Lions week 8: Torniamo con i piedi per terra.

via Mlive.com

Diciamo le cose come stanno: le ultime settimane erano state una bellissima cavalcata per i Lions ma le magagne della squadra erano evidenti e le rimonte eroiche non sono propriamente un modo sostenibile di affrontare la stagione.

Onestamente, già tre recuperi avevano del miracoloso ma, andando in trasferta, gli attacchi tendono a rallentare.

"Defense travels" annuiscono saggiamente i veterani della NFL.

Cronaca.

La partita non inizia malissimo ma neanche sotto i migliori auspici: il primo drive Lions termina quando Caldwell prova ad andare per il quarto e tre sulle 38 avversarie. Niente di fatto.

La difesa forza un tre e fuori ed il drive successivo dei ragazzi in bianco e blu termina con un calcio dalle 49 che Prater fa rimbalzare sul pilone. Brutta annata per lui finora.

Torna in attacco Houston che stavolta esplora diligentemente il ventre molle della difesa Lions: un passaggio al TE di turno dopo l’altro e una copertura saltata di un LB dopo l’altro, Fiedorowicz riceve in endzone per portarli sul 7-0.

Il successivo drive Lions si pianta subito, mentre Houston naviga tranquillamente fino all’endzone dove Lamar Miller entra.

L’inerzia della partita pare tutta verso la franchigia del Texas fino quasi alla fine del primo tempo quando Brock Osweiler cerca DeAndre Hopkins quasi in redzone ma Johnson Bademosi impreziosisce la sua prima partita da titolare intercettandolo.

Stafford torna in campo con poco tempo a disposizione e marcia il più possibile, grazie al rientrante Eric Ebron e riesce a portare la palla in zona di tiro per un FG che stavolta Prater realizza.

Si va al riposo sul 14-3 invece che sul 21-0. Apprezzabile differenza ma ugualmente poco da star allegri.

Il secondo tempo, inizia con uno scambio di brevi drive seguito da un drive più consistente di Houston che però si arresta in redzone grazie ad un buon lavoro della difesa con Houston che si accontenta di un FG per il 17-3.

Stafford torna in campo e, appoggiandosi ora a Riddick ora ad Ebron riesce ad arrivare in endzone per il 17-10 ma è passato un sacco di tempo sul cronometro.

E altro se ne va subito nei drive successivi poi la difesa contro la corsa di Detroit che aveva tenuto tutta la partita crolla improvvisamente nel finale: Lamar Miller e Alfred Blue percorrono quasi tutto il campo prima che la difesa riesca a forzare uno stop e costringano i Texans ad "accontentarsi" di un FG per il 20-10.

A questo punto, con dieci punti da recuperare servono almeno due possessi: Andre Roberts azzecca un buon ritorno ma sulle 16 di Houston, l’unica cosa che Detroit può raccattare è un FG.

E a questo punto, sotto di sette, Caldwell prova l’azzardo totale.

Onside kick a sorpresa con 2.52 sul cronometro e tre timeout.

Non va bene, Sam Martin lo tira basso ed è facile preda della difesa.

Houston non ha neanche bisogno di mettere altri punti sul tabellone.

20-13 Texans.

Questo e quello

  • Il boxscore via foxsport.

  • Stafford 89,5 di QBR, 1 TD, 240 iarde

  • Osweiler 84.5 di QBR, 1 TD, 1 INT, 186 iarde. Manco con la difesa dei Lions riesce a splendere.

  • Andre Roberts ha avuto tre ottimi ritorni, due dei quali vanificati da una penalità.

  • Durante il terzo periodo, Johnatan Bademosi sembrava aver forzato un fumble recuperato da Tavon Wilson ma il passaggio è stato giudicato incompleto. Caldwell aveva già la la bandierina rossa in mano ma si è bloccato all’ultimo momento. Come ha confermato dopo la partita, i coach nel gabbiotto in alto lo hanno avvisato che molto probabilmente la decisione sarebbe stata confermata. Probabilmente è così anche se rode.

  • Tre sack per la difesa Lions: Armonty Bryant, Khiry Thornton e A’Shawn Robinson. Ancora 0 per Ansah.

  • La secondaria ha resistito bene malgrado l’assenza di Slay. Peccato i linebacker non riescano a coprire.

  • Statistica agghiacciante: nei primi 3 quarti, 17 corse per 23 iarde. Nel quarto periodo? 11 corse per 72 iarde. In pratica, la definizione di collasso.

  • Più del 70% delle iarde guadagnate da Detroit è arrivato o da Ebron o da Riddick. Come se i ricevitori avessero improvvisamente dimenticato come si ottiene separazione.

  • Per finire: i Lions hanno guadagnato più iarde (289 contro 269), vinto uno a zero la battaglia dei turnover, perso meno iarde sui sack, una iarda in più di media per portata e tanto hanno perso lo stesso. Salute.

Postpartita

Allora inizio col dire che, secondo me, buona parte della colpa va a Caldwell.

Non per la non sfida (la bandierina ci poteva stare come anche no), né per l’onside kick che può avere senso, specie con una difesa che si stava sgretolando improvvisamente. In questa maniera avevi la speranza dell’effetto sorpresa sul calcio ed in più, la possibilità di forzare un tre e fuori subito.

Calciando profondo avresti dovuto forzare lo stesso il tre e fuori (Bill O’Brien non avrebbe chiamato un lancio nemmeno sotto tortura).

Vista appunto la difesa dei Lions, recuperare l’onside quasi era il 10% più probabile secondo me.

(A proposito, quale sarebbe la percentuale di recuperi di onside kick nella lega? Il 12% circa. Questo per intendersi)

Quindi perché do la colpa a Caldwell, se non per questo?

Per iniziare perché la difesa non riesce a far altro che ripetere stancamente lo schema di Teryl Austin per quanto questo non funzioni dal 2014.

Che siano che gli avversari che ormai hanno imparato come controbatterlo1, che siano gli infortuni in ogni caso sarebbe il lavoro dell’allenatore capo di pretendere un cambio, un adattamento o qualcosa.

So che la difesa Lions è costituita su un potente front seven etc. etc., ma se gli unici che performano sopra la media sono i Cornerback (anche quelli di riserva) perché non cambiare qualcosa e magari andare in Big Nickel più spesso.

O magari perché non cambiare coordinatore se ripete la stessa stantia ricetta partita dopo partita?

Per fortuna le seconde linee (Thorntorn, Bryant) stanno generando un po’ di pressione ma resta ampiamente insufficiente.

Anche il piano d’attacco non è stato entusiamante: l’idea di far correre Riddick giù per la gola della peggior difesa NFL su terra non era male, ma il gioco insoddisfacente dei ricevitori (palle perse in quantità e un’ottima secondaria dei Texani) ha reso monodimensionale la strategia e impedito di concretizzare di più.

Si aggiunga la mancata conversione del quarto tentativo ed il FG cannato da Prater che in una partita a basso punteggio potevano far la differenza…

Tuttavia prima di saltare a piedi uniti nella negatività, facciamo un bel respiro: quest’anno la NFCN è in piena implosione. GB ha perso contro Atlanta una di quelle partite che i packers di solito portavano a casa, i Vikes stanno iniziando a patire gli infortuni e han perso coi Bears del rientrante (nonché separato in casa)Cutler.

Tutti hanno dei grossi problemi

La corsa è aperta e ancora c’è tanto football da vedere.


  1. in questo la sconfitta contro i Patriots nel 2014 è stato un seminario perfetto. Lanci veloci al centro per colpire la parte debole e gassare la difesa.