Jacksonville Jaguars 2016: Season recap

Eccoci all’ingrato compito di rivedere e valutare la stagione 2016 dei Jacksonville Jaguars, senza mezzi termini una delle più deludenti nella storia dei micioni della Florida. Il team era partito con un certo ottimismo che andava da una onorevole stagione da 7-9 alla possibilità con due botte di culo di andare addirittura ai playoff, ma come tutti sanno ha terminato con un record di 3-13 ed una nuova scelta tra le prime 5 al Draft, contenti quelli che amano il giochino delle pick in offseason, a me sinceramente la cosa ha fatto girare le palle come il Tagadà.

 

Gus e Blake

Gus Bradley è, a mio avviso probabilmente il colpevole principale dietro questa stagione triste. L’approccio del “get better” improvvisamente ha smesso di funzionare nel momento in cui avrebbe dovuto dare il piccolo apporto finale alla trasformazione della squadra da manipolo di talentuosi ragazzotti in squadra che è in grado di piantare le zampate del giaguaro, gli score dicono che in sette partite su 12 Jax ha perso per un possesso. Vivendo da vicino situazioni in un certo senso analoghe, ho visto ben altri coach e ben altri QB essere messi sulla graticola per non riuscire a condurre in porto i famosi game winning drive, figurarsi cosa si potrebbe dire del buon Gus.

E del buon Blake, perchè se è normale individuare nella mente pianificatrice di un gioco che passava dal fiacco e troppo poco mordace all’iperteso al limite dello spasmodico (e falloso, con Jax nella Top 4 della lega in penalità chiamate, yard concesse e penalità sanzionate), è pur vero che uno dei più importanti interpreti di questo gioco ha disputato una stagione deludentissima mostrando una meccanica ed una capacità di scelta degna di un freshman universitario buttato dentro per disperazione. Bortles ha completato il 59 per cento dei suoi passaggi per 3.905 yard, 23 touchdown e 16 intercetti. Il suo passer rating è sceso di 10 punti quest’anno con 12 passaggi in touchdown in meno.

Come illustrato in altri precedenti articoli, Blake è un misto di difetti che forse non si riusciranno mai a limare completamente, e situazioni sfigate dettate dall’ambiente attorno a lui. I suoi processi decisionali dovrebbero certo migliorare, e penso che questo sia sotto gli occhi di tutti, ma le scelte in fatto di coaching lo hanno penalizzato da subito quando fu buttato in mischia da rookie in una stagione dove i giocatori di Jax avevano una esperienza media di NFL di poco superiore a quella della classe dei Delfini dell’Asilo delle Orsoline. L’assunzione poi di Greg Olson, che aveva lavorato su Carr ad Oakland, si è rivelata un terrificante buco nell’acqua. Su Bortles, l’affrontare un periodo delicato della costruzione del giocatore professionista con tre diversi coach in un così breve lasso di tempo non potrà che lasciare strascichi nelle sue capacità.

 

Il Playcalling

Il reparto che speravamo continuasse a farci sognare, ovvero quello dei WR, si è dimostrato la cartina di tornasole di questa stagione deludente nel playcalling. Allen Robinson ovviamente non è tornato quest’anno al Pro Bowl anche perchè con 500 yard ricevute in meno e 8 TD che mancano al computo finale, sarebbe stato strano il contrario, in un giocatore che quest’anno praticamente non ha avuto rendez-vous con i big play. Marqise Lee se l’è cavata più che bene anche in veste di ritornatore e passer  (con il trucco ai danni dei transfughi da Houston), Hurns inizia a far capire perchè non fosse considerato un giocatore da costruire nel tempo ma rimane un rincalzo importante, e Julius Thomas ha sempre fatto la sua, quando è riuscito a stare in campo ovvero poco più della metà delle gare, per una arma importantissima nel mediocorto yardaggio.

Mediocorto, appunto. Non conosco l’evoluzione delle dinamiche interne del coaching staff, ma suppongo che un maggiore sviluppo del gioco corto mirasse a dare più tranquillità al QB. La linea pur non essendo d’elite ha saputo cavarsela decentemente e Bortles è stato effettivamente messo a terra 17 volte in meno quest’anno. Il calo dei sack  è in parte dovuto al miglioramento della protezione su passaggio ma in parte alla costruzione del gioco appunto sul mediocorto: lanciando Bortles più velocemente significava esporsi a un minor numero di colpi. Tuttavia, la mancanza di colpi profondi anche limitato l’offense. Lati positivi ma appunto anche lati negativi come la messa in ombra delle qualità sul lungo del reparto receiver.

Per quanto riguarda i running back, a T.J. Yeldon (che ha chiuso con 465 yard su 130 portate) in offseason è stato affiancato Chris Ivory (439 yard su 117 portate) con la firma di un contratto particolarmente oneroso per una figura che negli ultimi anni difficilmente trova contratti faraonici se non per stelle dalle qualità cristalline. Anche per questo ruolo però, come potete ben verificare dai numeri, il coordinatore offensivo Greg Olson (licenziato a metà stagione) non ha lavorato certo in maniera sopraffina ma anzi pare proprio che sia stata l’inefficienza nel gestire le corse a far uscire Olson prima della fine dello spettacolo. Doug Marrone, passato da Dc ad HC ad interim e poi confermato nel ruolo dovrà trovare un modo per bilanciare questi due la prossima stagione ma soprattutto per usarli in maniera più produttiva delle 3,6 yard a portata di quest’anno, mirando ad aggiungere alla rotazione anche Corey Grant se si ripeterà sui livelli dell’ultima partita della stagione, sempreché entrambi i rusher vengano confermati e non ne sono così convinto.

Infine menzione “speciale” per il team “speciale” che l’anno scorso si è classificata secondo Football Outsiders al 26mo posto della NFL negli special team, anche e soprattutto grazie un team di punting tra i peggiori cinque della lega. Troppo spesso gli special team vengono considerati un gradino sotto attacco e difesa, ma è fuor di dubbio che per una squadra già in difficoltà, avere un team di punting poco performante equivalga ulteriormente a fare il gioco degli attacchi avversari.

 

Lati positivi, ne abbiamo?

Ma si, non ci buttiamo giù con il morale, continuo a pensarla come la pensavo all’inizio della stagione ovvero che siamo comunque una squadra che ha del buon talento, meno di quello che ha detto il nostro orrido record. I Jaguars hanno una delle secondarie di maggior talento nella NFL. Jalen Ramsey è stato fenomenale nella sua prima stagione, nonostante tutti i dubbi sulla sua integrità fisica: 14 passaggi difesi, due intercetti di cui un pick-six, un fumble forzato nel suo anno da rookie. E ‘stato anche fantastico nella copertura, e nelle ultime cinque gare la lasciato in tutto un passer rating di 37,8 sui giocatori da lui coperti. A lui si aggiungono Prince Amukamara (che dovrà essere profumatamente rifirmato, temo) ed Aaron Colvin che scaduta la sua “punizione” è stato fantastico nello slot.

Quelle che vi do sono sensazioni che ho visto confermare anche da PFF che al termine della stagione ha valutato la secondaria di Jax come la #13 di tutta la NFL. Sopra di tutti Jonathan Cyprien, l’anno scorso vituperato anche da me medesimo come uno dei peggiori mancatori di placcaggio della lega e quest’anno sviluppatosi in un run stopper da Top 10 della lega (in realtà PFF dice #1 a run stopping, ma non ce la tiriamo troppo). Tashaun Gipson è stato comunque accettabile nel ruolo di FS, ma rappresenta l’anello debole di un reparto che, se puntellato, è uno dei punti di forza della squadra.

Altro reparto (toh, difesa, toh, Marrone) dove abbiamo fatto molto bene è stato quello dei Linebacker: Paul Posluszny è rimasto tutto sommato sano, giocando tutte le gare e mettendo assieme probabilmente la miglior stagione della sua carriera, Posluszny si è dimostrato fenomenale in copertura ed ha quasi raggiunto i 100 tackle anche se il suo apporto sulle corse non è stato così dirimente come sul passaggio. Telvin Smith si è sviluppato in un linebacker completo in questa stagione entrando per PFF nei Top 20 della lega mestierando in tutto e brillando in run defense. Myles Jack, tenuto spesso in sideline  a favore di Dan Skuta, può dormire sonni tranquilli mentre cerca uno sviluppo pieno delle sue potenzialità.

Sulla prima linea sono però concentrati alcuni problemi che provengono da una stagione non semplice per il “vecchio rookie” Dante Fowler, apparso ancora spaesato sebbene pieno di energia (non sempre ben diretta), e dall’altro vero rookie Yannick Ngakoue che pur avendo raggiunto gli otto sack ha comunque mostrato  alcuni limiti da terzo giro nel fermare le corse. Per lo meno Malik Jackson non ha deluso soprattutto sulle corse dopo aver firmato un grosso contratto con i micioni ma il fronte appare quello che senza dubbi dovrebbe essere maggiormente migliorato.

 

Le vecchie volpi

Baffone, come ben sapete, ha già fatto diverse mosse riguardo i nomi dell’organizzazione, che sembrano indicare la volontà di passare da un modello di “giovane entusiasmo” ad uno di “Tana di vecchie volpi”: Caldwell ha 43 anni, Bradley fu assunto quando ne aveva 46 ed entrambi al primo incarico così importante; Tom Coughlin appena assunto come executive vice president di anni ne ha 70 più due anelli al dito, Marrone ha 52 anni ed ha già guidato i Bills a una stagione positiva ed alla seconda piazza in conference dietro ai Patriots. Caldwell continuerà ad avere fiuto per scovare difensori al draft, Coughlin avrà il compito di impedirgli di sperperare montagne di soldi per mercenari vogliosi di sole della Florida e poco altro.

Le assunzioni/promozioni di questo tipo non sono comunque limitate al duo Coughlin/Marrone: A fronte di sette licenziamenti di essistenti dell’era Bradley, Perry Fewell, ex Secondary Coach dei Redskins, ed ex DC sotto Coughlin ai Giants, assume il ruolo di Secondary coach; Pat Flaherty, che ha messo piede in NFL 17 anni fa, è il nuovo allenatore della linea offensiva; Joe DeCamillis, che nel ruolo ha allenato sette squadre NFL ed ha vinto l’annello coi Broncos, sarà il nuovo ST Coach dopo la stagione frustrante che abbiamo postato quest’anno.

Non so se sia una mia impressione, ma sembra che la franchigia voglia riportare l’aria di quando tutto andava bene e Jax si giocava gli accessi al Super Bowl, proprio con Coughlin in sideline come primo HC. Proprio in questo senso i Jaguars saluteranno anche un lieto ritorno: Keenan McCardell, ex WR dei micioni e primo pro bowler della loro storia assieme a Mark Brunell e Tony Boselli, sarà il nuovo WR Coach, in bocca al lupo Thunder.