Houston Texans Week #11 Recap: vs Oakland Raiders @Mexico City

Perdere 20-27 contro una squadra come gli Oakland Raiders ci sta tutto, riconoscere la superiorità dell’avversario anche, ma perdere così fa un po’ più male del solito. Gli Houston Texans escono infatti dalla partita del Lunedì decisamente penalizzati da qualche scelta arbitrale controversa che, se non ha deciso la partita, l’ha sicuramente influenzata.

Facciamo attenzione a non ricadere nella classica lamentela calciofila all’italiana dando tutta la colpa all’arbitraggio; Texans e Raiders si sono giocati una partita alla pari fino alla fine e la vittoria di una o dell’altra non avrebbe fatto sicuramente scandalo. Tuttavia, in una partita così tirata e con uno scarto così piccolo non si può far finta di niente e dimenticare le due chiamate dei referees se non sbagliate per lo meno molto molto dubbie.

La prima chiamata arriva dopo pochissimi secondi di partita: Osweiler trova Hopkins sulla sideline e il WR inizia a correre arrivando fino al TD, ma viene chiamato un out of bound. Out of bound che anche dal replay però rimane moooolto dubbio. I Texans successivamente non riescono a mettere a segno più di 3 punti, sicuramente demerito loro per carità, ma intanto quel TD era fatto.

La seconda chiamata arriva in un momento ancora più determinante: non manca moltissimo a fine partita, il risultato è 20-20 e i Texans sono nella metà campo avversaria. Sia su 3rd down che su un 4th & inches si chiama la catena per controllare la posizione della palla e, nonostante la linea gialla dei teleschermi sembra indicare diversamente, non viene chiamata la conversione del down che restituisce palla ai Raiders, poi bravi a segnare il TD decisivo. Vero è che lo spot della palla non è chiarissimo dai replay, ma sembrava aver passato la linea del down, cosa non confermata dalla catena, un metodo di giudizio (per l’opinione di chi scrive) decisamente da rivedere e che troppe volte finisce per posizionare la palla in un punto “un po’ a spannella” e non nel punto esatto in cui si trovava.

Detto questo, lamentarsi degli errori arbitrali è inutile e non cambia il risultato della partita. Piuttosto, è importante vedere cosa ha funzionato e cosa no in questa prestazione dei Texans che, nonostante la sconfitta, sono stati a tratti molto convincenti in un match in cui non partivano da favoriti.

-OFFENSE-

Brock Osweiler non gioca una brutta partita: lancia 26/39 per 243 yards e 1 TD, correndo anche per 19 yards per prendere 2 1st down importanti. Lancia un intercetto che si poteva facilmente evitare, ma fortunatamente non compromette la partita e non concede punti agli avversari. Specialmente ad inizio partita il QB di Houston è abbastanza convincente, non si concentra sui lanci impossibili ma preferisce cercare target sulla breve/media distanza, sfruttando gli spazi lasciati dalla difesa dei Raiders. Il risultato è molto positivo e quasi ad ogni drive i Texans riescono a guadagnare un buon numero di yards. Ci sono poi anche drive da 3&out, ma si contano sulle dita di una mano. Le chiamate di play action fanno molto male alla difesa dei Raiders e Osweiler le esegue molto bene. Questa volta il qb di Houston si merita per lo meno un riconoscimento.

Anche Lamar Miller convince eccome: sfrutta bene gli spazi, ragiona prima di gettarsi nella mischia e guadagna un totale di 104 yards, segnando anche un TD. Solidissima la sua prestazione che, insieme ai lanci di Osweiler, permette finalmente di vedere un attacco vario e piuttosto produttivo.

A ricevere i palloni di Osweiler, ci sono soprattutto Fiedorowicz che gioca una gran partita da ricevitore numero 1, confermando quanto l’attacco di O’Brien si stia concentrando sull’uso dei TE, e Hopkins che continua ad essere una sicurezza quando chiamato in causa. Il primo riceve 82 yards, che unite alle 32 dell’altro TE Griffin dimostrano l’importanza del reparto nel passing game; il secondo ne riceve 58 ma guadagnando importanti primi down e arrivando al TD ad inizio partita, annullato però da quell’“out of bound”.

Tutto sommato, per lo meno rispetto al solito, bene anche la OL che riesce a proteggere Osweiler per la maggior parte degli snap e che concede 2 sack agli avversari. Vero che con delle ottime play action Osweiler riesce a prendersi da solo il tempo necessario per lanciare, ma per lo meno la OL non gioca da colabrodo e regge un pochino. Sempre la OL poi riesce discretamente a creare varchi per il proprio RB che ringrazia e ne approfitta.

-DEFENSE-

In difesa si assiste evidentemente a 2 reparti ben distinti: il front 7 gioca sempre ad un’altissima intensità e, non solo non lascia molto tempo a Derek Carr, ma spesso arriva a mettere a segno tanti tackle for loss che fanno perdere yards all’attacco avversario; le secondarie invece, tranne qualche guizzo interessante, giocano una partita abbastanza disastrosa o per lo meno brutta quanto basta per permettere ai Raiders di segnare con facilità 3 TD con lanci profondi, due dei quali nell’ultimo quarto.

Per quanto riguarda il front 7, sicuramente la parte migliore della difesa, il protagonista assoluto è Jadeveon Clowney che sin dal primo minuto è quello che mette più pressione di tutti sul qb avversario e che è quasi insuperabile contro le corse. In suo aiuto, come sempre c’è Mercilus, mentre McKinney dà un’altra conferma della sua solidità in mezzo al campo.

Dietro invece si soffrono davvero troppo i lanci di Carr e troppo spesso si getta al vento un buon drive difensivo concedendo un TD su lancio lungo, dopo essersi persi le marcature. Nonostante l’intercetto (piuttosto facile in realtà), forse il peggiore di tutti è Bouye  che tra pass-interference e marcature perse non sa proprio che pesci pigliare contro Crabtree, concedendo anche un TD praticamente già fatto, ma fortunatamente sprecato dal WR dei Raiders che droppa tutto solo in endzone. Anche Joseph, solitamente una sicurezza lì dietro, commette qualche fallo di troppo ed è spesso in ritardo. Ciò che proprio fa rabbrividire nel vedere le secondarie di Houston è la lentezza con la quale si attaccano i giocatori avversari che prima di un contatto riescono a prendersi 20/30/40 yards, quando non arrivano direttamente in endzone.

Peccato. Per come si era messa e per come si stava giocando, soprattutto in attacco, i Texans avrebbero potuto benissimo portarsi a casa la vittoria, anche contro degli avversari sulla carta superiori. Purtroppo, un po’ per sfortuna con le chiamate arbitrali un po’ per demerito proprio (bisogna ribadirlo) soprattutto nella secondaria, è andata male, riaprendo le sorti della AFC South.

Di positivo c’è la prestazione offensiva e l’aggressività del front 7 e da qui bisogna ripartire guardando alla prossima partita, in casa, contro i San Diego Chargers.

We Are Texans! 

-Divi-