Bears as a fear…

Bears as a fear … fa paura vedere certe prestazioni.

Descrivere la partita che i Chicago Bears hanno giocato domenica a Tampa Bay risulta alquanto difficile poiché la prestazione vista sul campo dalla squadra di coach John Fox lascia senza parole per via dell’imbarazzante quantità di errori commessi.

I Bears venivano dal bye week che aveva loro permesso il recupero di alcuni giocatori importanti: Kyle Long (OG) e Eddie Goldman (NT) per citarne alcuni.
A questa situazione positiva si aggiungeva la bella vittoria contro i Vikings che aveva mostrato un gioco che i tifosi Bears si aspettavano da inizio stagione se non da alcune stagioni.
Inoltre, nonostante il 2-6, Chicago poteva considerare la NFC North ancora aperta per un discorso playoff: Minnesota (5-3), dopo una partenza impressionante, aveva inanellato una serie di sconfitte, i Packers (4-4) erano reduci da 2 sconfitte consecutive, di cui l’ultima al Lambeau field coi Colts mentre i Lions, dopo la sconfitta contro i Bears alla week 4, registravano 4 vittorie e 1 sconfitta, arrivando sul 5-4 alla week 10 dove avevano il bye.
Minnesota andava a Washington e Green Bay a Nashville contro i Titans: due partite non facili visto il periodo di forma delle 2 squadre della NFC North: e infatti MIN Vs WAS 20-26 e GB Vs TEN 25-47.

Gli ingredienti per vedere una bella partita dei Bears c’erano tutti, forti sia di una statistica favorevole contro i Buccaneers, sia delle caratteristiche e delle lacune che Tampa Bay aveva manifestato nelle week precedenti che ben si sposavano con la tipologia di gioco dei Bears.

I primi frangenti della partita mostravano il talento di Jordan Howard (RB) e il rushing game di Chicago risultava più efficace rispetto al passing game dove comunque Alshon Jeffery (WR) faceva sentire la sua presenza.
Questo non sarà preso in considerazione in alcuni 3rd and 2 o simili…
Infatti è su un 3rd and 2 che con uno short pass per Jeffery, completamente coperto dai CB e S di Tampa, assistiamo alla prima perla di Jay Cutler (QB): intercetto da parte di Brent Grimes (CB).
Il turnover non produce niente per i Buccaneers grazie ad una ottima difesa dove Leonard Floyd (LB) e Willie Young (LB), in particolare, mettono pressione a Jameis Winston (QB).
Quello che non riesce a fare il qb di Tampa lo fa il qb di Chicago che al primo tentativo sulle 20 yards in Chicago territoy lancia il suo secondo intercetto che Chris Conte (S) trasforma in pick 6.

Bears 0 – Bucs 7

Il gioco successivo vede arrivare i Bears sulle 36 yards di Tampa e Connor Barth (K) trasformare da 54 yards un field goal.

Bears 3 – Bucs 7

Il primo quarto si conclude con un intercetto della difesa dei Bears con Harold Jones-Quartey (S) e si passa al secondo con i Bears in attacco che arrivano al 3rd and goal a 4 yards dal touchdown.
Jay Cutler riceve un sack da Noah Spence (DE) e da qui un fumble che viene recuperato da Kwon Alexander (LB).
Non immune da colpe è Jeremy Langford (RB), ritornato in campo dopo l’infortunio, che non riesce a bloccare Spence.
Il drive successivo vede una buona difesa dei Bears aiutata dal alcune penalty di Tampa e dopo circa 7 minuti si conclude con un nulla di fatto.
I Bears chiudono subito il primo tentativo con una corsa di Jordan Howard per 15 yards ma, dopo un incompleto per Alshon Jeffery, assistiamo ad un altro fumble ai danni di Howard che viene recuperato da Bradley McDougald (S) che arriva sulle 29 yards di Chicago
In 2 minuti con 4 plays Tampa va in touchdown con Cameron Brate (TE).

Bears 3 – Bucs 14

Chicago non combina molto in attacco e così a 35 secondi dalla fine del secondo quarto Roberto Aguayo trasforma un field goal per i Buccaneers

Bears 3 – Bucs 17

Chicago riparte fino ad arrivare sulle 50 yards a 5 secondi dalla fine.
Jay Cutler lancia un haily mary sulla sinistra e alcuni rimpalli nella mischia che si era creata attorno a Jeffery, portano la palla nelle mani di Cameron Meredith (WR).
Touchdown! La partita è riaperta e si va all’intervallo.
Bears 10 – Bucs 17

Come accaduto spesso in questa stagione Chicago rimane negli spogliatoi.

Il 3° quarto vede Tampa partire dalle sue 23 e sul 3rd e 10 Jameis Winston riesce a evitare i placcaggi di Leonard Floyd, Willie Young e Cornelius Washington (DL) lanciando per quasi 40 yards Mike Evans (WR), tenuto fuori fino ad allora per via di una brutta botta presa contro i Falcons la scorsa settimana.
Un big play che taglia il morale e infatti due tentativi dopo, con un lancio da 43 yards, Jameis Winston trova Freddie Martino (WR) che aveva tagliato da sinistra a destra il campo, per nulla ostacolato dalle secondarie di Chicago e in particolare Cre’von LeBlanc (CB).
Bears 10 – Bucs 24
Mamma butta la pasta e forse anche la stagione!
Tra il field goal di Aguayo (10-27) e il touchdown di Doug Martin (10-36) i Bears, dopo 2 intercetti, di cui uno pick 6, e 2 fumbles, non potevano privarsi di un’altra giocata da annoverare nella loro partita non perfetta.
Jay Cutler viene sackato in endzone da Robert Ayers (DE). Fumble, la palla esce dalla endzone: la safety che mancava!

Chicago ora è 2-7.
Il discorso playoff è rimandato a tempi migliori per raggiungere i quali occorre, ancora una volta, lavorare sodo e investire su talenti, coaching staff e front office di livello.
La difesa ha mostrato non pochi miglioramenti rispetto allo scorso anno palesando comunque le lacune che già si sapevano ad inizio stagione: CB e Safety in particolare.
I rookies Leonard Floyd e Jonathan Bullard (DE) fanno ben sperare e sono un buon punto di partenza.
Jerrell Freeman, Pernell McPhee e Willie Young ci mettono l’anima tutte le volte che scendono in campo.
In attacco il rookie Cody Whitehair, guarda spostato a centro per l’infortunio di Hroniss Grasu, si sta comportando molto bene e tra i rookie la sorpresa Jordan Howard fa ben sperare.
Rimane il punto interrogativo di Alshon Jeffery: rimarrà in una squadra del genere un talento come il suo che fa gola a franchigie molto più competitive di Chicago?
Nella lista dei problemi da risolvere per Chicago ormai non si può rinviare il discorso quaterback che anche questa stagione sta facendo emergere.
Speriamo che i tempi per vedere i Bears competitivi non siano quelli dei Cubs.

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