Chargers Week 8 Recap – Tu Quoque, Philip?

Non sarà stata una sconfitta drammatica come quelle che la nostra tragicomica tradizione ci impone, ma anche stavolta possiamo mangiarci le mani a dovere. La sconfitta per 27-19 da parte dei Broncos racconta di una squadra in grado di giocarsela ampiamente coi campioni in carica ma non abbastanza cinica e preparata per portare una W a casa dalla Mile High City, per quello che sarebbe stato il primo sweep dei blu-arancio dal 2010.

DE-FENSE – Sembra strano dirlo, anche se col passare delle settimane lo diventa sempre meno: a tenere a galla San Diego è stata la difesa, in particolare l’eccellente lavoro svolto dal front seven. La difesa contro le corse si è rivelata ancora una volta uno dei cardini della squadra, nonostante l’assenza di CJ Anderson abbia certamente complicato le cose per i padroni di casa. I Broncos sono stati tenuti a sole 57 yard su corsa, grazie all’aiuto della linea e dei LB, ormai un fattore quando si tratta di riempire gli A-gap della linea per chiudere lo spazio alle penetrazioni. Ci sono 5 tackle di Mebane – che ha avuto finora un impatto enorme sulla difesa di Chuck Pagano – 4 di Korey Toomer (oltre ad un eccellente fumble forzato su Booker) e 9, team high, di Jatavis Brown, tra cui questo, in coabitazione con Lowery.

Ancora una volta, vedere giocare Joey Bosa si è rivelato esperienza estremamente divertente, per il contributo che riesce a dare anche quando sembra essere fuori dall’azione. Per lui nessun sack ma 6 pressioni portate a Siemian che in più di un’occasione ha salvato sè e i suoi da una perdita di yard con un passaggio in extremis o semplicemente affrettato. Svariate sono le occasioni in cui lui o Melvin Ingram, altro particolarmente attivo, si sono resi pericolosi. Qui un paio di esempi:

Altra buona prestazione anche di Tenny Palepoi, il d-lineman al terzo anno che sta beneficiando oltre le aspettative dell’arrivo di Bosa, che gli permette di avere impatto sugli attacchi avversari anche oltre le statistiche, grazie al modo in cui sa occupare gli spazi: per lui anche un fumble recuperato dopo un sack di Melvin Ingram.
Nel frattempo, nella secondaria si è rivisto anche Brandon Flowers, che ha svolto il ruolo di secondo corner in situazioni di base defense e principalmente di slot corner in nickel. Casey Hayward non sfigura contro Demaryius Thomas, tenuto a 5 ricezioni per 79 yard, con un unico grande guadagno di 40 yard.

Hayward è in buona posizione, semplicemente Thomas è più bravo di lui.
Peccato per quegli intercetti mancati ai vari Hayward e Toomer, che avrebbero potuto indirizzare ulteriormente la partita sui nostri binari. Contro certi avversari, non capitalizzare sui loro errori si rivela spesso deleterio.

CILECCA – Con un QB inferiore tecnicamente a Rivers, questa squadra non inizierebbe neanche a giocare; grazie a lui, fondamentalmente, se la può giocare con tutti. Domenica, però, ha fatto davvero male, lanciando tre intercetti e mostrando più di una volta di non essere sulla stessa lunghezza d’onda con i ricevitori (com’era capitato solo con Indianapolis). La linea, e la difesa di Denver, ovviamente, ha le sue colpe, in particolare Barksdale, punito più volte con penalità che hanno affossato la squadra (come quella che ha annullato un guadagno di 16 yard da parte di Tyrell Williams nel quarto periodo) e finendo con l’essere spesso in balia di Von Miller e talvolta DeMarcus Ware. Due dei tre intercetti lanciati da Rivers sono da ascrivere a lui soltanto, mentre in questo caso il lavoro della linea non ha aiutato.

Qui Wolfe e Miller usano un twist per creare confusione nella linea, riuscendoci pienamente: in sostanza, i due rusher, esterno e interno, si scambiano le rispettive posizioni a snap partito per sorprendere i bloccanti (Barksdale e Fluker in questo caso).
Si è dibattuto molto sul mancato utilizzo di Gordon in una delle situazioni sulla goal line nell’ultimo periodo, e a buon diritto. Gordon ha corso per 111 yard su 23 portate – quasi 5 yard di media – a cui ha aggiunto 4 ricezioni per 44 yard, dimostrandosi giocatore in evoluzione rispetto al college e allo scorso anno.

Qui prima blocca il difensore, e poi si libera per ricevere, un’azione che vedevamo fare spesso a Woodhead.

Il reparto ricevitori latita, ad eccezione di Dontrelle Inman, cercato più volte anche in situazioni di terzo down, mentre tutti gli altri si vedono solo a tratti. La mancanza di cattiveria ad un passo dalla meta è diretta conseguenza delle scelte di McCoy, che abbiamo già visto negli scorsi due anni prendere decisioni del genere e venirne a capo a mani vuote. Rivers e Slauson si sono detti frustrati per le chiamate a riguardo, e potete scommetterci che Wisenhunt con tutto ciò ha poco a che fare.
Il numero 17 si è detto però “fired up” per la seconda metà di stagione, in cui San Diego incontrerà avversari ben più abbordabili. Si parte dal back to back casalingo con Titans e Dolphins, due partite da non sottovalutare ma che andrebbero vinte, per arrivare alla bye week con record in pareggio e pronti per la volata finale, in cui incontreremo anche Chiefs e Raiders nei due fondamentali scontri divisionali in ambito playoff. McCoy (e infortuni) permettendo.