuller, mentre la prima scelta al draft del 2015, Kevin White, ha giocato solo 4 partite.

Che Chicago avesse un problema con il qb era palese ma arrivare a schierarne addirittura 3 è stato il top in fatto di emergenza: gli infortuni di Jay Cutler e Brian Hoyer hanno visto comandare il nostro attacco, con alterne fortune, Matt Barkley  e hanno costretto la dirigenza e riprendere David Fales, che era stato ceduto con l’arrivo di Barkley.

In alcune partite, causa appunto infortuni al qb, si è ventilata l’ipotesi che, qualora dovesse infortunarsi anche l’ultimo qb superstite, sarebbe stato il TE Zach Miller a ricoprire il ruolo di qb.

Anche Miller però si è infortunato ed è andato a rimpinguare la lista degli injuries che vedeva già presenti Kyle Long, Pernell McPhee, Hroniss Grasu, Danny Trevathan, Eddie Royal, Ego Ferguson… per dirne alcuni.

Se nell’oscurità è più facile scorgere la luce, certamente questa stagione buia e scellerata ci permette di costruire un futuro più luminoso con un vantaggio sulle altre squadre, che a vedere dai risultati, non sono irraggiungibili.

Mi viene naturale pensare, ad esempio, ai Washington Redskins, che hanno investito molto sul franchise tag di Kirk Cousins e sulla vagonata di soldoni messi in tasca a Josh Norman per finire la stagione nella nostra stessa giornata: e in NFL, ve lo ricordo, conta vincere.

Il secondo è davvero il primo dei perdenti.

Sappiamo che abbiamo un GM, Ryan Pace, che ha buon occhio e questo in fase di free agent e soprattutto draft fa ben sperare.

Abbiamo un DC come Vic Fangio – per me il migliore della lega sebbene quest’anno il materiale sia stato davvero limitato – che è stato blindato da Fox e Pace visto che le sirene di San Francisco e altre franchigie cominciavano a farsi sentire

Abbiamo un HC, Dowell Loggains, che, sebbene si possa accusare di un gioco troppo conservativo, rappresenta un ottimo pilastro per noi.

Ma procediamo in estrema sintesi con ordine:

Difesa.

Grossi passi avanti sono stati fatti sulla linea difensiva: grandi risultati si sono ottenuti un po’ da tutti, avvalorati da numeri di tutto rispetto. In quanto a sack: 7.5 per Willie Young, 7 per Akeim Hicks e il gioiellino Leonard Floyd, uno dei quali ha provocato un fumble ricoperto dallo stesso Floyd che ha segnato poi il touchdown contro Green Bay.

Ottima conferma, se non bella sorpresa, è stato l’arrivo nel reparto ILB di Jerrell Freeman che ha giocato in coppia sia con un Danny Trevathan non sempre al top della forma.

I back up dei ILB, buttati nella mischia per l’emergenza infortuni, fanno ben sperare, in particolare il rookie Nick Kwiatkoski.

In generale, il gruppo e l’unità che si è vista anche in sideline era da molto che non la vedevamo, capitanata da un McPhee che riesce a scendere in campo anche quando non può, ricordandoci che il football è uno sport anche di cuore.

Sulla secondaria siamo, purtroppo, con le mani nei capelli.

Personalmente, una delle maggiori delusioni è stato Tracy Porter. Non che abbia fatto peggio degli altri, ma in una squadra giovane come la nostra dalla sua esperienza (e i suoi 30 anni compiuti) ci dovevamo aspettare di più.

Altre due delusioni sono state per me Deon Bush (4° scelta al draft 2016) e Demontre Hurst, che non hanno fatto quel salto di qualità che ci si aspetta da chi ha finalmente una grande opportunità (Hurts) e da chi arriva dalla NCAA (Bush).

La nota più positiva è stata sicuramente Cre’von LeBlanc, grande sorpresa e grande occasione dopo che nella preseason è stato rilasciato dai Patriots.

CB e Safety sono needs che ci portiamo dallo scorso anno e che l’emergenza infortuni e le scarse prestazioni del reparto hanno solo enfatizzato e posto ancor di più in luce.

Attacco.

Sorvoliamo sul discorso quaterback poiché le bocce sono così in movimento che predire chi sarà il prossimo qb dei Bears è impresa ardua e soprattutto legata anche al reparto ricevitori.

Se Alshon Jeffery rimarrà a Chicago, firmando un bel contratto, si potranno fare alcuni ragionamenti, altrimenti anche il reparto WR, nel quale si spera sempre nel rientro di Kevin White (all season long), sarà oggetto di attenzioni.

L’assenza di White e l’intermittente presenza di Jeffery (soprattutto per la squalifica) in ogni caso hanno fatto vedere che Cameron Meredith e Deonte Thompson sono back up di tutto rispetto.

Chi ha deluso invece sono stati il WR Joshua Bellamy, droppando in momenti topici passaggi tutt’altro che irresistibili, e l’OT Bobbie Massie apparso spesso in difficoltà, così come, ma molto meno del veterano ex Arizona Cardinals, anche il LT Charles Leno Jr.

Sulla linea offensiva l’infortunio durante il training camp del nostro centro Grasu ha portato il rookie (2° scelta al draft 2016) Cody Whitehair a giocare da guardia sinistra a centro e il posto di guardia sinistra è stato ricoperto con l’arrivo del veterano John Sitton.

La loro stagione si è conclusa con la convocazione al Pro Bowl.

Altro convocato al Pro Bowl è stato il rookie rb Jordan Howard che insieme a Langford e Carey rendono il reparto running back l’unico che non dovrebbe dare pensieri ma che fa pensare in grande!

Ad una settimana dal Super Bowl, con i tifosi in attesa della free agent e del draft di fine aprile, altra nota lieta che riusciamo a cogliere è che il coaching staff dei Bears  è quello ha allenato i ragazzi della North team al Senior Bowl, potendo valutare meglio di altri i prospetti sui quali puntare per la prossima stagione.


firma-luca