Houston Texans Week #5 Recap: @Minnesota Vikings

E’ finita in disfatta la difficile sfida degli Houston Texans contro i Minnesota Viking. Houston perde 13-31 contro i padroni di casa che continuano la loro serie di vittorie portandosi sul 5-0.

Inutile negarlo, per i texani non c’è stata partita e sono stati letteralmente spazzati via da una squadra decisamente più forte, più in forma e meglio organizzata. Non era certo una di quelle partite da vincere a tutti i costi per i Texans, ma si tratta comunque di una sconfitta importante che mostra quanto ancora sia distante la squadra di Houston rispetto alle big della NFL.

I Vikings hanno giocato una partita in cui c’è poco da criticare: ottima gestione della palla, tante varianti in attacco colpendo sia su passaggio che su corse e, infine, una difesa praticamente insuperabile. I Texans, dal canto loro, si sono trovati nettamente in inferiorità tecnica, ma di certo non possono tornarsene a casa senza rimpianti. Per quanto forte l’avversario infatti, i texani hanno commesso una marea di errori, sia in attacco che in difesa che hanno contribuito a trasformare una sconfitta in una disfatta.

-OFFENSE-

QB

Questa volta, che lo si ami o lo si odi, Brock Osweiler se ne esce categoricamente bocciato, senza se e senza ma. Il QB di Houston gioca una partita orribile: è praticamente inesistente per tutto il primo half in cui riesce a malapena a lanciare 20 yards, senza riuscire a prendere un 1st down se non grazie alle flag avversarie. Il proseguimento di partita non è peggiore, solo perchè peggio di così era impossibile fare. A partita finita Osweiler avrà lanciato per 19/42, 184 yards, 1 TD, 1 INT e 1 FUMBLE. Poco altro da dire questa volta, una partita orribile in cui si è visto un QB nervoso, spesso nel panico, troppo frettoloso di lanciare, finendo troppo spesso a effettuare lanci decisamente fuori misura. Alla prossima Brock.

RB

Se Osweiler gioca malissimo, Lamar Miller non è che riesca a fare poi tanto meglio. Il RB di Houston, n.1 in NFL per palloni toccati, sprofonda insieme al resto dell’attacco nel baratro dell’inefficacia e delle pessime scelte. L’ex Miami Dolphins corre a malapena 20 yards (venendo superato da Blue che ne corre 40) e per tutta la partita preferisce andare a schiantarsi al centro della propria OL, invece che cercare degli spazi per le corse laterali o attendere l’apertura di qualche varco nella difesa dei Vikings. Barr, Kendricks, Griffen e soci non fanno una gran fatica a fermare le corse del RB dei Texans e il risultato finale lo evidenzia bene.

WR

Si potrebbe benissimo saltare alla prossima categoria dato che, senza i lanci di Osweiler, per questi ragazzi c’era poco da fare. Per carità, di lanci ne sono arrivati 42 ma forse quelli davvero prendibili sono stati a malapena la metà. Il risultato: Will Fuller e Braxton Miller con una sola ricezione ciascuno, Strong Hopkins ricevono 5 palle a testa, mentre il TE Fiederowicz è l’incaricato di ricevere tutte le palle che Osweiler lancia sul corto per liberarsi velocemente nelle situazioni di panico. Insomma è un reparto che, grazie alla difesa dei Vikings e complici anche i lanci di Osweiler, viene quasi totalmente annullato. L’unico che consente di guadagnare qualcosa è Hopkins, ma solo giocando d’astuzia, portando Rhodes a commettere qualche flag.

OL

Per chiudere in bellezza la fantastica prestazione offensiva dei Texans, i giocatori della OL non fanno di certo i guastafeste e si aggregano al resto dell’attacco in una prestazione terribile. E’ il reparto che chiude il cerchio dell’attacco texano visto ieri sera: non ha funzionato niente, pessimi blocchi sulle corse, incapacità di contenere i difensori dei Vikings (seppur, c’è da ricordarlo, impressionanti), e copertura su Osweiler quasi inesistente. Proprio quest’ultimo infatti è costretto a liberarsi della palla in pochissimo tempo e spesso forza il lancio con già gli avversari addosso. Non si sta dicendo che la prestazione di Osweiler sia solo causa della prestazione della OL, diciamo solo che tutto l’attacco dei Texans si è impegnato molto ed è stato particolarmente unito nel fare schifo.

Piccola nota a margine: forse si finisce per essere troppo cattivi e occorre ribadire che nessuno si è dimenticato che quella avversaria è una delle difese più forti (forse la migliore) della NFL. Semplicemente così stanno le cose: l’attacco texano doveva affrontare un osso durissimo e ha fallito miseramente.

 

-DEFENSE-

Parliamo pure in generale di questa difesa che doveva essere la candidata a cercare di mantenere equilibrata la partita. Se infatti lo scontro attacco texano – difesa del minnesota sulla carta era comunque palesemente a favore dei padroni di casa; dalla difesa texana ci si aspettava una prestazione convincente che potesse per lo meno mantenere la partita in bilico per un po’. La difesa di Houston infatti aveva tutte le carte in tavola, anche senza JJ Watt, per poter contenere l’attacco dei Vikings che, per quanto efficace, non è affatto infermabile.

Così non è stato. Decisamente così non è stato. La difesa texana è collassata davanti ad un playbook avversario vario e creativo che ha messo in seria difficoltà Romeo Crennel. Per quanto riguarda il running game dei vichinghi (ricordiamolo, ultimo in NFL), la difesa texana non se l’è cavata benissimo, concedendo parecchi 1st down anche in situazioni di 3rd&long. Ma i giochi in cui le forze difensive dei Texans sono crollate del tutto sono state le play action e i lanci di Bradford. Una difesa come quella texana, solitamente in grado di contenere efficacemente anche i migliori receiver, ha concesso 127 yards ad un receiver come Thielen e ha permesso a Sam Bradford di fare praticamente quel che voleva, con poca pressione e sempre con almeno 1 o 2 ricevitori liberi.

Anche da questa parte del campo, eccetto qualche guizzo positivo ogni tanto, si salva poco o niente: la pressione su Bradford è stata decisamente troppo debole per impensierirlo seriamente, mentre in coverage è stato un completo disastro, nel quale uno dei migliori (paradossalmente) è stato Pleasant subentrato all’infortunato Demps.

Forse le uniche due note positive di questa difesa sono Clowney Mercilus che continuano a giocare come sanno fare e rappresentano forse le uniche vere minacce per l’attacco dei Vikings per tutta la partita. Come nella scorsa partita si è rivisto un Clowney carico e motivato e soprattutto sempre più in mezzo ad ogni azione; il ragazzo dimostra di poter giocare ad un’intensità pazzesca anche se il problema delle flag rimane. Mercilus ci mette del suo ed è forse l’unico che nel mezzo fa un discreto lavoro quasi su ogni giocata. Purtroppo però una buona prestazione di 2 giocatori non cambia nulla e ce ne siamo accorti tutti.

Insomma, fine della storia: dalla partita di ieri ne escono forse dei Texans ridimensionati, che hanno fallito la seconda grande prova della stagione (dopo la figuraccia con i Patriots). Evidentemente, questa è una squadra che ha ancora tantissimo su cui lavorare per poter almeno giocarsela con le vere grandi della NFL.

Ciò che si deve fare intanto è guardare avanti perchè ci aspettano i Colts e per una squadra che contro le contenders fa solo figuracce, la testa della division è una cosa da non farsi scappare in nessun modo.

We Are Texans!

-Divi-