NCAA 4th and inches: storie, risultati e curiosità della week 6

La stagione del football universitario è giunta al giro di boa, con molti dei 128 team impegnati che hanno già disputato metà partite della loro regular season, e come ogni anno, si inizia ad intravedere chi può, o meno, ambire ad un ruolo da assoluto protagonista nei Bowl di fine stagione; davanti a tutti, come accade ormai da un po’ di stagioni, gli Alabama Crimson Tide di Coach Saban, che riescono ad aver ragione degli Arkansas Razorbacks grazie ad una defense che, nonostante le 473 yards concesse, produce 14 punti grazie ai touchdowns realizzati da Tim Williams, ritorno di fumble da 23 yds, e Mikah Fitzpatrick, interception return da 100 yards, e nel propizia altrettanti, causando altri due turnovers all’attacco avversario.

Proprio nel match di Fayetteville continua a mostrare segnali di crescita il talentuosissimo Jalen Hurts sempre più incisivo e decisivo nel gioco offensivo dei Tide, che guida andando a segno sia su corsa personale, 2 touchdowns in 8 portate, sia su pass, confezionandone un paio, di quelli vincenti, per Damien Harris e Calvin Ridley, controllato piuttosto bene dalla defense dei padroni di casa, capitanata dal senior linebacker Brooks Ellis, autore di 8 tackles.

Vincono facile, 56-0, nell’anticipo di Venerdì notte anche i Clemson Tigers, che ritrovano un DeShaun Watson, 15 su 25 per 270 yds e 4 touchdown pass, in formato 2015 e si sbarazzano facilmente di Boston College, sfruttando anche il big play, corsa da 59 yards, di uno scatenato Wayne Gallman, che chiude la partita dell’Alumni Stadium con 109 yds conquistate in appena 9 portate.

Compitino che svolge pure J.T. Barrett nello scontro divisionale che ha contrapposto i suoi Buckeyes agli Indiana Hoosiers, in cui il quarterback di Ohio State University è stato un po’ discontinuo e confusionario, andando a segno in due occasioni, una su passaggio ed una su run, ma rendendosi protagonista, in negativo, di altrettante palle perse; la prestazione, che non sembra aver intaccato al sua rincorsa all’Heisman Trophy, per la quale rimane uno dei finalisti più accreditati, ha però fatto strorcere il naso a Coach Meyer, non proprio contentissimo della prova fornita dai suoi ragazzi.

L’esatto contrario di quanto dichiarato dal suo collega Jim Harbaugh al termine della partita dei Michigan Wolverines, che con il 78-0 rifilato agli sciagurati Rutgers Scarlet Knights hanno ottenuto la vittoria più larga dal 1939, anno in cui si sbarazzarono con un secco 85-0 della University of Chicago; uno shutout imbarazzante per il team del New Jersey, che non perdeva così male, 82-0 da Princeton, addirittura dal 1888, punito da un giocatore originario proprio del The Garden State, Jabril Peppers, autore di 2 TD, su run da 7 e 4 yds, e di un’altra prestazione mostruosa.

Il defensive back spostato in mediana quest’anno e utilizzato spesso nel backfield offensivo come runner, continua a mettere in mostra l’enorme talento di cui l’ha dotato madre natura giocando assiduamente in tutti e tre i team, defense, offense, special, dei Wolverines, e se non siamo dinnanzi al nuovo Charles Woodson, altro prodotto all-purpose di Ann Arbor che riuscì a vincere il Trofeo Heisman nel 1997, poco ci manca, visto anche il bagaglio delle dodici posizioni ricoperte in questo inizio stagione 2016.

Restando in tema di talento purissimo non si può bypassare quello di Jake Browning, sempre più determinante nell’economia offensiva dei Cougars e capace di guidare Washington ad un riscatto contro Oregon, da dodici anni un ostacolo insormontabile per l’Università di Seattle, che ha messo fine ad una striscia di sconfitte interminabili abbattendo i Ducks con un sonoro 70-21; autore di 2 touchdowns su corsa, da 1 e 7 yards, e di 6 TD pass, il quarterback al secondo anno ha inciso pesantemente sul match, completando passaggi per 304 yds e mandando a segno, a ripetizione Josh Ross e Dante Pettis.

L’importante vittoria conquistata dai ragazzi di Chris Petersen ha aperto di fatto una crisi per l’ateneo di Eugene, inspiegabilmente crollato con una rapidità spaventosa dopo il BCS Championship disputato nel 2014 con Marcus Mariota in cabina di regia; Coach Mark Helfrich avrà il suo bel da fare per cercare di risollevare un programma che non sembra più avere a disposizione quel talento che lo ha contraddistinto nel recente passato; la promozione di Justin Herbert primo true freshman a partire titolare nella posizione di quarterback dal 1983, anno in cui venne lanciato Chris Miller, potrebbe essere il segnale che per i Ducks è iniziata una nuova era.

Nuovo corso che fatica a decollare sulla costa opposta degli States, e precisamente in quel di Miami, dove gli Hurricanes di Mark Ritch non riescono ad aver ragione dei rivali Florida State Seminoles facendosi bloccare il field goal del decisivo sorpasso; Michael Badgley, che in precedenza aveva colpito dalle 37 e dalle 51 yards, si fa fermare dalla manona di DeMarcus Walker e causa la prima sconfitta della stagione al team della Florida, ora costretto ad inseguire in una Coastal Dvision dominata da Virginia Tech.

Gli Hokies si aggiudicano la sfida con North Carolina sotto una pioggia torrenziale, distruggendo le certezze di Mitch Trubisky, tenuto a 58 passing yds e 2 intercetti, e segnando a ripetizione nel secondo tempo, quando sale definitivamente in cattedra Jerod Evans, autore di 2 touchdown pass e di 1 TD su corsa da 1 yard; il junior quarterback, dopo il 34-3 rifilato agli avversari ha richiesto una maggior attenzione da parte dei media per la squadra allenata da Justin Fuente, tra le principali protagoniste di una ACC che sta crescendo rapidamente alle spalle di Clemson.

A dimostrarlo anche l’affermazione, 10-3, di North Carolina State ai danni di un’irriconoscibile Notre Dame, battuta non solo dai Wolfpack ma anche da delle condizioni meteo che hanno reso il campo quasi impraticabile, incidendo pesantemente sulla prestazione offensiva dei Fighting Irish e sul gioco di DaShone Kizer, appena 9 passaggi completati per 54 yards e 1 intercetto; lui e il suo collega dei Cougars Greg Ward Jr, 359 yds, 3 touchdown pass, sono stati forse i grandi sconfitti della week nella corsa verso l’Heisman.

I 2 intercetti lanciati dal quarterback di Houston sono costati infatti al team di Coach Herman la sconfitta con una scatenata Navy, che con il suo solito attacco run-heavy, 306 yards e 2 TD, ha addomesticato i texani prima di respingerne i disperati assalti finali, nel tentativo di raddrizzare un match deciso dalle giocate di Will Worth, a segno anche con 2 TD pass, ormai sempre più calato nei panni di successore designato di Keenan Reynolds.

Il risultato, 46-40 finale, pone probabilmente fine alle speranze di UH di giocare nei College Football Palyoffs, anche alla luce del fatto che nella stanza dei bottoni si tende sempre a penalizzare oltremodo le rappresentati del Group of Five, dando ovviamente più importanza dal livello di competizione decisamente più alto presente nelle contrapposte Power 5 Conference, al cui interno crescono le quotazioni di Texas A&M, che nel weekend si impone, 45-38, su una delle squadre più in forma di questo inizio di stagione, i Tennessee Volunteers, dopo due overtime.

Grandissima protagonista della partita la defense texana capitanata dal solito, impressionante, Myles Garrett, che con 1.0 sack e 1.0 tackle for loss contribuisce ad alzare la pressione sulla offense dei Vols, incidendo sui 7 turnovers provocati alla squadra avversaria; fondamentale, per aver ragione degli ospiti, l’intercetto finale messo a segno da Armani Watts, 9 placcaggi, 1 forced fumble, 1 fumble recuperato, che in coppia con l’altra safety Justin Evans, 11 tackles, 1 INT, 1 pass defended, ha reso la vita parecchio complicata a Joshua Dobbs, 28 pass completati su 47 per 398 yards, 1 TD pass e 2 intercetti.

Sugli scudi anche il giovanissimo runningback Trayveon Williams, reduce dalla prima partita sopra le 200 yds della carriera, 271 yards, 1 TD, e trascinatore indiscusso di un attacco su corsa che ha fatto letteralmente impazzire la difesa di Tennessee, producendo 353 yds sul terreno, dove non si è fatto proprio mancare nulla il quarterback Trevor Knight a segno con 3 corse personali, 7, 62, e 1 yard, e 2 touchdown pass.

La palla a terra, per 372 yards totali, ha dimostrato di saperla muovere ottimamente anche Penn State, decisamente migliorata sotto la guida dell’offensive coordinator Joe Morehead, che ha cambiato volto all’attacco dei Nittany Lions rendendolo molto più produttivo e puntando con decisione sul talento del sophomore Saquon Barkley, protagonista principale nella larga vittoria, 38-14, su Maryland con 202 yds e 1 touchdown totalizzate in 31 portate.

Tra gli eroi della settimana non vanno poi assolutamente dimenticati il lineman di Pittsburgh Bryan O’Neill, a segno con uno screen pass da 24 yards nel match vinto 37 a 34 dai Panthers sui Yellow Jackets di Georgia Tech, e Corey Davis, che contribuisce a mantenere imbattuta Western Michigan realizzando 2 touchdowns su ricezione, da 20 e 8 yards, nella sfida all’interno della MAC con Northern Illinois, battuta 45 a 30.

Facile vittoria, 49 a 21, anche per Boise State, che mantiene illibata la casellina delle sconfitte grazie ai 5 TD pass rifilati da Brett Rypien, 21 su 28 per 391 yards, ai Lobos di New Mexico, che solo nel finale sono riusciti a ridurre lo svantaggio con l’unico passaggio vincente della giornata di Lamar Jordan, decisamente più incisivo su corsa, dove ha conquistato 139 yds in 21 run.

Da segnalare, infine, i due record battuti nel weekend. Il primo nella cornice del Sun Devil Stadium, dove il kicker dei padroni di casa Zane Gonzalez ha battuto il precedente primato detenuto da Dustin Hopkins, infilando i 3 field goal, da 35, 23 e 46 yards, necessari a raggiungere quota 89 calci trasformati in carriera, diventare il nuovo leader all-time della NCAA, e dare una grossa mano ai Arizonaa rientrare nel ranking, battendo, 23 a 20 gli UCLA Bruins.

Il secondo, invece, piazzato da Dede Westbrooks nel blasonato Red River Rivarly, vinto da Oklahoma 45 a 40 grazie alla prestazione da favola del suo receiver, che ha rotto il record della scuola con 232 yards ricevute in una singola partita; autore di 10 ricezioni e 3 TD che lo hanno consegnato alla storia come il miglior ricevitore di sempre ad aver preso parte alla sfida con Texas che si rinnova ogni anno, è stato uno dei protagonisti del match in cui era stato assente ingiustificato nel 2015, per scelte tecniche abbastanza discutibili, Samaje Perine, runner che si è rifatto ampiamente in questa edizione della sfida correndo per 214 yds e 2 touchdowns.