NFL Draft Grades 2017: Cincinnati Bengals

I Cincinnati Bengals in questo 2017 si trovano nel punto più basso della loro parabola, ascendente o discendente che sia, decidete voi. Il cliché dell’eliminazione al primo turno dei playoff quest’anno viene interrotto nel peggiore dei modi da una stagione tragica con sei vittorie, nove sconfitte ed un pareggio (nella partita a Londra contro i Redskins). Da playoff contender dello scorso anno a squadra da ricostruire il passo è stato purtroppo brevissimo. I problemi non finiscono qua, la free agency è stata tutto sommato abbastanza negativa viste le sanguinose perdite di Andrew Whitworth LT (ai Rams), Kevin Zeitler RG (ai Browns) e Rex Burkhead (ai Patriots). In entrata si registra l’arrivo del linebacker Kevin Minter dai Cardinals e il ritorno (più o meno nostalgico) di Andre Smith G da Minnesota.

Non tutto il male viene per nuocere e la franchigia dall’Ohio dispone di ben 11 scelte per cercare di sistemare il maggior numero di problemi del roster. La classe di questo draft è ricca di talenti da scegliere per rinforzare più reparti: in quello difensivo ci sono numerosi edge rushers e defensive backs mentre a livello offensivo ci sono tanti wide receiver e almeno tre o quattro tight end di livello (Tyler Eifert è ufficialmente diventato il miglior amico dei tirocinanti di medicina e chirurgia). Non bisogna dimenticarsi inoltre che Marvin Lewis e il front office dei Bengals hanno sempre avuto degli assi nella manica nei giri più alti del draft.  Gente come Geno Atkins, Marvin Jones, George Iloka e Clint Boling vengono tutti dal quarto round in giù. Ben otto delle undici scelte a disposizione avverranno nel terzo giorno del draft (dal quarto al settimo giro). Qui di seguito una scheda di analisi e relativa valutazione delle pick effettuate dalla squadra di Cincinnati.
Round 1, Pick 9: John Ross, WR, Washington
 
John Ross arriva ai Cincinnati Bengals con la fastidiosa etichetta di giocatore più veloce di sempre nelle combine. Ha infatti stabilito il nuovo record delle 40 yard percorrendole in 4.22 secondi. La velocità è l’arma principale di questo ragazzo in grado di allungare e fare a pezzi le difese avversarie. Ross riesce a cambiare direzione con estrema facilità risultando praticamente immarcabile quando corre tracce come il curl e il dig. Il suo scatto bruciante abbinato agli ottimi piedi lo porta a separarsi con facilità dal CB che lo marca. Andy Dalton avrà sempre il tempo necessario prima di lanciare.
Le mani sono affidabili e solide nella presa. In aggiunta la coordinazione oculo-manuale è ben allenata e sviluppata. Segue con naturalezza la traiettoria dei passaggi, soprattutto nelle palle profonde e si adatta di conseguenza per completare la ricezione. Minaccia costante in end zone, adora percorre route come la slant o la fade. Spesso riesce ad eludere il primo placcaggio in modo da trasformare un guadagno breve in un guadagno consistente. Il WR potrà essere impiegato sia nello slot che esterno. Ottimo kickoff returner, Ross ha realizzato almeno un TD su ritorno in ciascuna delle tre stagioni a Washington.
John Ross risulta innegabilmente undersized per via dei suoi 180 cm. Dovrà lavorare per aumentare la propria forza che al momento risulta al di sotto degli standard NFL. Quando trova defensive back molto fisici e ruvidi (com quelli di Alabama) fatica a correre in modo pulito la traccia scelta limitando così l’arsenale a propria disposizione. In alcune situazioni si sbilancia spostando eccessivamente il proprio baricentro sulla punta dei piedi. I video di analisi hanno mostrato che post ricezione occasionalmente il WR è inciampato sui propri piedi o in alcune irregolarità nel terreno.
Ross deve abituarsi alle prese contestate e allenarsi per battere anche in verticale chi lo marca. Deve anche affinare i percorsi nel breve e nel medio raggio per diventare definitivamente una minaccia costante. Un altro elemento da valutare è la salute del giocatore. Il ricevitore si presenta a questo draft con un infortunio grave per ginocchio ed un’operazione alla spalla che lo aspetta in estate. VOTO: A-
 Round 2, Pick 16 (48): Joe Mixon, RB, Oklahoma
 
Joe Mixon arriva a questo Draft con una pessima reputazione per la storia dell’aggressione di qualche anno fa. Sorvolando sui problemi extra-sportivi, il running back di Oklahoma si presenta con un bagaglio tecnico tattico estremamente interessante. Dotato di uno scatto bruciante riesce a percorrere primo, secondo e terzo livello in un battito di ciglia. Parte in sordina per poi far esplodere tutta la potenza dalle possenti gambe. Può correre sia in mezzo ai tackle sia all’esterno della linea.
Sguscia dalle prese avversarie oppure sfonda i blocchi in maniera indifferente. Mixon si comporta bene anche in mezzo al traffico per realizzare guadagni anche nel breve raggio. Abile nel cambio di direzione grazie ad un movimento fluido dei fianchi, riesce a farsi strada tra gli ostacoli facendo perno sugli avversari. Trova spesso la porta di servizio per eludere i difensori e sfrutta un potente stiff-arm per tenere alla larga chi vuole placcarlo. Leader nella classifica delle portate da almeno 15 yard o maggiori (11.9% a partita) nella Big 12.
Mixon è a tutti gli effetti un three-down running back. I pregi non finiscono qua: oltre ad essere un ottimo corridore, Mixon è un eccellente ricevitore aggiunto. Route runner incredibile riesce a trovare molto velocemente la separazione dal marcatore di turno. Mani molto educate e solide nella presa gli consentono di realizzare anche prese spettacolari in stile OBJ. Non si tira mai indietro e si comporta bene anche in fase di bloccaggio, svolgendo i propri compiti di protezione con il giusto spirito ed applicazione. I Cincinnati Bengals dovranno preoccuparsi principalmente del carattere e del comportamento fuori dal campo da parte di Joe Mixon.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, altri elementi sui quali lavorare sono l’inconsistenza nelle corse centrali e l’eccessiva pazienza in alcune situazioni che richiedono maggiore reattività. Spesso gli capita di perdere troppo tempo per cercare i varchi tra le linee prima di premere il piede sull’acceleratore. Alcune volte si approccia alla linea di scrimmage con eccessiva indifferenza. Gode di una visione di gioco nella media e fatica nel vedere eventuali tagli in secondo piano. Non sempre gli capita di fare la scelta giusta tra un cambio di direzione e cercare lo sfondamento.  VOTO: B

Round 3, Pick 9 (73): Jordan Willis, OLB, Kansas State

 
I Cincinnati Bengals avevano disperatamente bisogno di forze fresche nel reparto linebacker. Jordan Willis dovrebbe dare una mano a Burfict soci. Il prodotto di Kansas State gode di un’ottima zone read e di occhi attenti nella lettura del gioco. Una volta riconosciuta l’azione risponde in maniera celere. Bravissimo nel cambio di direzione e nell’inseguimento dell’avversario. Termina sempre la propria caccia con tackle duri e decisi che raramente consentono di fuggire ai portatori di palla. Inarrestabile nella ricerca e nello sforzo finchè non sente il fischio si comporta in maniera provetta con le forti mani che si ritrova.
Willis gode di base di una buona forza sia nella parte superiore che nella parte inferiore del corpo. Gioca con la giusta postura ed equilibrio nei punti di conttato. Riesce ad essere pulito mentre aggira l’estremità della linea offensiva prima di penetrare il backfield. Spesso gli capita di sfruttare le spinte degli offensive lineman come contromossa per sbilanciarli in avanti e farli cadere.  L’arm over è una delle sue mosse preferite e lo rende in grado di poter vincere in partenza molti duelli contro gli avversari. Si tratta di un pass rusher che esce dai blocchi con una buona velocità e risulta in grado di mettere pressione o addirittura placcare il QB. Lavoratore instancabile, ottima produzione sia come sack che come fumble forzati. Willis gioca in maniera molto lineare, risultando un pass rusher prevedibile.
Mostra i propri movimenti di pressione in anticipo e raramente devia dal percorso originariamente preso. Si tratta di uno speed rusher monodimensionale che non dispone della velocità necessaria per poter aggirare il bordo quando ci sono spazi stretti. Il LB di Kansas City deve lavorare anche sul tempismo delle proprie mani, spesso gli capita di muoversi in anticipo esponendosi a possibili contrattacchi avversari. Quando placca raramente lo fa puntando l’interno del campo e quindi i tackle arrivano principalmente negli angoli del campo. VOTO: B

Round 4, Pick 9 (116): Carl Lawson, OLB, Auburn

I Cincinnati Bengals dopo Willis scelgono un altro giocatore porta nuova linfa nel reparto dei linebacker. Carl Lawson ha un fisico ben strutturato e gode di un’ottima definizione muscolare. Mani veloci ed affilate sono l’estremità di una parte superiore del corpo molto forte. Abile nel colpire e rilasciare l’avversario al fine di sbilanciarlo. Molto aggressivo nell’attaccare l’estremità della linea sfruttando le lunghissime braccia dopo aver colpito l’uomo di fronte. Affronta sempre con forza e decisione i blocchi che gli vengono portati dai tight end e dai ricevitori e cerca sempre la linea laterale per poter aggirare il traffico. Può giocare sia in posizione eretta sia con una mano a terra (3-point stance).
Ha tutte le carte in regola per poter fare bene anche tra i professionisti in NFL. Per le dimensioni che ha dispone di un ottimo primo passo e di una buona frequenza dei piedi nello scatto. Usa spesso le spinte e gli schiaffi contro gli offensive lineman in modo da distrarli. Raggiunge abbastanza velocemente il QB una volta superato il bordo della linea offensiva. Una volta lanciato risulta abbastanza difficile da fermare per via della sua velocità e della sua potenza. Gli infortuni han purtroppo falcidiato la carriera universitaria di Lawson. Ha saltato tutta la stagione 2014 per la rottura del legamento crociato anteriore e ha perso anche sei partite della stagione 2015 per un problema all’anca.
Durante la sua corsa, al massimo dello sforzo, non riesce a sfruttare nè le spalle nè il fianco per poter aggirare l’avversario. Scatta su percorsi prevedibili e quindi rischia di farsi bloccare nel traffico dalla o-line. Deve quindi sviluppare un tipo di corsa più creativa e meno scontata aiutandosi con eventuali contromosse legittime. A livello mentale in alcuni frangenti viene viene sopraffatto dall’emozione facendosi trascinare dall’inerzia dell’andamento della partita. La produzione a livello di tackle è abbastanza contenuta a causa della velocità laterale al di sotto della media e di un raggio d’azione del placcaggio ridotto. Si concentra troppo sulla fase di attacco della linea offensiva, perdendo di vista il bersaglio da abbattere. VOTO: A

Round 4, Pick 22 (128): Josh Malone, WR, Tennessee

I Cincinnati Bengals proseguono con i rinforzi nel reparto Wide Receiver, Malone è infatti un’altra freccia da aggiungere all’arco di Andy Dalton. Valutato dagli addetti ai lavori come un prospetto da top 100, prendere Malone alla scelta numero 128 rientra sia nella categoria di soddisfare un need del roster sia nella categoria del “best player available”. I Bengals stanno portando avanti un’interessante politica che prevede la selezione di giocatori giovani, veloci ed esplosivi.

Elementi che sono mancati sia in attacco che in difesa per la squadra di Lewis. Con l’arrivo di Ross e Malone questi problemi, almeno in attacco, non dovrebbero più esserci. Con una media di 19,5 yard per ricezione appare ovvio che Malone è un altro giocatore da cercare con lanci profondi per allungare e aprire le difese avversarie. Il prodotto di Tennessee nel 2014 ha giocato in sei match realizzando 23 ricezioni per 231 yard ed un TD. Nella stagione da sophomore ha totalizzato 31 ricezioni per 405 yard e due TD diventando a tutti gli effetti titolare in squadra.

Nell’ultimo anno universitario Malone ha raggiunto la sua massima produzione statistica raccogliendo 50 passaggi per 972 yards e ben 11 TD prima di decidere di passare aila NFL rendendosi eleggibile in questo Draft. VOTO: B

Round 4, Pick 32 (138): Ryan Glasgow, DT, Michigan

 
I Cincinnati Bengals con la scelta di Ryan Glasgow decidono saggiamente di puntellare la Defensive Line, aggiungendo un buon run stopper che porta una ventata di freschezza ed un pizzico di versatilità al reparto. Classificato al 23esimo posto per yards concesse su corse tentate, il prodotto di Michigan saprà come aiutare gli uomini arancio-nero. Atteggiamento da duro, grande forza di volontà e spirito di sacrificio lo rendono un avversario ostico da affrontare. Combatte su ogni e si rifiuta di perdere qualsisi duello contro l’offensive lineman di turno. Arriva da una famiglia cresciuta a pane e football. Il fratello maggiore, Graham, dopo una splendida carriera universitaria ha continuato il proprio percorso in NFL con i Detroit Lions.
Glasgow dispone di un fisico muscoloso e forte che poggia su una solida struttura ossea. La parte superiore del corpo è molto potente e viene sfruttata per farsi largo tra i blocchi degli avversari con tecniche come la pull-and-shuck. Un difensore ideale per difendere sulle corse centrali con forza e tecnica. Sfrutta una buona base d’appoggio al suolo con un buon equilibrio generale. Predisposto ad effettuare raddoppi riesce ad allestirli con velocità. Con le lunghe e potenti braccia taglia fuori gli offensive lineman avversari. Ha la forza necessaria per rompere qualsiasi blocco gli venga portato in maniera diretta.
Glasgow dovrebbe impiegare maggiormente il proprio peso nella parte inferiore del corpo per resistere al meglio ad eventuali raddoppi. La sua efficacia per questo motivo in NFL potrebbe risultare ridotta o compromessa. Non gode di una particolare elasticità quando piega le ginocchia, cosa che lo potrebbe limitare negli spazi stretti e nella fase di pass rush. Manca del talento necessario e del bagaglio tecnico per essere un buon pass rusher. Deve essere più cattivo e più attivo con le mani durante gli scontri. Difficilmente verrà impiegato in situazioni da third down in NFL. VOTO: C+

Round 5, Pick 9 (153): Jake Elliott, K, Memphis

 
I Cincinnati Bengals sono stati uno tra i team con il maggior numero di errori nella conversione degli Extra Point e dei Field Goal. Non è un caso che il Kicker storico Nugent sia stato tagliato. Nella free agency è stato rinnovato Bullock che a quanto pare non porta tutte queste garanzie nel roster. Per questo motivo Cincy ha deciso (saggiamente) di chiamare Jake Elliott per colmare questa lacuna nel roster. Il ragazzo gode di un calcio molto rapido e calcia con un’ottima traiettoria. Vanta tre onside kick recuperati su sei realizzati ed un solo tiro bloccato in quattro anni di football universitario. Non ha mai concesso un TD su kickoff return e fino ad ora ha sempre realizzato un tiro al di sotto delle 30 yard.
Tra i punti deboli ci sono la distanza e il tempo in sospensione del calcio d’inizio. Per questo motivo una volta approdato in NFL dovrà lavorare sulla forza nelle gambe per effettuare calci più potenti e distanti. Abbastanza esile come struttura avrà qualche difficoltà in fase di placcaggio come ultimo baluardo difensivo. Ha avuto qualche problema nel colpire con costanza i field goal dalla media/lunga distanza. VOTO: C

Round 5, Pick 33 (176): J.J. Dielman, C, Utah

 
Un’altra nota dolente per i Cincinnati Bengals è sicuramente la posizione di centro. Bodine nonostante l’immensa mole abbinata allo scarso agonismo/cattiveria non riesce ad essere un elemento utile alla offensive line. Il risultato è tra i più ovvi, Dalton non riesce ad avere un’adeguata protezione. Con la partenza di Andrew Whitworth le pessime notizie non finiscono qua. Dielman si presenta come un investimento per il futuro, ovviamente non sarà un titolare in NFL dal day one ma potrà dare una mano nelle rotazioni ed allungare un reparto in piena crisi ed emergenza.
Nella carriera al college ha giocato per tre anni come right tackle prima di passare all’attuale roulo di centro. Piedi veloci, buona flessibilità delle gambe ed ottimo controllo del corpo. Talentuoso bloccante che predilige l’aiuto di un compagno per portare il raddopio, cercare dei bersagli nel secondo livello e colpirli con precisione. Piega le ginocchia con ottimi risultati durante gli scontri per avere la leva più vantaggiosa possibile. Rapido nei movimenti di rotazione per liberarsi del difensore di turno. Aiuta le guardie a portare blocchi di coppia giocando sempre con impegno e determinazione. Una voltra trovato l’avverario lo trattiene il più a lungo possibile spingendolo lontano dal QB. Ha i piedi del tackle per poter stare dietro ad eventuali pass rusher ain penerazione.
Il più grande problema di J.J. è la lunghezza delle braccia, abbastanza corte per un offensive lineman di livello. Difficilmente verrà schierato come tackle quindi per via dell’estensione contenuta. Dovrebbe mettere su peso e massa muscolare per poter affrontare i pesi massimi della NFL. Non particolarmente fortissimo nel tronco. Delle volte si trova mal posizionato rimanendo in posizione scomposta anzichè cercare di migliorare la propria postura. Ha bisogno di essere aiutato contro gli avversari più ostici  e può migliorare nella difesa del secondo livello. A livello fisico sarà da valutare l’infortunio al piede che lo ha tenuto fermo per una stagione. VOTO: B-

Round 6, Pick 9 (193): Jordan Evans, LB, Oklahoma

 
Il reparto con più carenze rimane sempre quello difensivo alla voce Linebacker. I Cincinnati Bengals scegliendo Jordan Evans si assicurano un giocatore che ha mostrato numeri interessanti nei test e che può portare velocità in questo ruolo pieno di lacune. Inoltre può essere un ottimo rinforzo per lo special team. Il LB di Oklahoma si presenta con il fisico ben definito, asciutto e scolpito ideale per la NFL. Flessibile ed atletico con una grande produzione di tackle.
Abile nell’aggirare la linea offensiva e seguire il RB che cerca di sgusciare tra i tackle. Buona reattività e validi movimenti laterali come placcatore. Molto veloce per la stazza che possiede copre discretamente e con movimenti fluidi l’uomo o la zona di competenza. Possiede il giusto bagaglio fisico, tecnico e tattico per poter giocare tutti i tipi di down. La scorsa stagione ha chiuso con 12 passaggi deviati e ben quattro intercetti. Giocatore di fino, in alcune situazioni esita quando dovrebbe colpire senza pietà. Spesso alla mercè degli offensive lineman avversari.
Dovrebbe giocare in maniera più dura ed aggressiva per mantenere il controllo della difesa contro le corse. Spesso perde i duelli per avere vantaggio di leva rispettto al rivale. Una ridotta visione di gioco lo taglia fuori dalle giocate più complesse e meno leggibili. Deve essere più deciso, preciso e quadrato nei placcaggi per evitare di mancare il bersaglio o di farsi rompere il contrasto. VOTO: B-

Round 6, Pick 23 (207): Brandon Wilson, RB, Houston

 
Con la chiamata di Brandon Wilson i Cincinnati Bengals si assicurano una sorta di coltellino svizzero che le previsioni davano come scelta da 4/5 round. Si tratta di un giocatore abbastanza grezzo che nella sua carriera universitaria ha giocato da cornerback, safety e runningback. Toccherà ai coach decidere cosa fare della duttilità del prodotto di Houston. Potrebbe rivelarsi utile anche all’interno dello special team.
Durante le prove del Pro Day, Wilson, è stato uno degli atleti più chiaccherati. Ha corso le 40 yard in 4.36, ha fatto registrare un vertical jump di ben 42 pollici, 11 piedi nel salto in lungo e ben 24 ripetizioni alla panca. La sua versatilità può essere un interessante punto a favore ed essere impiegato in uno dei tre ruoli che ha già ricoperto a Houston. Bravo nel saltare gli avversari ed evitare ulteriori guai nel traffico. Buon portatore di palla con una buona flessibilità delle ginocchia. Gode di una buona frequenza di passo e può essere impiegato anche come kick returner. Ha realizzato un touchdown su ritorno da 100 yard contro Oklahoma nella prima giornata di campionato.
Wilson fatica negli spazi stretti come runningback e come cornerback non sempre riesce a dare del tu alla palla. Deve sicuramente trovare la collocazione ideale all’interno del roster dei Bengals e focalizzarsi su quel ruolo specifico. Come portatore dei palla deve migliorare nella visione di gioco e nella ricerca degli spazi tra i tackles. Deve essere più lucido e mantenere il controllo anche nelle situazioni più difficili. Gli capita di avere dei problemi con il controllo del proprio baricentro e deve migliorare il suo albero delle corse nelle fasi di passaggio per rendersi un giocatore adatto ai terzi down. VOTO: B-

Round 7, Pick 33 (251): Mason Schreck, TE, Buffalo

 
Mason Schreck è l’ultima scelta dei Cincinnati Bengals in questo Draft 2017. Ottimi numeri a livello di peso e altezza, discretamente veloce per il fisico che possiede. Ha fatto registrare buoni numeri durante le prove del pro day. Mani educatissime che cercano sempre di andare verso la palla. Nella scorsa stagione in 59 ricezioni è incappato in un solo drop. Sfrutta la sua stazza per guadagnare yard aggiuntive dopo aver preso possesso dell’ovale. Ottimo come bloccante sfrutta pazienza, impegno, spirito di sacrificio e le ottime mani per tenere i difensori avversari a debita distanza dal QB o dal RB.
Potrebbe usare maggiormente i muscoli delle gambe. Deve migliorare contro il lavoro sporco dei linebacker avversari che lo marcano. Deve migliorare il suo albero delle corse e cercare la separazione da chi lo sta inseguendo. Alcune volte è in ritardo sui lanci veloci con il rischio di causare un incompleto. VOTO: C
Franco Febbo – The Italian Jungle